giovedì 3 marzo 2011

SPAGNA 23F (DUE: IL GESTO)

Torniamo dunque all’emiciclo, quel 23 febbraio, durante i primi minuti del golpe.

Non appena Tejero, pistola alla mano, irrompe nell’aula del Congresso e sale sulla tribuna gridando il famoso “fermi tutti” (foto sinistra) ed i suoi soldati ordinano ai presenti di buttarsi a terra, di fronte ad una platea di parlamentari attonita ed incredula, l’ex generale franchista, ora vicepresidente del governo dimissionario, Gutierrez Mellado (69 anni!), si alza di scatto dal proprio seggio al fianco di Suarez, che cerca inutilmente di trattenerlo (foto destra), e si dirige furibondo verso Tejero ordinandogli (si, ordinandogli) di mettersi sull’attenti al suo cospetto e salutarlo militarmente. “Cuadrase!”, gli intima (Tejero e’ di grado inferiore). Immediatamente, alcuni soldati cercano di fermare Mellado, che continua a dirigersi a Tejero - “cuadrase!” - ripete. Tejero, irritato, spara un colpo di pistola in aria. Un paio di esuberanti guardia civil seguono Tejero con una raffica di mitraglietta che perfora parete e soffitto del Congresso (i buchi creati dalle pallottole sono ancora oggi ben visibili ad imperitura memoria). Gli spari non feriscono o uccidono nessuno, ma spaventano molti, ottenendo quello che volevano i golpisti: “todo el mundo al suelo!”

Todo el mundo, tranne tre.

Mellado che, come detto, e’ in piedi di fronte a Tejero, piu’ scioccato dall’affronto che dagli spari, forse per maggiore abitudine a questi ultimi, con le mani sui fianchi, incredulo, mentre le palottole crivellano l’emiciclo; il presidente del governo uscente Adolfo Suarez (l’uomo della transizione democratica per gli estimatori, l’uomo che “poteva vendere un pettine a un calvo” per i denigratori) che dopo aver ripreso posto, rimane seduto impassibile ai colpi di mitra (i due nella foto a destra); ed infine il segretario del PCE, Santiago Carrillo, dall’altra parte dell’emiciclo, che pure rimane imperturbabile, fumando un cigarillo, mentre i suoi compagni tutt’intorno si accovacciano cercando riparo sotto i seggi (foto a sinistra). I tre, personaggi profondamente diversi tra loro per carattere e soprattutto per storia politica, reagiscono con la stessa tenace ed impavida dignita’ ad una situazione fortemente drammatica, in cui puo’ essere a repentaglio la loro stessa vita. Probabilmente il gesto cosi sincrono e’ un caso. Molto probabilmente ognuno di loro ha reagito guidato semplicemente dal proprio istinto, dal proprio temperamento o dal proprio coraggio. Personaggi profondamente diversi in moltissimi aspetti, ma uguali nel fronteggiare un evento drammatico, una situazione di tensione e di rischio. Difficilmente si puo’ pensare che lo facciano per freddi e velocissimi calcoli di opportunismo politico (questi sono venuti dopo, nelle interviste successive). Non potrei mai credere che una persona possa essere capace di tanto (o forse i politici si??). Ma qualunque sia stato il calcolo nascosto nel gesto, sempre che ve ne sia stato uno ripeto, l’effetto visivo delle immagini della TVE e’ dirompente: sono gli unici a non piegarsi in un’aula desaparecida sotto i banchi. Mellado, che aveva resistito agli strattoni e spinte dei soldati, ora resiste allo stesso Tejero che addirittura lo prende per il collo e cerca di buttarlo a terra con uno sgambetto, vigliaccamente e maldestramente. Come offesi e stizziti dalla reazione di sfida dell’ anziano generale. Come sorpresi ed indispettiti. Lo vogliono a terra, al suelo. Ma lui si aggrappa con le proprie vecchie forze al corrimano e non si fa buttare a terra. Resiste il corieaceo gerarca fascista. Non lo piegano. Alla fine i militari e Tejero desistono e si allontanano. Suarez lo invita a riprendere il proprio posto al suo fianco e col braccio lo accompagna a sedersi. Qualche testa fa capolino da sotto i banchi. Tutti avevano trovato riparo. Carrillo continua a fumare il suo cigarillo. Magari pensa che se le cose dovessero mettersi male per davvero, con ogni probabilita’, o sicuramente, sara’ tra i primi a morire. L’ultima sigaretta davanti al plotone di esecuzione. Nelle immagini delle telecamere fisse della TVE sono attimi convulsi, di forte tensione ma anche disordine. Molto disordine. La maggiorparte dei parlamentari sequestrati rimane a terra. Alcuni ministri al fianco di Suarez e Mellado emergono da sotto i seggi e si risiedono.

Dopo ancora qualche minuto si ascoltera’ la voce di un capitano al seguito di Tejero dire al parlamento “di stare tranquilli” che devono tutti aspettare con calma l’arrivo dell’ “autorita’ competente”, che non viene meglio precistata, ma lasciando intendere chiaramente di essere solo la testa di ponte, il braccio armato del colpo di stato, in attesa di ulteriori ordini.

Quali ordini allora? E da quale “autorita’”? Quale era, dunque, il piano del golpe?

...continua...

Offhegoes 03/03/11

Nessun commento: