martedì 12 luglio 2011

La legge è uguale per tutti

Non è per rompere la palle con cose tecniche, ma la maggior parte degli studiosi ritiene che i principi generali del diritto stiano nel diritto civile, e non in quello penale.
Ma questa cosa la sanno in pochi perchè ovviamente il diritto penale fa più scena, è più glamour, sebbene ci siano percentuali altissime di persone che non vedono mai un'aula penale in vita loro mentre tutti, almeno una volta, hanno avuto una questione civilistica.
Da addetto ai lavori ritengo che queste considerazioni dovrebbero orientare anche i progetti di riforma, ma capisco che finchè avremo tra le balle il nano malefico non c'è verso.
Comunque il fatto è noto: dopo le vicende penali del lodo Mondadori (Berlusca tanto per cambiare prescritto anche se lui la spaccia per un'assoluzione) parte la causa civile.
Eh sì, perchè anche se uno la fa franca in sede penale, non per questo la controparte perde la facoltà di richiedere un risarcimento in sede civile.
Dove non è necessario che si raggiunga la prova di un reato, perchè basta dimostrare che sia stato commesso un atto illecito in senso civilistico.
Di qui la sentenza di primo grado del Giudice Mesiano, poi fatto passare per una sorta di mentecatto per via dei calzini color turchese ed altre cagate del genere.
Per inciso, l'uomo lo conosco e per certi versi un po' inquietante lo è, ma quella sentenza (che ho letto) era corretta.
Ed era già esecutiva, ma l'esecuzione non ebbe luogo perchè a tutte le parti in gioco sembrava meglio aspettare l'appello.
Ora la Corte d'Appello la conferma, sebbene riducendo un po' la somma, e il problema dell'esecuzione si pone.
Esecuzione che nel caso di specie sarebbe davvero immediata, perchè il gruppo Berlusconi a suo tempo fornì alla CIR di De Benedetti una fideiussione a prima richiesta prestata da Intesa San Paolo.
Quindi, se la CIR va dalla banca con la sentenza in mano la banca deve cacciare senza se e senza ma, e subito dopo li chiederebbe al Berlusca.
E allora il nano cosa si inventa?
Un progetto di legge per sospendere l'efficacia esecutiva delle sentenze, anche di secondo grado.
Perchè, dicono i suoi scherani, non è possibile gravare un'azienda di esborsi del genere se poi magari la Cassazione dice che la CIR li deve restituire.
Beh, ragazzi, benvenuti nel mondo normale.
Molti anni fa, le sentenze di primo grado non erano esecutive.
Erano tempi in cui, a causa del vecchio modello di processo civile, un giudizio poteva durare benissimo dieci anni solo in primo grado, e quando uno si vedeva dare ragione, bastava che l'altro proponesse un appello, anche a stracazzo, per guadagnarne almeno altri tre o quattro prima che si formasse il tanto agognato titolo esecutivo.
Ci si è resi conto che così non si poteva andare avanti, e si quindi è deciso che la sentenza di primo grado avesse efficacia esecutiva e che fosse casomai il giudice d'appello a sospenderla, se ed in quanto ne fossero dimostrati i motivi e le necessità.
Ora questa truppa di disgraziati, tra i quali spicca Maurizio Paniz che è anche un mio collega e quindi dovrebbe sapere di cosa parla, vorrebbe fare addirittura non uno ma due passi indietro, e sancire l'inefficacia esecutiva di una sentenza d'appello.
E allora delle due l'una: o si vuole la paralisi del processo civile, o questa è l'ennesima norma ad personam (o ad aziendam, in qesto caso).
Se si vuole la paralisi per tutti, si sappia che quando la gente smette di andare dall'avvocato è perchè ha iniziato ad andare dagli albanesi.
Quelli che fanno il recupero crediti venendoti sotto casa e spezzandoti una falange al giorno finchè non paghi.
Come succede già oggi, spesso e volentieri, anche a Milano, perchè l'aziendina che ha un buco di venti o trentamila euro e non può permettersi i tempi ed i costi di un giudizio questo fa, purtroppo.
Se invece è l'ennesima norma ad personam, aziendam, minchiam e quant'altro, per favore basta.
Non se ne può più.
Non ne possiamo più di questa sfacciataggine, di questa sciatteria che porta uno dei promotori della norma-aborto a dire "Noi la presentiamo e poi vediamo le reazioni".
Come la normettina che avevano già tentato di infilare in finanziaria, poi schifata da tutti, orfana di madre e di padre, salvo poi sentire Berlusca dire che tutti ne erano a conoscenza.
Basta, davvero.
Non tutti sanno essere dignitosi sul palco, ma almeno uscirne dignitosamente sarebbe opportuno.

Ezzelino da Romano

1 commento:

Blackswan ha detto...

Fratello,magari ci rompessi sempre le palle così...E' importante capire bene certi meccanismi,e può spiegarli chiaramente solo chi,come te, li conosce da vicino.
Conclusa la sviolinata,mi compiaccio per l'azzardato accostamento della parola dignità a questa manica di manigoldi.E a proposito di dignità...E' notizia di poco fa che,mentre il paese affonda nel pantano,nel PDL stanno raccogliendo le firme contro i provvedimenti anticasta previsti dalla manovra.Un bel segnale.