venerdì 12 agosto 2011

DANIELE SILVESTRI – S.C.O.T.C.H.


Silvestri è un artista capace di prendersi tempo, di riflettere. Senza fretta, centellina i propri dischi, pubblicandoli a distanza di 4-5 anni l’uno dall’altro. Succede così anche per questo S.C.O.T.C.H., preceduto da “Il latitante “ del 2007 e ancora prima da “Unò duè “ del 2002. Questi ultimi due lavori, però, non avevano c onvinto molto,forse perché imparentati troppo al successo dance di "Salirò", e quindi figli di un pop meno scanzonato e un po’ più furbetto. Il nuovo disco, invec e, richiama più da vicino le atmosfere di “ Sig.Dapatas” e de “Il Dado“, sia per  le sonorità che per un approcio che evita volutamente derive commerciali. Non c’ è quindi un tormentone in stile “La paranza“ o “ Salirò “,  ma tante belle canzoni che si muovono ondivaghe fra lirismi malinconici ("Le navi" e "Sornione"), ironiche cover ( “La Chatta“ che altri non è che “La Gatta“ di Paoli suona ta ai tempi di Facebook ) e impegno socio-politico (l’abrasiva “ Monito ( r )“ , dedicata al Presidente della Repubblica, e la disincantata "Precario è il mondo", attuale quadretto dell’Italietta che non va ). Silvestri dimostra che si può fare musica di qualità, con un bel piglio da “presa diretta“ e testi lucidi e fic canti.Senza dimenticare,tra tante sonorità sudamericane,il meglio della tradizio ne italiana ( “Io non mi sento italiano“, azzeccatissima rilettura da Gaber)  e  la voglia di schierarsi senza se e senza ma (il sarcasmo militante di “ L’appello “ dedicata a Paolo Borsellino).

VOTO : 7
Blackswan,giovedì 02/06/2011

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