domenica 18 settembre 2011

GUITAR HEROES : DJANGO REINHARDT


Nel film “Accordi e disaccordi “ di Woody Allen, Sean Penn interpreta il ruolo del chitarrista jazz,  Emmet Ray, il quale, pur consapevole della propria bravura, è ossessionato dal fatto che, nonostante tutti gli sforzi prodotti, resterà sempre e comunque il secondo chitarrista più bravo al mondo.Il primo, vive dall’altra parte dell’oceano,si chiama Django Reinhardt, è belga di natali e gitano di origine. Reinhardt passa la sua infanzia a girovagare per il mondo,finchè nel 1918 la carovana di cui fa parte la sua famiglia si accampa nei pressi di Parigi.Qui, Django inizia a suonare un banjo regalatogli da un conoscente. Non sa né leggere né scrivere e tanto meno conosce le note.La sua formazione tecnica è esclusivamente visiva: impara tutto guardando suonare gli altri musicisti.A dodici anni è talmente bravo che viene scritturato per suonare nelle sale da ballo.Poco dopo, inizia a registrare i primi pezzi per la casa discografica Ideal Company insieme al fisarmonicista Jean Vaissade.E’ il 1928, e Django è prossimo a diventare una stella del jazz.Ma il destino beffardo gli tende un’imboscata.Una sera,dopo aver suonato in un locale,rientra nella propria roulotte, piena di fiori finti che la moglie aveva preparato per venderli al mercato.Django sente un rumore, pensa sia un topo e cerca di individuarlo reggendo in mano una candela.Basta un pezzo di stoppino incandescente caduto tra i fiori altamente infiammabili, e il caravan, in pochi secondi, è avvolto dalle fiamme. Django riesce a salvare sè stesso e la moglie, ma riporta gravissime ustioni alla mano sinistra e al fianco destro, che lo costringeranno in un letto di ospedale per diciotto mesi. Carriera stroncata ? Nemmeno per sogno. Django riprende la chitarra in mano e ricomincia a suonare, inventando un sistema di diteggiatura completamente nuovo, basato sulle sole due dita della mano sinistra che riusciva a controllare pienamente, l’indice e il medio ( il quarto e il quinto dito si erano arricciati verso la palma per l’accorciamento subito dai tendini a seguito del calore ). Nasce un suono nuovo,mai ascoltato prima, che diventerà il machio di fabbrica del chitarrista.Il quale,nel corso di una vita tormentata dalle persecuzioni naziste, oltre che con il suo alter ego Stephane Grappelli, suonerà con leggendari jazzisti del calibro di Louis Armstrong, Duke Ellington Benny Carter e Coleman Hawkins, prima di morire nel 1953, a soli 43 anni, a causa di una grave emorragia cerebrale.Per comprendere quanto lo stile di Reinhart fosse  innovativo,tanto da essere apprezzato anche fuori dai confini della musica jazz, voglio ricordare la genesi di una celeberrima canzone degli Almann Brothers Band, “Jessica”. E’ il 1973, e Dickie Betts, divenuto chitarrista solista della band dopo la morte di Duane Allman, è ossessionato dal talento di Reinhardt, di cui è un appassionatissimo fan. Betts da giorni sta cercando di comporre una canzone che possa essere suonata con due sole dita, come faceva il grande Django. Nonostante gli sforzi,non riesce a trovare il bandolo della matassa.Poi,nella stanza dove sta provando entra a carponi la figlioletta Jessica, che gli sorride.L’ispirazione è folgorante e in meno di due ore Betts termina la canzone che,ventitre anni dopo,nel 1996, vincerà un Grammy come miglior brano strumentale.Un premio che verrà tributato alla memoria del più grande chitarrista jazz che la storia ricordi.





Blackswan, domenica 18/09/2011

10 commenti:

Choppa ha detto...

Grande Django!
Benvenuto nel mio blog, povero te.

Blackswan ha detto...

Grazie per il benvenuto,povero me :)

Massi ha detto...

Qualcosa di Reinhardt l'avevo già sentita ed apprezzata e mi ero anche ripromesso di lavorare sulla sua tecnica(cosa che non ho fatto più).Un buon motivo per riprovarci

Blackswan ha detto...

@Massi :imparare a suonare la chitarra è il mio sogno nel cassetto.quando smetto di allenare e racimolo qualche ora serale di tempo libero,mi compro chitarra e amplificatore e inizio a studiare.Ti chiederò sicuramente qualche dritta :)

Massi ha detto...

A disposizione,anche se non ti consiglio di iniziare con l'amplificata,meglio una acustica anche di 100esima mano

lozirion ha detto...

Grande Django! E grande pezzo Jessica!....

Il jazz sembra sempre sia di nicchia, o un qualcosa lontano dai gusti popolari, e invece resta semplicemente dietro le quinte, e influenza tutta la musica, quasi di nascosto, come per vedere l'effetto che fa....

Blackswan ha detto...

@ Lozirion : confermo.C'è l'errato convincimento che il jazz sia musica per vecchi.Un cazzo ! Miles Davis viaggia nel futuro anche se sono vent'anni che è morto,ascoltare Charlie Parker è come ascoltare il punk e Dizzy Gillespie mi fa venir voglia di pogare :)

Massi ha detto...

@Blackswan:Senza contare che il prog nasce dalla fusione dei tempi del jazz e dalle armonie della musica classica e sinfonica

Ezzelino da Romano ha detto...

Oh ragazzi,
sarò un grezzone ma a me il jazz ha sempre causato dei gran colpi di sonno e mi sempre dato l'idea di sequenze di note autoreferenziali e un po' masturbatorie.
Quando Sting (che già mi sta sulle balle di suo) ha iniziato a suonare con Marsalis mi sono immalinconito.
Però, Gershwin è jazz?
Perchè Rapsodia in blu e Porgy and Bess mi piacciono.
Dai, insultatemi, sono in una fase Brunetta!

Blackswan ha detto...

Da anni,la musica di Sting è in grado di mandare in depressione un chiodo.Ma ai tempi dei primi Police era grezzo come una chiavica e trasmetteva emozioni.E anche Dream of a Blue Turtle era un disco sofisticato ma avvincente.
Per il jazz,credo sia semplice questione di gusti.Certe cose le trovo inascoltabili anche io.