lunedì 15 agosto 2011

CLOUD CONTROL – BLISS RELEASE


Ogni volta che leggo riviste specializzate che parlano di “new sensation “a proposito di un gruppo rock, mi viene d’impulso il desiderio di correre precipitosamente ad ascoltare altro.Perchè di solito queste band pompate ad arte dai media si risolvono in bolle di sapone della durata di un singolo ben piazzato in classifica,per poi sparire in un oblio pressoché eterno.Su questi Cloud Control,invece,qualche euro lo scommetterei. Australiani di Sidney,i CC sono al loro esordio assoluto ( da noi uscito però con un anno di ritardo ),eppure vantano già una discreta gavetta alle spalle e parecchi riconoscimenti in patria,tanto che l’improvvisa notorietà li ha portati ad aprire i concerti di gente del calibro di Foo Fighters,Supergrass e Arcade Fire.Un prestigio acquisito un po’ troppo repentinamente forse,ma nello specifico del presente disco assolutamente meritato,dal momento che “ Bliss Release “ è davvero una delle cose più interessanti uscite nel 2011.I ragazzi hanno i piedi ben piantati nel presente ma non disdegnano frequenti riferimenti al passato.Se da un lato infatti non mancano continui ammiccamenti a sonorità pop e folk del nuovo millennio ( Arcade Fire,Anathallo,Vampire Weekend,Fleet Foxes ),dall’altro è indiscutibile che il combo australiano abbia ascoltato con molta attenzione anche la discografia di papà e mamma.” Meditation Song #2 ( Why,Oh Why )” mi ha fatto venire in mente i Jefferson Airplane, con le belle voci di Alistar Wright e Heidi Lefner, una maschile e una femminile,ad inseguirsi e ad intrecciarsi,”Gold Canary “ chiama in causa il Paul Simon di Graceland,e qui e là si percepiscono echi di CSN&Y e Byrds ( sentite la chitarra di “My Fear # 2” ).Dodici canzoni in cui tradizione e modernità si fondono con misura,in un equilibrio di richiami ed allusioni che procede senza forzature.Si punta dritto alla melodia,certo,e ad una semplicità espressiva che si veste di sgargianti colori primaverili,senza però che si corra mai il rischio di cadute nell’effimero e nel banale.Ascoltate il singolo “There’s nothing in the water We can’t Fight “ e capirete cosa intendo : hanclapping a tutto spiano,coretti da surf rock e una chitarrina indifesa che si aprono alla gioia di un ritornello di angelica perfezione.Un disco caldamente consigliato e un gruppo da tenere d’occhio con estrema attenzione.

Voto :7

Blackswan, lunedì 15/08/2011

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