giovedì 14 aprile 2011

L'UNICA STRADA RIMASTA

Li ho visti ridere,scherzare fra loro,parlare al telefonino e leggere il giornale.Come fossero al bar.Invece,stavano seppellendo definitivamente la legalità di un paese.Avevano le facce tracotanti del violento che esercita un potere,il sorrisino furbetto di chi l’ha fatta grossa e sa che la passerà liscia.Ieri,lo dico ad uso e consumo di chi ancora non lo avesse compreso,si è consumata l’ultima fiammella della nostra democrazia.La democrazia sostanziale,intendo,non quella formale di cui ancora percepiamo la parvenza.Il potere di un pagliaccio senza morale e cultura ha manipolato,col proprio denaro e le proprie televisioni, la vita politica di una nazione.Una maggioranza risicata di parlamentari comprati ha fatto il resto.Il processo breve non solo toglie giustizia a migliaia di poveretti che vedranno i propri carnefici farla franca,ma ha demolito,irrimediabilmente, un sistema giudiziario forse non perfetto,ma di gran lunga migliore di quello che sarà in futuro.E soprattutto,ha dimostrato l’inutilità di ogni opposizione democratica in sede istituzionale,perché fagocitata da un sistema di prebende che ha mercificato la dignità e il rispetto costituzionale dei parlamentari di maggioranza.E’ inutile il dibattito,è inutile il confronto,è inutile il richiamo al buon senso.Non resta che il Presidente della Repubblica,ultimo baluardo di democrazia,per fermare l’infamia di questa legge,gemella di tante porcate del passato e di tante che verranno in futuro.Ma è una speranza flebile,quasi vana.E’ il rifugio della disperazione.Non è più tempo che i deputati delle opposizioni rispettino le regole,che si siedano sui loro scranni dorati a sventolare la Carta Costituzionale e a prodursi in sterile ostruzionismo.E’ ora di finirla con l’opposizione buonista e aperta al dialogo dei Veltroni,dei Renzi,dei Casini,dei Fini.Con la mafia non si tratta.La mafia si combatte.E’ arrivato il momento di imboccare l’unica strada rimasta.Tutte le forze democratiche devono dimettersi in blocco,lasciare definitivamente l’emiciclo,dove ormai vale solo la regola del mercato della vacca,delegittimando così il Parlamento.Ma non devono commettere l’errore di ritirarsi sull’Aventino.Occorre presidiare Montecitorio,picchettarlo,impedire a chiunque di entrare.Bisogna chiamare a raccolta tutta la società civile per bloccare l’accesso all’emiciclo,riempire la piazza e tutte le vie d’accesso,in un’insurrezione pacifica,definitiva,irremovibile. E restare lì,anche sotto i colpi dei manganelli,delle pistole,degli idranti,fino a quando non verranno sciolte le camere e si tornerà a votare.Non resta che questo,povero pensiero utopico di un povero cittadino che non ha perso la voglia di lottare,ma che non ha più speranze di democrazia.In questi giorni mi sono tornate alla mente le parole che Antonino Caponnetto pronunciò,con le lacrime agli occhi,in via D’Amelio,poco dopo l’agguato a Borsellino: “ E’ tutto finito “.Ho sentito in gola,sulle labbra,il sapore amaro di quella stessa disperazione.La disperazione del giusto che invano combatte il potere con la sola forza della legge e della civiltà.Ma io non voglio né rassegnarmi né piangere.Non ancora.Voglio tornare a vivere in un paese libero e voglio combattere ogni giorno perché ciò accada.I tempi sono maturi per una rivolta.

Blackswan, giovedì 14/04/2011

1 commento:

disamistade ha detto...

Considerando che Napolitano non è Pertini e che la maggioranza degli italiani a una democrazia sostanziale preferisce una parvenza di democrazia formale, come dicevi tu, allora francamente sono poco fiducioso nella tua proposta-provocazione di cui sopra.
Spero solo che da qui alle prossime elezioni ci sarà un' alternativa valida e credibile a questa manica di puttanieri e mafiosi che ci governa.