mercoledì 30 novembre 2011

LA DOMENICA, TONINO CARINO E IL CALCIO CHE NON C'E' ( PIU' )


"Sali che fra un pò inizia !", gridava dal balcone mia mamma. Io, tutto trafelato, sudato, sporco e impataccato come uno spazzacamino, pallone Tele, rigorosamente nerazzurro, ben saldo sotto l'ascella, facevo d'un fiato i cinque piani di scale che mi separavano dal mio appartamento.Come al solito, ero in giardino a giocare, anche se, a ben vedere, giocare è un eufemismo. A quell'età, avevo circa dieci, undici anni, il gioco per me, e per tutti i ragazzini della mia cricca, consisteva esclusivamente in epiche sfide a pallone che, nel fine settimana, prendevano inizio alle 10.00 del mattino, venivano interrotte da una rapidissima pausa pranzo, per concludersi solo a tardo pomeriggio, quando la luce del sole era così flebile che non riuscivi a vederti nemmeno le scarpette ( Tepa Sport, of course ).Due maglioni per parte a fare i pali della porta, bim bum bam, arimo, io sono Bonimba e io Facchetti ( ciao Cipe, ti voglio bene! )  E poi la domenica, beh, la domenica era veramente speciale.C'era il campionato, giocava la mia Inter, in giardino si stava comunque, ma ogni tanto le partite epiche venivano interrotte per incollare l'orecchio alla radio e ascoltare gli aggiornamenti dai campi.Livio Forma, Sandro Ciotti, Enrico Ameri.Una cantilena indimenticata, come Zoff, Gentile, Cabrini...  Poi, verso le 17.00, quando la mamma chiamava, su di corsa a vedere " Novantesimo minuto". Nel mio splendido Tv in bianco e nero, che aveva due manopoloni enormi ( o almeno a me sembravano tali ), passava la sigla d'inizio ( Tanattattatanattattattta ta - ta! ta! ), e mentre il cuore batteva forte, all'improvviso compariva il bel sorriso aperto di Paolo Valenti. Ve lo ricordate ? Io amavo quell'uomo, mi ha insegnato più cose lui di calcio che tutti gli allenatori della mia vita ( non tecnica o tattica, certo, ma signorilità e umiltà ).Valenti fa parte del mio dna sportivo, così come ne fa parte quel calcio d'altri tempi, quando non c'era lo spezzatino televisivo, nè Sky, nè Mediaset, nè gli highlights o i plin! della fottutissima pubblicità a farti venire il coccolone nel bel mezzo di un contropiede.Guardare "Novantesimo minuto " non era solo seguire il calcio ( e "90°" era quasi tutto il calcio che potevi seguire in TV ), era semmai vivere una tradizione, un rito, come Carosello o il telefilm su Rai 1 delle 19.20. A quei tempi, grazie a "90°", nel mio immaginario di bambino ( un immaginario che ho trasportato quasi tutto in età adulta ) vivevano come figure mitologiche alcuni personaggi così stralunati, che ora mi sembra impossibile credere che con quelle facce lì potessero raccontarti ( e come la raccontavano ) un'intera partita di calcio. Personaggi che, non so come, mi sembravano anche antropologicamente in simbiosi con la città da cui si collegavano.Tonino Carino da Ascoli ( ogni volta che lo vedevo mi veniva voglia di abbracciarlo e di consolarlo ), Luigi Necco da Napoli ( con quel look dimesso che sembrava avesse appena interrotto una spaghettata alle cozze con gli amici ), Gianni Vasino da Milano (  che aveva il piglio di un impiegato del catasto in abbiocco post prandium ), Marcello Giannini da Firenze ( un incrocio fra una panzanella e Nosferatu ) o Carlo Nesti da Torino ( spento come un giorno di nebbia e stucchevole come un gianduiotto ).Questi personaggi della mia infanzia, ovviamente non ci sono più. Alcuni, addirittura, se ne sono andati per sempre, portandosi in cielo quella prosa un pò epica e un pò retrò con cui sapevano raccontare il calcio. Ma " 90° minuto " , pur con altri volti, aveva resistito al logorio del tempo e alle mode, era ancora il rito collettivo della domenica pomeriggio che univa l'Italia e le generazioni.Una trasmissione di costume, prima che di sport. Ora la Rai, fagocitata dalle malversazioni berlusconiane, ha deciso di sopprimerlo.Non ci sono più soldi, nessuno vuole più dare pubblicità ad una rete che per compiacere il nano ha azzerato i suoi programmi più seguiti, gli italiani, un pò scrocconi e un pò inviperiti per la censura, non pagano il canone. Ma se delle sorti di un servizio pubblico, diventato house organ arcoriano, non mi importa proprio nulla, aver saputo che Novantesimo Minuto non ci sarà più, mi ha stretto la gola in un groppo di magone.Perchè, nonostante i tempi siano cambiati e lo sport si sia trasformato solo in una questione di quattrini e diritti televisivi, quel programma mi riportava indietro nel tempo di trent'anni. Quando il calcio si giocava di domenica ed era ancora stupore negli occhi di un bambino.

Blackswan, mercoledì 30/11/2011

32 commenti:

Sandra M. ha detto...

Davvero non ci sarà più? Ricordo tutto esattamente allo stesso modo...pur essendo stata una bimba non un maschietto: mio papà, sai...
E poi nel cortile di mia nonna , dove stavo molto più spesso che a casa mia,...solo maschi. Quindi o ti adatto i soccombi. Avevo sempre le ginocchia "tutta-una-crosta".
Forma-Ciotti-Ameri e poi la musichetta ...Tanattattatanattattattta ta - ta! ta! ...niente a che vedere con quelle urla da dementi di oggi!!!

face ha detto...

CHE MITO ...QUELLO VERO! SENZA VALENTI E I SUOI NON VALEVA PIU LA PENA...ADDIO

Roberto ha detto...

Un post bellissimo, l'ho letto con grande interesse, e naturalmente mi sono rivisto bambino, facevo le stesse cose! Non sapevo nulla della fine di Novantesimo minuto... Brutta notizia, ma in fondo l'epoca d'oro era tramontata da tanto tempo... :(

Euterpe ha detto...

Per lo meno ricordiamoci anche di Ferruccio Gard da Verona e Cesare Castellotti da torino le spalle più strette della storia.
Alla litania Zoff gentile etc... rispondevo con Bordon Canuti Baresi Pasinato Mozzini Bini, Caso marini Altobelli Beccalossi Muraro, lo so che non hanno vinto quanto i primi ma nell'80....

Resto In Ascolto ha detto...

programma che faceva il pari con la radio di "tutto il calcio minuto per minuto". trasmissioni tutto cuore e passione. e per godermi appieno il ricordo di quelle trasmissioni che hanno segnato la mia (nostra) giovinezza, lo faccio e basta, senza i paragoni con i programmi sportivi odierni (belli senz'anima), se non altro per non rovinarmi il gusto del tuffo nel passato.

Anonimo ha detto...

Non ho mai saputo calciare un pallone, al massimo prenderlo in piena faccia quando mi mettevano in porta :) ma ricordo le domeniche, soprattutto d'inverno, a casa di mio nonno materno, sfegatato milanista, alle prese con un figlio interista e un'altro juventino, e le discussioni, la stanza che sapeva di fumo e di dolci della nonna, la stufa che mi faceva diventare le orecchie rosse, la tv su rai1, la sigletta, Paolo Valenti e tutti gli altri. Bellissimi ricordi.

Rouge ha detto...

Cesare Castellotti ogni tanto lo incontro nel negozietto sotto casa a fare la spesa (e di solito si lancia in epiteti contro il governo!).
Il Novantesimo di Valenti era studiato apposta con quei personaggi da campanile, era la sua forza, e qui sta il genio televisivo del conduttore. Non credo che il programma sarà tagliato, spero di no. Nel caso sarebbe l'ennesima dimostrazione che in Rai oggi capiscono un'acca.

mr.Hyde ha detto...

Aspè, aspè...vengo a trovarti dopo:questo è un piatto succulento..

Euterpe ha detto...

Dimenticavo di citare Maurizio Barendson che ideò il programma insieme a Valenti e lo condusse per qualche anno.
Tra gli inviati meriterebbero un ricordo tra gli altri Giorgio Bubba,Piero Pasini da Bologna e l'inquietante Rolando Nutini da Pisa.
Menzione speciale per Beppe Viola

Cirano ha detto...

ormai sempre più spesso per la RAI ripetiamo: c'era una volta....

economistapercaso ha detto...

sono cresciuta in una casa calcio-free, ma la sigletta me la ricordo perfino io!

Domenico ha detto...

Con quelle facce, quei riporti impossibili e certe giacche improponibili... però erano i nostri eroi della domenica. Proprio l'altra sera ai "Migliori anni" li hanno ricordati, qualcuno era in studio, di altri hanno fatto vedere qualche spezzone. L'unico che non hanno citato è stato il corrispondente dalla Calabria, Emanuele Giacoia (ricordi il Catanzaro di Massimo "o'Rey" Palanca?). Mi viene il magone, anche perché quella era l'età in cui il calcio era amore, almeno per me che ero un ragazzino. Poi crescendo tutto cambia. Soprattutto è cambiato il calcio.

Massimo ha detto...

Concordo. Bel post, nostalgico ed evocativo.
Il super tele...le partite a pallone fino all'imbrunire...tutti i personaggi improbabili da te citati...
E come dimenticarsi di Necco: "Milano chiama, Napoli risponde"...
o del sorriso sempre presente di Paolo Valenti..e della sintesi della partita ne vogliamo parlare?
Era l'unica partita che potevi vedere a parte le coppe in Televisione!

Zio Scriba ha detto...

Accidenti, che nostalgia... quante belle ore della mia infanzia e gioventù...

p.s.
solo una piccola e affettuosa tirata d'orecchie per una svista: quel meraviglioso professionista della radiocronaca si chiamava Enrico Ameri, non Bruno! :)

mr.Hyde ha detto...

..scusa volevo leggerlo con calma, e me lo sono goduto..Commovente e divertente (le descrizioni dei giornalisti sono esilaranti..Stupendi personaggi..)I calci al pallone, le sfide interminabili..a undici anni avevo aperta campagna attorno casa mia, in estate direttamente al mare a fine partita e buttarsi in acqua..Le partite alla Radio, specie quelle di coppa, soffertissime..Famiglia di Juventini..Guardare le partite in sieme alla TV in bianco e nero(la TV) (5 fratelli più mio padre e mia madre e la nonna semisorda, impassibile)urlare come disperati..Le partite dell'Italia, le vittorie, le delusioni.. stacco la spina perchè mi rendo conto che mangio spazio .Ti ringrazio per questa finestra aperta nel mio cuore e nella memoria..
grande post!

Elle ha detto...

nooo!
Quand'ero alle elementari anche io tifavo inter!
Successe così: siccome tutti i maschi della classe erano del milan, le femmine decisero (per portare avanti la sfida epocale fra i sessi) che noi dovevamo tifare inter: mi viene chiesto ufficialmente di aderire all'iniziativa; ed io accettai con un "mah.. va beh.. cosa devo fare?"
Niente: tifare.
Sicuramente ci fu un momento in cui io, fiera di avere una squadra del cuore, "tifai" (qualsiasi cosa volesse dire) ufficialmente inter, perché mio padre mi comprò le fototessere dei calciatori formato A4 (ricordo solo Zenga) ed io le appesi nella mia cameretta.
Dopo un po' le tolsi perché a me del calcio non me ne poteva fregare di meno.
Comunque ho dei bei ricordi del calcio di quegli anni, non solo vagamente la sigla di 90° minuto ma soprattutto le telecronache delle partite (o addirittura radiocronache): mi addormentavo sempre sul divano, perché mi conciliavano il sonno che era una meraviglia!

Offhegoes ha detto...

grande post hermano e che nostalgia... :(

La firma cangiante ha detto...

Non seguo più il calcio ormai da svariati anni proprio per via delle pay-tv, del campionato spezzatino, dei rimescolamenti a fine anno, dello stravolgimento delle coppe, degli scandali, dello schifo che gira intorno all'ambiente.

Devo dire però che mi dispiace per la chiusura della storica trasmissione.

Da piccolo ricordo il rito della carrellata di servizi, magari vista con mio nonno che tifava Napoli e inveiva contro la mia Juve che inevitabilmente finiva per essere uno degli ultimi servizi. Che nostalgia. Devo dire che ormai sono anni che non la guardo più.

Bel post!

Conte di Montenegro ha detto...

Proporrei una petizione per farlo tornare in tv. O per sputare in faccia a Fabio Caressa!

Andrea Consonni ha detto...

Adoravo sedermi sul divano con mio padre e guardare tutti i goal. Ero piccolo ma mi ricordo tutto. Adesso come adesso non ha forse più senso, campionato spalmato a ogni ora di ogni giorno, anticipi, posticipi e soprattutto le nuove versioni sono piene di parole e parole...

peccato davvero, diciamo che da quando il calcio si è trasformato in questa cosa, ho smesso di seguirlo.

Ezzelino da Romano ha detto...

Io spero, e credo, che ci sarà un'anima intelligente e rispettosa che si batterà per conservare 90°, magari anche solo come trasmissione di nicchia.
Ma è dura, perchè il calcio pasta e fagioli di quando eravamo piccoli ha ormai ceduto il posto ad uno spettacolo rutilante e scintillante, magari più vuoto ma senz'altro più televisivo.
A partire dall'orrendo "spezzatino" per cui una partita è venerdì sera, una o due sabato pomeriggio, una sabato sera e una domenica sera.
Che tempi che erano!
Quando l'Inter giocava in casa, pranzo alle 12 e poi via nel nebbione verso lo stadio.
Se c'era Inter-Juve o il derby neanche pranzo perchè nei '70 non c'erano i posti nominali e dovevi trovarti un buco, ergo partenza alle 11 da casa.
Ricordo che una volta ho chiesto ad un tizio baffuto se si spostava.
Avevo quindici anni e lui poteva essere mio padre, e però la sua risposta fu "Va via, merdina, che l'è mej, prima che me giren i ball" (suppongo non occorra traduzione).
Quando l'Inter era in trasferta, 90° e poi su Rai 2 verso le 19 la sintesi di un tempo di una partita.
Una.
Decisa prima.
Per cui magari c'era stato, che so, un 4 a 3 bellissimo tra Milan e Torino con tutti i gol in un tempo ma toccava vedersi Fiorentina-Catanzaro 0-0.
Il pallone Tele, che volava dovunque perchè era leggerissimo.
Quando c'erano due lire in più si passava al San Siro, sempre di gomma ma più pesante e che aveva un rimbalzo tipo basket.
E le Tepa, che se ben ricordo sono state le prime scarpe usa e getta.
Solo che non le gettava mai nessuno, e quindi dopo un po' puzzavano come dei cani morti.
Bastardissimo Blackswan, e bastardo la sua parte anche Euterpe che mi snocciola la MIA formazione, prima tessera e subito scudetto nel 79-80.
Lacrimuccia...
Se interessa e se li trovate, suggerisco la collana di cd uscita con la Gazzetta ormai diversi anni fa dal titolo "Campionato io ti amo".
Parte dal 79-79, anno della stella del Milan, e ci sono dentro anche pacchi di 90°.
Ogni tanto me li rivedo a casa il lunedì sera, dopo il calcetto, e per stare in tema mi faccio qualche sambuca che è anche lei parecchio old fashion.

Unknown ha detto...

Buongiorno Black,
Guardavo novantesimo minuto insieme a mio padre ... da piccolina, non tanto seguivo a dir la verità, ma poi negli anni ho imparato ad apprezzare sia il calcio che la trasmissione; una volta, (saranno anche i tempi un pò diversi), tutto mi sembrava più simpatico, magico e genuino ed era molto piacevole seguire i resoconti della domenica ... il tuo post, come sempre ben scritto, trasmette molto bene questo fondo di malinconia e nell'insieme di contraddittorietà dell'attuale situazione ... ma si sa che ormai le cose belle di una volta, per il volere di pochi tendono a sfumare sullo sfondo ...fino a diventare niente! Un saluto e a presto!

Massi ha detto...

Ma tagliare uno dei tanti programmi inutili che fanno in rai come quelli del primo pomeriggio nooooo?Rai maledetta.....Lei!!! Ho dei ricordi bellissimi di quelle domeniche pomeriggio passati insieme a mio padre e a mio fratello a guardare Valenti in Tv

lozirion ha detto...

Una trasmissione grandiosa, condotta da signori veri, gente forse di altri tempi ma che manca alla tv di oggi....

Per me la domenica da novembre fino a febbraio era sacra non per il calcio ma per lo sci, sveglia alle 6 di mattina, vestizione a strati, 2 ore di viaggio e poi tutto il giorno sulla neve, però verso le 3, massimo 3.30 tutti giù, si risaltava in macchina e mentre il motore si scaldava e si sistemavano tutte le cose nel baule si accendeva già la radio rigorosamente su tutto il calcio minuto per minuto, e quando le partite finivano eravamo quasi a casa, litigavo con mio padre per chi dovesse fare la doccia per primo perchè cominciava 90°....

Sembrerà assurdo ma ho in qualche modo associato la stanchezza di una giornata di sci a queste due trasmissioni, quando adesso vado in montagna e durante il ritorno non sento tutto il calcio minuto per minuto mi fa strano, come se arrivato a casa non mi butto sul divano a guardare 90°....

Speriamo che come dice Ezzelino qualcuno si batterà per mantenerlo.... Così com'era però, senza opinionisti, senza polemiche e senza cose di contorno...

Sigla, gol con commento, risultati, schedine, serie b e sigla finale, tutto qui....

lozirion ha detto...

....Dimenticavo, ricordo un aneddoto di 90° che credo renda l'idea di che persone d'atri tempi lo conducessero....

Io Valenti e la sua squadra non li ho vissuti, ma Valenti è morto quando io avevo 4, forse 5 anni, e la prima puntata di 90° dopo la sua morte è iniziata con Nando Martellini che gli ha reso omaggio e ha rivelato che Valenti era tifoso della fiorentina, ero piccolo ma me lo ricordo benissimo perchè poi mio padre mi ha spiegato che un giornalista doveva essere imparziale e non si doveva sapere per che squadra tifasse....

Gente d'altri tempi davvero....

lozirion ha detto...

....E il commento serale di Sandro Ciotti su radio rai? Con gli ascoltatori che chiamavano in trasmissione per fare domande....

Epico....

Blackswan, hai fatto danno, adesso i ricordi spnutano come funghi.... ^_^

Blackswan ha detto...

Amici miei, ringrazio tutti per i bellissimi commenti, di cui non mi sono perso una virgola.Se il tempo non mi fosse tiranno, risponderei a ciascuno di voi,come solitamente faccio, ma purtroppo sono di corsa e la serata,tanto per cambiare,la passerò su un campo di calcio.Mi ha stupito, ma nemmeno troppo,come i ricordi della nostra crescita abbiamo trovato,a prescindere dalle generazioni, un punto in comune in una trasmissione che,come scrivevo, era un appuntamento fisso per stare in famiglia,godersi il tepore della casa e del divano.Non solo calcio,ma un rituale di serenità.Grazie davvero a tutti:è stato un viaggio affascinante nei ricordi.Prima o poi ci riproverò con qualcosa d'altro.

PS : prendo la tirata d'orecchie dello zio.era Enrico Ameri e non Bruno.Un lapsus nato dalla fretta con cui cerco di sfruttare la pausa pranzo lavorativa per scrivere i post.

Ernest ha detto...

che bello, che ricordi. Si aspettavano le 18 per i gol, si vedevano tutti i pochi minuti, con Luigi Necco che diceva "Napoli chiama Milano non risponde!"
E poi dopo su rai2 alle 19.30 un tempo di una partita.
Quanto era bello il calcio in quel momento ragazzi.

Ezzelino da Romano ha detto...

Però dai, adesso bando agli eccessi di nostalgia.
Il calcio è bello anche adesso.
In un modo diverso, ma resta uno sport meraviglioso.
E ce n'è di più e si vede meglio, che è ciò che allora avremmo voluto.
Quello che realmente manca è l'incanto dell'infanzia o dell'adolescenza.
Che però non scompare, ma resta dentro di noi e contribuisce a fare di noi le persone che oggi siamo.
E dato che molta strada c'è ancora da fare, la ricetta è semplice.
Radici profonde e orizzonti vasti, e via che si va!

Blackswan ha detto...

@ Ernest : in quel momento il calcio era una meraviglia...

@ Ezzelino : verissimo.Io amo il calcio alla follia ed è chiaro che non smetto di seguirlo.Però,l'overdose mi ha tolto quei brividi che prima trasformavano una partita in un evento.E giuro,ci sono momenti in cui penso anche di non guardarmi l'Inter per fare altro che mi dia più emozioni.Fortunatamente,calcando ancora i campi,riesco a vedere questo sport per quello che è,e non per quello che ci viene venduto dalla tv.

Granduca di Moletania ha detto...

@ Erzellino
Non sono d'accordo sul fatto che il calcio di oggi sia bello. A me personalmente non piace più.
Poco tempo fa ho avuto occasione di rivedere Inghilterra-Italia degli anni '70 (quella del gol di Capello a Wembley).
Un altro mondo.
Erano dei signori; non una protesta, non una simulazione, tanta corsa e tanto calcio giocato. E tanto Gianni Rivera.
Oggi è meglio il gioco del pallone col bracciale.

Fulvia ha detto...

Che bel post!!!
Proprio l'altro giorno ricordavo Paolo Valenti, il suo simatico di porsi di fronte alle telecamere entrando nelle case della gente con il sorriso. La sigla era invece per me un magone...annunciava il week end che finiva e la scuola l'indomani!!!