lunedì 10 ottobre 2011

THE WATERBOYS - AN APPOINTMENT WITH MR.YEATS




"Keats and Yeats are on your side, while Wilde is on mine " cantava Morrissey in Cemetry Gates, la bellezza di venticinque anni fa.Il vocalist degli Smiths, in realtà, non ce l'aveva coi due grandi poeti anglosassoni, ma apriva semmai una querelle letteraria per riaffermare innanzi al perbenismo dell'Inghilterra teatcheriana la propria cultura omosessuale e alternativa.Mike Scott, leader dei Waterboys, l'ha sempre pensata in modo diverso, preferendo alla scrittura arguta e dissacratoria di Wilde il misticismo di Yeats, tanto da averne messo in musica i versi nella suggestiva "The Stolen Child", penultima gemma in scaletta del capolavoro " Fisherman's Blues" ( 1988 ).Da quell'episodio isolato, ma significativo, Scott ha dato vita ad un progetto, su cui ha lavorato per vent'anni, e che ha visto la luce qualche settimana fa: un disco interamente dedicato allo scrittore irlandese, la cui metrica poetica viene adattata alle esigenze della canzone rock ( e viceversa ).L'opera che ne scaturisce è estremamente suggestiva, a patto che ci si armi di santa pazienza e si abbia il desiderio di affrontare la proposta culturale targata Waterboys col testo originale delle poesie di Yeats a portata di mano.Diveramente, si perde molto di queste quattordici canzoni suonate con misura ed arrangiate con estrema sobrietà dallo stesso Scott.Il quale, per il ritorno sulle scene dopo cinque anni di silenzio ( l'ultimo lavoro in studio,"Book of Lightning " risale al 2006 ), sceglie di mediare fra le due anime del gruppo, quella più marcatamente pop-rock dei primi anni e quella decisamente celtica di "Fisherman's Blues " e " Room to Roam ".Il risultato è un disco molto equilibrato, gradevole dall'inizio alla fine, e che ha i suoi punti forti nel convincente crescendo dell'iniziale " The Hosting of The Shee", nella giga-rock di "Mad as the Mist And Snow " e nel lirismo malinconico di " White Birds ".In definitiva, "An Appointment with mr.Yeats " è un lavoro colto e coraggioso, sicuramente il migliore di Scott & Co. da parecchi anni a questa parte, ed ha l'indubbio merito di suggerrire approfondimenti letterari anche a chi magari non mastica molto la poesia.Per converso, se manca la predisposizione all'interdisciplinarità, il rischio dello sbadiglio è dietro l'angolo.

VOTO : 6,5

Blackswan, lunedì 10/10/2011

7 commenti:

Massi ha detto...

M'hai incuriosito,vedrò di procurarmelo

Blackswan ha detto...

@ Massi : e' un disco molto interessante,ma se non conosci altro dei Waterboys ti consiglio This Is The Sea e Fisherman's Blues.

Offhegoes ha detto...

Adoro i Waterboys (This is the Sea e' uno dei miei dischi favoriti di sempre, non mi stanchero' mai di ascoltarlo) ed adoro la poesia visionaria di Yeats (sono andato a vedere la sua tomba, in the middle of fucking nowhere, in una giornata piovosa ed uggiosa che solo in Irlanda...)...ergo non posso che comprarlo!!! ;)

lozirion ha detto...

Decisamente interessante, però forse un po' pretenzioso. Necessita di parecchi ascolti, e come dici tu, dei testi di Yeats sottomano, altrimenti perde un po'....

Blackswan ha detto...

@ Offhegoes : che dire,fratello,ci siamo cresciuti con questa roba qui.Mi ricordo ancora un Sansiro day dove loro aprivano a Simply Red E Simple Minds.I Migliori.

@Loz : D'accordo con te.Ma è senz'altro il loro miglior disco da un decennio a questa parte.

lozirion ha detto...

@Blackswan: Senza dubbio.... Però è ancora lontanissimo da This is the sea e soprattutto da Fisherman's blues che resta il mio preferito, anhce se non so quanto si possa paragonare questo album agli altri, credo che sia qualcosa di completamente diverso....

Blackswan ha detto...

@ Loz: c'è un abisso,senza dubbio.E Fisherman's Blues è nella mia top 30 dal 1998 :)