giovedì 22 marzo 2012

RICCARDO BERTONCELLI - 1965-1966 LA NASCITA DEL NUOVO ROCK

Riccardo Bertoncelli, nonostante ciò che ne diceva Guccini nella sua Avvelenata ( e del parere dell'arrogante parolaio catto-comunista francamente me ne infischio), non spara cazzate, ma scrive di musica divinamente. Molto meglio di tanti altri presunti soloni che hanno al proprio arco solo il dardo dello snobismo e della presunzione. Se avrete voglia di avventurarvi nella lettura di questo saggio, tanto emozionante quanto esaustivo, su un'epoca musicale decisiva per il rock che verrà dopo , capirete cosa intendo. Il percorso musicale intrapreso da Bertoncelli ci conduce per mano attraverso l'oceano, portandoci dalla swinging London, esuberante e modaiola, in cui i Beatles iniziano a seminare il sovvertimento dei canoni beat, alla San Francisco in odore di acidi e psichedelia dei Jefferson Airplane, attraverso le visioni protopunk della New York di Warhol e dei Velvet, fin dentro i garage di provincia dove nasce un suono grezzo e alternativo. 1965-1966 La Nascita Del Nuovo Rock non è solo un libro ricco di aneddoti e di affascinanti spiegazioni tecniche sulla genesi di alcuni dischi imprescindibili, ma soprattutto un palpitante tuffo nella Storia e nella Leggenda, che risulterà un ottimo approfondimento per coloro che la materia la masticano già da tempo, e uno splendido inzio per tutti quei neofiti intenzionati ad accostarsi al meraviglioso mondo del rock. In queste pagine c'è il meglio di quei meravigliosi anni in cui si cambiò il corso degli eventi: i prodromi della rivoluzione beatlesiana, la nascita del sound Rolling Stones, Dylan che abiura il folk a Newport e inanella in due anni tre capolavori inarrivabili ( Bringing It All Back Home, Highway 61 Reviseted, Blonde On Blonde ), la creatività folle e avant-rock del primo Zappa, l'hard beat inglese dei Kinks e la forza propulsiva e rumorosa degli Who, i Byrds che trasfigurano il folk colorandolo di fremiti elettrici, le visioni al neon dei Velvet Undergound, il jazz di Coltrane, tutta "ferocia velocità precisione invenzione". 
Il libro è inoltre corredato da un introduzione cronologica molto dettagliata, da una discografia essenziale di 20 dischi che hanno cambiato la storia ( John Mayall, Buffalo Springfield, Joan Baez, James Brown, Donovan, etc ) e da un agile ma approfondito excursus di Cesare Rizzi sulla musica beat in Italia.
1965-1966 è solo il primo di una serie di opere in cui Bertoncelli ripercorrerà per noi la storia di quei fermenti creativi che diedero vita a vere e proprie opere d'arte in note. Il prossimo volume, come si legge nell'ultima pagina, ripartirà infatti da Hendrix e dalla sua Hey Joe per un nuovo viaggio di affabulanti storie musicali. A buon intenditor...
Blackswan, giovedì 22/03/2012

21 commenti:

Morgana74 ha detto...

Lo sto leggendo :-) L'ho comprato qualche giorno fa.

Minerva ha detto...

Oddio, Blackswan adorato, scusami ma dissento (e non amo Guccini, quindi non è per ragion sua che mi schiero contro Bertoncelli). Lessi un suo libro sui Pink Floyd in prima superiore, e fu un impatto agghiacciante: non parlò mai della musica, né dei testi, né della loro ricerca bensì ESCLUSIVAMENTE di quanto si facessero, con quali sostenze, in quali occasioni e delle groupies che si portarono a letto. Il tutto condito da continui giudizi di valore, pettegolezzi (neanche aneddoti!), ironia fuori luogo e in generale tutto ciò che un critico - ma in generale un qualsiasi ricercatore - serio non farebbe MAI. E non era un libro sul folklore della cosa, era proprio una biografia dei pink Floyd. Quindi sai com'è dice tutto dell'autore... Fu una lettura squallida a dire poco, veramente squallida. Scrivere di musica, come di cinema, come di letteratura, come d'arte ecc. - è proprio tutt'altra cosa. Il buffone - con i suoi contatti e appoggi - avrà nel frattempo trovato qualche bravo e talentuoso giovine da schiavizzare e far scrivere al posto suo, ma quando la penna era la sua era PATETICO a dire poco. E mi dispiace, ma ho la competenza per giudicare forse non la musica in sé (e poi ancora, ché una delle 4/5 specializzazioni antropologiche che ho è in etnomusicologia, quindi qualcosa ne so) ma di certo il modo in cui si fa analisi critica e si restituiscono a un pubblico i risultati della propria indagine. E non si fa come faceva lui. Magari tra 20 anni scopriremo che questo libro bello di qui tu fai la recensione non è suo. Niente di più probabile.

Nella Crosiglia ha detto...

Ciao mio Capitano...., ho letto svariate cose di Riccardo Bertoncelli come per esempio" Se una notte d'inverno un musicista..." " Belin? Sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De Andrè" , qualche altro... e l'ultimo" Paesaggi immaginari, 30 anni di Rock" e mi dispiace non essere d'accordo con qualche followers , ma a me è sempre piaciuto e mi ha anche divertito. Per fortuna , non si possono sempre avere le stesse idee, altrimenti che monotonia.... Ma la cosa più divertente è stata la tua presentazione su Guccini, che non mancherò di far leggere ad una cara amica che lo odia con tutte le sue forze , così ci sarà ancora più divertimento nelle nostre discussioni musicali....Grazie per questa chicca , mio grande Blood Brother...Abbraccio megagalattico!!!

m4ry ha detto...

Ciao Nick...purtroppo stasera non sono in grado di esprimere opinioni, perchè di Bertoncelli non ho mai letto nulla, e in realtà, lo conosco solo come quel tale citato da Guccini che "spara cazzate"..però, posso tranquillamente affermare, che come al solito, sei riuscito a stuzzicare la mia curiosità...e poi sai che di te mi fido..quindi, forse è arrivata l'ora che io legga qualcosa di Bertoncelli, o no?? Buona serata...

Elle ha detto...

Nooo ma se è solo il primo di una serie, come farò!! Temo anche per i venti album citati, insomma.. mi potrebbe venire voglia di comprarli? (tanto sono sicura che non li ho - ho solo Highway 61, ma quello magari non è nemmeno fra i venti)
Saggio segnato, perché l'argomento mi affascina, come anche i "viaggi nel tempo", alla scoperta di mondi di cui non so nulla - e spero di riconoscere almeno qualche nome ;)
Grazie :)

Massi ha detto...

Non ho letto granchè di Bertoncelli ma quel poco mi è piaciuto abbastanza, anche se preferisco di più lo stile di Guglielmi(e non perchè è molto vicino al mondo Litfiba)

lozirion ha detto...

Ecco, Bertoncelli per me è un'incognita assoluta, leggo qualcosa che mi piace e puntualmente poi leggo qualcos'altro che invece mi fa l'effetto contrario.... Non so, quando parla di musica sicuramente scrive cose ottime, però ho l'impressione che parta già "prevenuto" se mi passi il termine, di chi gli va a genio parla della musica, delle scelte fatte, delle sperimentazioni, mentre di chi non gli va a genio sposta l'argomento su un milione di altri aspetti e non parlando di musica, che è quel che gli riesce meglio, finisce per risultarmi un po' ostico....

In ogni caso un libro come questo non me lo posso perdere.... Grazie della dritta! ^_^

Roberto ha detto...

Grazie, lo leggerò! Poi ti dirò cosa ne penso :)

Slowhand78 ha detto...

Bertoncelli mi piace, ma anche no. Nel senso che mi piace leggerlo ed ascoltarlo ( era uno dei miei preferiti in "Satisfaction" sulla vecchia raisat-extra) ma in lui non sento trasudare la passione che trovo, ad esempio, nel compianto Ernesto de Pascale.
Molti aneddoti, tanta didattica ma poca passione, questo è quello che trasmette... a me, ovviamente :)

Anonimo ha detto...

Interessante.....lo devo leggere...ciao

Euterpe ha detto...

Anch'io non sempre sono d'accordo con quanto dice/scrive, ma quanto meno ci sono concetti su cui confrontarsi.
Il problema è quando hai gente come Fegiz che, sapendo poco o nulla, ti propone una verità preconfezionata priva di qualsiasi fondamento.

Viktor ha detto...

Non sono un gran conoscitore dello stile di Bertoncelli, ma ho sempre apprezzato i suoi interventi sui vari libri dedicati ai Doors che ho e le collane da lui dirette, come la Bizarre della Giunti, ma ancor di più quella dedicata alle traduzioni dei testi che uscivano tra gli anni '80 e '90 per l'Arcana. Proprio su quei libri è nato il mio amore per lo studio e la traduzione dei testi musicali, imprescindibile a tutto il mio approccio successivo alla musica in generale. Altro nome che ho sempre stimato è quello di Ezio Guaitamacchi, conoscete? Anche lui ha diretto delle collane molto interessanti, come Pensieri&Parole per Editori Riuniti.
Mi associo a Euterpe per ciò che dice di quel caprone ruba-stipendio di Fegiz la cui figura può star bene giusto in un programma della De Filippi e non oltre, vista la sua professionalità e conoscenza della materia.
Sarei interessato a conoscere il titolo del libro sui Pink che ha letto Minerva.
In ogni caso quest'opera di Bertoncelli l'ho vista in libreria e un po' m'ispirava, ma per ora ho lasciato perdere. Mi piacerebbe molto leggere altri pareri di lettori a riguardo, per avere un'idea più chiara del taglio e dello stile adottati. Quanti volumi sono previsti?

Ernest ha detto...

eh non ho mai letto niente di suo, lo farò, anche se ascolto Guccini.
Ma sei avessi previsto tutto questo...
un saluto

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