giovedì 2 febbraio 2012

REQUIEM CON GRANELLO DI SABBIA

Oggi, il mondo della cultura piange la polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la Letteratura nel 1996, e probabilmente la più grande poetessa del Novecento. Non ho gli strumenti per poterne parlare da critico, né le basi per affrontare la complessità di una poesia così originale, decisiva, libera da ogni vincolo formale. Desidero però ricordarla brevemente, con la tristezza di un appassionato che ha perso un’amica cara, una confidente.
Ho sempre pensato che la poesia abbia strettamente a che fare con la musica: i versi sono come note, spiegano una melodia, che va sentita prima col cuore, e solo successivamente interpretata con la ragione. Se Wislawa avesse imbracciato una chitarra elettrica invece della penna, sono sicuro che sarebbe stata una grande rocker, ci scommetterei la testa. Usava parole semplici, dirette, e iniziava le sue poesie raccontando di piccole cose ( granelli di sabbia, amici ), quelle che conosciamo tutti, per poi porsi ( porci ) interrogativi che valgono una vita intera. Aveva ritmo, Wislawa, ed era graffiante, perdio se lo era: le sue liriche, libere da ogni costrizione metrica, avevano sempre una svolta improvvisa, un punto esatto in cui acceleravano, come se partissero per un ispiratissimo assolo dopo un bel riff preparatorio.La Szymborska sapeva rivoltarti la coscienza come un calzino, perché possedeva l’arte dissacratoria del parodosso, dell’ironia amara, della battuta icastica con cui  svelava una gioia immensa o ti inchiodava a una lancinante fitta di dolore. Ho voluto bene a tante straordinarie poetesse, dalla nostra Alda Merini alla sovietica Anna Achmatova fino all’immensa Sylvia Plath, disperata oltre ogni limite. Sono state, e sono, nutrimento per la mia anima fragile, mi hanno aiutato a crescere, mi hanno aperto gli orizzonti. Eppure,nonostante tutti questi rapporti appassionati, l’amore vero era solo per lei, solo per Wislawa. Credo dipendesse dal fatto che riuscisse a strapazzarmi per bene, che mi sballottasse di qui e di là, fra lacrime, palpiti di malinconia, estatiche visoni e la catarsi di un inevitabile sorriso. So peraltro che queste mie parole le darebbero fastidio, perché lei era schiva all’inverosimile e mal sopportava le dichiarazioni d’affetto. Scrisse anche una memorabile poesia a proposito di quei legami generati dall’amore, che proprio non le andavano giù : “ Devo molto a quelli che non amo, il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro,…mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l’amore non può darlo né riesce a toglierlo “ ( da “ Ringraziamento “ ). Tuttavia, oggi posso correre il rischio di dichiararle la mia devozione, perché lei non c’è più, e se proprio mi va male, verrà questa notte a tirarmi i piedi nel letto e dall’alto dei cieli mi inibirà perpetuamente alla scrittura. Paradossale, come amava lei, e così sia.

Scrivere Un Curriculum

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Blackswan, giovedì, 02/02/2012

11 commenti:

francesca ha detto...

L'ho sempre definita la "poetessa dell'ironia" ed è così che mi piace ricordarla.
Francesca

Elle ha detto...

La poesia sul curriculum è bellissima e attuale, così come la frase (il verso??) sui legami dati dall'amore, le condivido entrambe (la poesia e la frase/verso). E naturalmente io Wislawa non l'avevo mai sentita nominare, ma siccome sono una schiappa intellettuale non me ne stupisco affatto... semmai me ne dispiaccio. E ringrazio te per averla ricordata (nel mio caso: per avermela presentata).

Zio Scriba ha detto...

Splendida per mille motivi, a cominciare dalla freschezza e semplicità delle sue poesie, semplicità che mi ha convinto, poco più di due mesi or sono, a regalarne la raccolta completa alla mia nipotina per il suo tredicesimo compleanno.
Peccato solo che quella raccolta non possa più accogliere nuovi versi, ma il mondo le sarà già grato per i tanti che ha saputo donarci.

Massimo ha detto...

Grande sensibilità, ironia e profondita.
Non la conoscevo nemmeno io, nonostante sopratutto in gioventù mi cimentassi a scrivere qualcosa...
Approfondirò...come sempre grazie per gli spunti che dai.

Martux

Granduca di Moletania ha detto...

Nemmeno io la conoscevo, ma quello che mi hai fatto capire, era certamente una persona speciale.
Caro Black, hai fatto bene (e hai avuto molto coraggio) a scrivere un post su di lei; molti complimenti a lei e a te.

Un abbraccio.

Ezzelino da Romano ha detto...

Un testo delicatissimo, di quell'ironia leggera ma niente affatto vuota che è quasi esclusiva delle donne.
In effetti siamo spesso chiamati a "riassumerci" per sommi capi con effetti a volte grotteschi, sebbene sia probabilmente inevitabile.
Un testo e un'autrice che non conoscevo come non conosco quasi nulla di poesia perchè sono un asino senza speranza.
In questo senso, almeno.
Quindi grazie a Blackswan, che ha corde sensibili come una Gibson Les Paul.
E un affettuoso pensiero ad un mio vecchio amico che si presentò al suo primo colloquio di lavoro, tanti anni fa, e si sentì chiedere il curriculum.
Rispose: "Ma che cazzo dite? Se cercate gente al primo impiego, e io vi ho confermato per telefono che non ho mai lavorato, è chiaro che il curriculum non ce l'ho, imbecilli!"
Ed è uscito sbattendo la porta.
Un grande.

mr.Hyde ha detto...

La poesia che ci fai leggere la dice lunga sul suo pensiero anticonformista ed attento alle piccole cose essenziali della vita..
E' questo etichettare, confezionare ed inscatolare che rovina la vita..
Ottima scelta e post di classe!.

Rory ha detto...

Non la conosco e mi sto sentendo ignorante, ma se è riuscita a far scrivere certe cose a un uomo doveva essere molto profonda. La poesia che hai messo è bella e graffiante. :-)
Ora faccio un giro in rete per saperne di più.
Grazie. :-)

Blackswan ha detto...

Ringrazio tutti per aver contribuito al rcordo della mia poetessa preferita.
Rory : benvenuta e grazie per le belle parole.Sono sicuro che se avrai modo di leggere altre sue poesie, finirai per innamorartene :)

Lady Left ha detto...

Grazie per aver condiviso questa poesia con noi. Io (da brava ignorantella) l'avevo solo sentita nominare, ma mai conosciuta, mi hai fornito un ottimo motivo per approfondire, grazie di nuovo!

Blackswan ha detto...

Grazie a te,Lady.Chi approfondisce non è mai ignorantello.E chissà quante cose tu sai più di me.
A presto.