martedì 17 gennaio 2012

THE BEACH BOYS - SMILE SESSIONS


Nel mondo onnivoro del music businnes, che tutto mastica e rimastica alla velocità della luce senza un minimo di spirito critico, si rischia di dare come scontate alcune presunte verità dogmatiche, finendo così per incappare in equivoci clamorosi. I Beach Boys, ad esempio, resi celeberrimi da alcune canzoni di straripante impatto melodico ( vi ricorderete immediatamente della loro cover di "Barbara Ann", o di quel tormentone senza tempo che porta il nome di "Surfin' Usa"  ), finiscono normalmente per essere archiviati, sic et simpliciter, come una band  di bubble-gum music, come cioè dei veri e propri maestri nel confezionare orecchiabilissimi singoli trita-classifica, che oggi si ascoltano con nostalgico trasporto per ricordare i bei tempi andati in cui la vita sembrava tutta surf, spiagge di sabbia fina, belle ragazze e feste al chiaro di luna. Una definizione, questa, solo parzialmente vera, e quindi approssimativa, fuorviante e grandemente inesatta. Perchè, che ci crediate o no, se ci si tiene  lontani da consumati luoghi comuni, si scoprirà che i Beach Boys sono stati, al pari dei Beatles, il gruppo più importante, innovativo e seminale della storia del rock ( vi ricorda qualcosa il punk tutto bollicine dei Ramones ? ). Anzi, la rivalità tra Beatles e Beach Boys ( molto più di quella leggendaria  fra Beatles e Rolling Stones ) fu davvero una singolar tenzone senza esclusione di colpi, combattuta a distanza fra i due geni straripanti di Brian Wilson e John Lennon. Nel maggio del 1966, Wilson, stimolato e "indispettito" dall' uscita di "Rubber Soul ", accetta l'implicita sfida e compone quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere il più grande disco rock di tutti i tempi , dando così alle stampe " Pet Sounds ". Risultato raggiunto agevolmente ( "Pet Sounds" è davvero il suono nuovo ), ma solo per pochi mesi, perchè i Beatles ad agosto rilanciano con " Revolver ", il primo di una serie inarrivabile di capolavori. Uno a uno, e palla al centro. Lennon e McCartney, al top del loro trip creativo,  iniziano allora a scrivere le canzoni di " Sgt. Pepper " ( che uscirà nel 1967 ed è tutt'oggi considerato il disco più importante della storia ) , mentre Wilson, di rimando, inizia a comporre  quella che lui stesso definisce " una sinfonia adolescenziale diretta da Dio ", un'opera tanto ambiziosa, che negli intenti dovrebbe rivoluzionare in modo definitivo le coordinate musicali del secolo. I Beach Boys si mettono a lavorare alacremente al disco tra l'aprile del 1966 e il maggio del 1967. La leggenda narra di ottanta interminabili sessioni di registrazione ( per registrare i tre minuti di " Good Vibrations " ci vollero 70 ore di lavoro e l'utilizzo di tre studi diversi ), di veri e propri deliri da ipercreatività visionaria (  il pianoforte suonato in una cassa piena di sabbia, la musica composta sul fondo di una piscina vuota, takes ripetute all'infinito aumentando sempre più le dosi di LSD ) e del febbricitante quanto maniacale perfezionismo di Wilson, che compromise definitivamente  i rapporti già traballanti con gli altri componenti del gruppo. Il disco, leggendario ancor prima di uscire, si sarebbe dovuto chiamare " Smile " e l'artwork per la copertina venne affidato a un giovane illustratore, Frank Holmes, appena uscito dalla scuola d'arte. Ma quando tutto sembrava pronto per la pubblicazione, il buon Brian uscì completamente di testa. Paranoia ( obbligava i musicisti a indossare elmetti da pompieri perchè temeva che la musica di Smile potesse essere causa di incendi- sic ! ), depressione, una sorta di regressione allo stato infantile, i contrasti sempre più duri con Mike Love e l'abuso di LSD indussero il cantante, prima a cercare di dar fuoco ai nastri delle registrazioni, poi ad abbandonare definitivamente il progetto, che quindi ( salvo qualche singola canzone ) non vide mai la luce. Almeno fino al 2004, quando Wilson, rielaborando le vecchie partiture, presentò, prima in tour, e poi su cd, la scaletta originaria di Smile. Il disco, che si aggiudico tre nomination ai Grammy Awards  ed ebbe un notevolissimo successo di critica e pubblico, non contribuì tuttavia a placare la curiosità intorno a quello che qualcuno ha sapientemente definito il Santo Graal del rock. La riedizione del 2004, infatti, per quanto fedele, resta comunque un'opera clonata, una filiazione che, seppur attendibile, suona più come un'artificiosa operazione filologica che non come il rinvenimento di un tesoro sepolto troppo a lungo sotto l'impolverata coltre del tempo. E' per questo che il box set di cui si sta scrivendo rappresenta un vero e proprio documento storico, la matrice originale di quasi mezzo secolo di mito e la prova provata dell'esistenza di un disco che, se avesse potuto vedere la luce allora, avrebbe definitivamente cambiato il corso degli eventi. " The Smile Sessions " è un cofanetto contenente diverse versioni dell'album ricostruite per mezzo delle registrazioni originali dell'epoca, insieme a molti provini e brani scartati. Un'opera indispensabile e preziosa non solo per fans accaniti del gruppo americano, ma soprattutto per coloro che amano così tanto la musica da voler fantasticare, come se fosse possibile aprire la porta di una dimensione parallela, quali sviluppi avrebbe potuto avere la storia del rock se un album del genere fosse stato pubblicato nel 1967. Un lavoro così complesso, ricco, visionario e avanguardistico, che riascoltato ora, mette in seria difficoltà anche le capacità di critica di chi, come noi, si può avvantaggiare di ben 44 anni di postuma obiettività. In queste canzoni troverete tutto e il contrario di tutto: connubi tanto azzardati da apparire ( anche oggi ) addirittura bizzarri, intuizioni melodiche dall'imprimatur divino e futuristiche declinazioni in salsa psichedelica di quasi ogni genere musicale ricompreso nello scibile umano. Un ascolto che può essere leggero con lo sbatter d'ali di una farfalla o impegnativo come lo studio approfondito di mezzo secolo di storia. Personalmente, dopo aver assimilato per sette anni la versione del 2004, ora, che sono immerso in queste versioni originali, mi pare di aver perso il bandolo della matassa.Ogni ascolto infatti è totalizzante, ma mai definitivo; ogni ascolto è un viaggio fra dimensioni spazio temporali non correlate e quindi destabilizzanti. Per raccapezzarmi, son costretto a tornare sempre lì, a " Good Vibrations ", l'unica certezza che ho. 70 ore di registrazione per tre minuti di musica che mi fanno pensare al volo psichedelico di un gruppo d'angeli in gita fuori porta, alla ricerca di visioni lisergiche da raccontare col sorriso sulle labbra una volta tornati in cielo. E' il mio biglietto d'ingresso per quel paradiso chiamato Smile e me lo tengo stretto.
 
VOTO : 10
 
 
Blackswan, martedì 17/01/2012
 

13 commenti:

Blackswan ha detto...

Per Massi : non si riesce a mettere più commenti sul tuo blog.Il sistema dice che sono limitati ai membri del team.Help!

Elle ha detto...

Good Vibrations era nella mia prima compilation in musicassetta (quella con Louie Louie), che non mi aveva registrato nessuno, ma era NUOVA! Comprata forse in una bancarella, non saprei dire altro.
Però! l'album ha rischiato grosso, poteva non venire mai alla luce se avessero bruciato i nastri!!

lozirion ha detto...

Heila bro!

I Beach Boys secondo me sono tra i più sottovalutati della storia, non dalla critica o dagli appassionati ovviamente, ma da tutta quella gente che è convinta abbiano solo fatto canzoncine ballabili e tormentoni estivi, quando invece, sempre secondo me, sono più che fondamentali per moltissima musica dai '60 a oggi....

Detto questo la raccolta è veramente ottima, sottoscrivo il voto! 10 pieno! ^_^

Massi ha detto...

@Blackswan:Dovrei aver posto rimedio al problema dei commenti, cmq la storia di Smile mi ricorda quella di Lifehouse degli Who,cioè il disco che sarebbe dovuto nascere al posto di Who's Next.Su questo cofanetto che dire:l'ho ascoltato e ti confesso che mi sono perso anch'io

Alligatore ha detto...

Musicalmente grandi, veramente grandi.
p.s. hai risolto i problemi, ora quando vengo nel tuo blog il mio pc non si impalla più.

Blackswan ha detto...

@ Elle : il rischio lo si è corso.Mi sa che quella prima compilation era davvero da sballo.

@ Lozirion : verità ineccepebile,Bro :)

@ Massi : passerò presto di nuovo,allora.Anche io mi perdo,ma poi è sempre un piacere ritrovarmi :)

@ Alli : non ho ancora fatto nulla.Mi metto all'opera fra un pò quando arriva l'esperto.Forse era un problema di Blogger.Vedre.
Grandissimi, oserei dire :)

Nella Crosiglia ha detto...

Giudico , nel mio piccolo, questo pezzo fatto da BLACKSWAN, semplicemente eccezionale. Punto primo per la perfetta conoscenza dei Beach Boys( storicamente parlando), gruppo che veramente tutti conosciamo, ma alquanto superficialmente. Punto secondo per averci fatto capire, quanta imoportanza avevano per l'America ed il mondo musicale questi ragazzi del surf. Punto terzo, moltissime rock-star hanno preso qualche cosa da loro , anche se non sembra . Punto quarto per averci riproposta quella visionaria "Good Vibrations", capace di farci catapultare in qualche cosa di impalpabile e di fantastico! Molto bravo!!!

Adriano Maini ha detto...

Superba, "vibrante" rievocazione! Sono qui che faccio andare a manetta la canzone dei Beach Boys ...

Massi ha detto...

@Blackswan:Beh come ti perdi ti perdi bene

Alligatore ha detto...

Forse erano i troppi video caricati insieme? ... mi si bloccava il pc, tanto da dover spegnere e riaccendere, ora tutto ok.

Blackswan ha detto...

@ Nella : sempre troppo gentile nei miei confronti.Ho cercato solo di dare spazio a un'operache ha pochi eguali nella storia del nostro amato rock :)

@ Adriano : grazie mille! Good Vibration è una di quelle canzoni che non mi stanco mai di ascoltare...mi fa letteralmente levitare.

@ Massi :e ti assicuro che quando mi perdo ho sempre il mio bel ritorno ( i giochi di parole si sprecano :) )

@ Alli : credo di si.Adesso comunque il mio genio del pc è appena andato via e mi ha rimesso tutto in bolla!

Anonimo ha detto...

Un capolavoro assoluto. Folle, allucinato, geniale. Il vero capolavoro di Brian Wilson, a mio parere di gran lunga superiore al tanto osannato Pet Sounds, che a me è sempre suonato vecchio e pomposo e per nulla sperimentale. Qui invece si è catapultati su una giostra psichedelica totalmente fuori controllo, trovate melodiche imprevedibili e geniali, dissonanze, cambi di ritmo improvvisi...Eh si, avrebbe davvero cambiato la storia del Rock..Complimenti per il blog. Stefano

Blackswan ha detto...

Grazie per la visita e per il commento,Stefano.
Io trovo un gran disco anche Pet Sounds, ma Smile,te ne do atto, se avesse visto le stampe nel 1967 avrebbe davvero modificato il corso degli eventi.
Ciao,alla prossima :)