lunedì 9 maggio 2011

Dieci minuti a Santiago del Cile

Cari killers.
qui la faccenda sta prendendo una brutta piega.
Stamattina vado in Tribunale a sbrigare due faccenduole e poi esco e mi avvio in studio, che è lì di fianco.
Vedo lo schieramento di Polizia, Carabinieri, Vigili, GdF e quant'altro (in attesa del Berlusca) e a un certo punto sento gracchiare da un walkie talkie "Attenzione perchè sta arrivando adesso".
E cazzo, mi fermo e vedo se riesco a scorgerlo, perbacco!
In quel preciso momento, davanti alla pletora di cameramen e fotografi si materializza un signore sulla sessantina, che poi appurerò essere un avvocato, il quale vede i tifosi di Silvio che sproloquiano contro la malagiustizia e sbotta ad alta voce dicendo "Vi dovreste vergognare di manifestare a favore dell'uomo più potente d'Italia, la malagiustizia è un'altra".
Queste le esatte parole, da me personalmente sentite.
Urlate, questo sì, ma non un insulto e men che mai un qualsiasi genere di atteggiamento fisicamente violento o anche solo minaccioso.
Eppure, si sono materializzati quattro energumeni (agenti in borghese, con le antenne dele radioline che uscivano dalle tasche) che lo hanno letteralmente alzato di peso prendendolo sotto le ascelle e lo hanno trascinato a forza per circa 100 metri lungo la Via Andreani, riparando poi dentro ad un ingresso a vetri dove ce n'erano altri che li aspettavano, hanno aperto e poi richiuso.
Il tutto, immortalato in diretta tv dai cronisti che dicevano di lasciarlo andare perchè non aveva fatto nulla di male.
Nel gruppone dei cameramen c'era un tale che, curiosamente, invece di filmare verso l'interno del luogo dove era stato portato il tizio, filmava...i cameramen, uno dei quali lo ha notato ed ha avvisato gli altri del fatto che questo tizio era probabilmente uno della Digos.
Il tizio se ne accorge, va di fronte al cameraman in questione e a muso duro gli chiede se ce l'ha con lui.
L'altro dice di no e la cosa finisce lì.
Nel frattempo, un paio di giornalisti arrivati dopo mi chiede che cosa fosse successo ed io riferisco quello che avevo visto e sentito.
Poi, arrivano altri agenti in divisa ed apparentemente disciplinano la situazione (in effetti di lì a poco il sequestrato è stato rilasciato ed ha fornito alla stampa la sua versione dei fatti).
A quel punto decido che posso anche andarmene in studio.
Entro nel cortile dello stabile e mi accorgo che due tizi dall'aria sbirrosa mi seguono.
Sento anche il rumore dei loro walkie talkie, ergo sbirri di sicuro.
Mi faccio i fatti miei e poi mi fermo di colpo e mi giro a guardarli.
Si fermano a loro volta e con un pretesto si rivolgono al custode di un altro civico della via, come a voler dissimulare che mi stessero seguendo.
Peccato che io giri l'angolo, proceda per circa 20 metri e poi girandomi all'improvviso li riveda che fanno capolino dietro l'angolo.
E voi capite che con quel poveraccio blindato in quel modo un attimo prima, e questi due che mi vengono dietro fin quasi sotto il mio studio, un pensierino all'ipotesi di una svolta autoritaria è inevitabile.
Non è stato un bel momento.
Non capisco che male ci sia a dissentire civilmente.
Il contestatore che ha apostrofato il Berlusca al Palasharp lo era andato a inzigare a casa sua.
Legittimo, per carità, ma se vai a giocare in trasferta puoi anche mettere in conto che magari non ti applaudiranno.
Ma questo tizio di cui sto parlando passava per la strada.
E, ripeto, non ha insultato nessuno e in fondo non ce l'aveva neppure con Berlusconi quanto piuttosto con i suoi fans.
Per fortuna che i giornalisti hanno fatto muro e, riprendendo tutto, hanno impedito che la cosa potesse degenerare.
Ma se anzichè questo qui, che essendo avvocato avrà saputo dire parole adatte alla circostanza, avessero preso uno qualsiasi e magari fosse partito un vaffanculo o magari anche un cartone a un poliziotto, come sarebbe andata a finire?
E se non ci fossero stati i fotografi e le telecamere?
E se l'ingresso fosse stato un portone di legno anzichè a vetri?
Io qualche annetto ce l'ho, e qualche giretto ospite sulle camionette della Celere o dei Caramba me lo sono fatto.
Non avendo mai trovato dei bastardi con la B maiuscola, sono sempre tornato a casa sano.
Al massimo un po' pesto ma niente di che.
Però questo è il paese del G8 di Genova.
E' il paese in cui si può morire in carcere dopo esserci entrati sani.
E' dunque necessario non abbassare la guardia, e non tollerare mai alcun abuso da parte di chicchessia.
Un paio di anni fa ho fatto un casino in metropolitana perchè i controllori stavano vessando una donna cinese senza biglietto.
Lei secondo me capiva benissimo ma faceva finta di no per evitare guai, però non ho sopportato l'atteggiamento e le frasi dei controllori "Facciamo i furbi, eh? Qui ormai gli stranieri fanno come a casa loro, tu non devi fare la furba con noi, io ti sbatto in galera".
E la trattenevano, e le davano delle piccole spinte.
Cazzo, mi è salita subito la pressione, ho beccato questi tangheri e ho detto loro di fare la contravvenzione e lasciarla andare via al volo se no avrei chiamato io la Polizia ma per loro, non per lei.
Non vi nascondo che ho sperato che uno di loro mi rispondesse male.
Poi a bocce ferme ho pensato che magari avevo esagerato.
E invece no, perchè le battaglie di libertà sono anche quelle basate sulle piccole cose, e non ci si può distrarre, perchè il sopruso non va mai in vacanza.
E' necessario vigilare, perchè il clima non è buono.
Vigilare e resistere.
Prima o poi la notte finirà.

Ezzelino da Romano

3 commenti:

Blackswan ha detto...

Leggo il tuo bellissimo pezzo e provo come di consueto un incombente senso di frustrazione.che vorrei palesare con una ulteriore,breve considerazione.I poveri derelitti che sono davanti al Tribunale a sostenere le gesta criminali del padrone,insultano pesantemente la più importante istituzione del nostro paese,la magistratura.E lo fanno impunemente.In una nazione democratica manifestare è un diritto inviolabile,anche per questi cialtroni.Io combatterei ogni giorno della mia vita perchè anche costoro,ai quali peraltro non riconosco lo straccio di un'idea, potessero esprimere liberamente il proprio pensiero.Tuttavia,emerge dal tuo racconto un quadro sconcertante,che è quello del manganello telecomandato.Botte ai contestatori del nano,libero spazio a chi ingiuria i magistrati.Una sostanziale differenza nella quale,aihme,si riconosce l'impronta di un regime ormai conclamato.

Offhegoes ha detto...

non riesco a credere a quanto mi racconti Ezzelino...tempi bui! Killers, attenzione.

Ezzelino da Romano ha detto...

Per inciso, il video era sul Corriere on line di lunedì 9 e credo sia reperibile anche su Youtube.