giovedì 16 agosto 2012

ANVIL – THE STORY OF ANVIL

Appassionato, emozionante, dolcemente malinconico. A leggere questa teoria di aggettivi ( manca solo struggente) verrebbe da pensare che sono impazzito e che stia per recensire un film d’amore. Invece, tanto per cambiare, il film di cui mi accingo a scrivere parla di musica e racconta la vera storia degli Anvil, metal band canadese in attività dal 1979, che a metà degli anni ’80 visse un breve, ma intenso, momento di gloria, per poi precipitare repentinamente nell’oblio. Come direbbero i giovani d’oggi, gli Anvil “spaccavano”, erano una vera e propria macchina da guerra: salivano sul palco a suonare e travolgevano il pubblico con un micidiale intruglio di anfetaminici riff, sesso, violenza e cialtronesche movenze glamour. Insomma, i ragazzi avevano tutte le carte in regola per diventare stelle di prima grandezza: l’apprezzamento della critica specializzata, la venerazione dei fans, la stima incondizionata di alcuni mostri sacri del metal quali Lemmy, Slash e i Metallica. E invece ? Invece, niente, nada, nothing. Gli Anvil rimasero un trafiletto nel grande libro della storia del rock e nonostante un paio di album di livello sorprendente ( cercatevi almeno Metal On Metal ) non vendettero che poche copie. Come si dice, un flop, un buco nell’acqua, una scoreggia di coniglio nell’immensità della notte desertica.



Il bel film di Sasha Gervasi ci racconta dunque ciò che poteva essere ma non fu, le aspirazioni, i tentativi e le tante delusioni di due uomini ultracinquantenni ( i membri originari della band, Robb e Lips ) che nonostante il tempo e l’oblio che li ha sommersi, non hanno mai smesso di crederci, di suonare la loro musica, di calcare le scene per sentirsi vivi. Anvil non è solo un film sulla musica, su questa bruciante passione in sette note che non ti molla mai, anche quando i capelli si fanno bianchi e gli acciacchi si fanno sentire. E’ piuttosto, e soprattutto, un film sull’amicizia e sui sogni. Robb e Lips hanno lavori dignitosi ma frustranti, famiglie da mantenere, parenti che osteggiano la loro creatività. Si imbarcano in tournè senza capo né coda ( prendendo, come tutti i cristiani, giorni di ferie dal lavoro ), vivono situazioni umilianti, suonano in veri e propri tuguri davanti a quattro gatti. Eppure non mollano mai, forti di un’amicizia solida come la roccia e convinti che prima o poi la fama, il successo commerciale e la realizzazione artistica arriveranno. Sono i sogni, bellezza, non puoi abbandonarli. Perché quando smetti di sognare, smetti anche di vivere. Retorica ? Per alcuni probabilmente lo è. Eppure, sono convinto, che se guarderete questo piccolo gioiello ( di cui non vi svelo ovviamente il finale ), troverete una motivazione in più per credere in voi stessi, qualunque cosa stiate facendo. Metteteci cuore e passione, e il vostro sogno si realizzerà. Parola di Anvil.


Blackswan, giovedì 16/08/2012

7 commenti:

Nella Crosiglia ha detto...

Come sempre gran bel post caro il mio Black.... Lo andrò a vedere senza dubbio, anche se la musica metallara non mi intriga più di tanto. Ma dove c'è passione, sudore e polvere , c'è amore e questo mi intriga moltissimo!Smack e grazie!

matteo ha detto...

Gran bel blog, Faber, Zappa, El Che, il Paz, PPP, che ne diresti di vedere il mio blog? Perché abbiamo gusti simili, mi pare mattax-mattax.blogspot.it
Ciao Matteo, Rimini.

matteo ha detto...

dimenticavo Antonio Ingroia, grande uomo!

Irriverent Escapade ha detto...

Io che sono quadrata e pragmatica resto sempre incantata di fronte a chi ha un qualunque talento artistico, dal giocoliere di strada all'amico che ha sempre la chitarra pronta... Ho imparato ad andare oltre ad ogni immagine quando vedo artisti esibirsi in piccoli e semideserti teatri di periferia o cantare in obrobriose trasmissioni di squallide tv locali. Penso che dietro quei look assurdi spesso (anche se non sempre) ci sia "il sacro fuoco" la voglia di fare arte e magari di vivere della stessa.
La mia fase metal se ne e' andata con i miei sedici anni ( giusto qualche decennio fa, ah ah) ma voglio proprio andare a vedere questo film. Ho un vaghissimo ricordo degli Anvil, andro' a risentirmi qualcosa di loro ma sono molto incuriosita dalla vicenda umana che hai molto ben introdotto. Vado.

m4ry ha detto...

Bel post...bella storia e sono certa bel film :) queste storie mi piacciono, in particolare se parlano di sogni. Sono la numero uno dei sognatori :)
La scoreggia di coniglio te la rubo...mi piace :)
Bacio :)

Adriano Maini ha detto...

Ma se scrivi sempre così bene, sempre meno mi deciderò ad ascoltare pezzi, come questi, che non conosco! :))

Lady Left ha detto...

Ecco, dopo "Rock of ages" e "Marley" mi mancava un film che parla di musica da mettere in loop in questo torrido agosto...grazie!