sabato 8 settembre 2012

MA QUALE ZAPPING ? C’E’ CAROSELLO !



Ci sono delle parole che sono così radicate nel linguaggio comune, che spesso vengono usate senza quasi riflettere sul loro intrinseco significato.  Una di queste, ad esempio, è Zapping, termine mutuato dalla lingua inglese, la cui introduzione nel nostro vocabolario è relativamente recente, essendo connaturata all’invenzione di quel malefico ( o benefico ) veicolo di lobotomizzazione globale che tutti chiamiamo telecomando. L’esercizio dello zapping, sport dai ritmi adrenalinici e praticato prevalentemente sul divano di casa, prevede, nella mano non occupata dall’attrezzo telecomando, l’uso di quello che normalmente viene chiamato “contrappeso”, e che comunemente prende la forma di una bottiglia di birra, ma che può, in alcuni casi, assumere anche le sembianze di un pacchetto di patatine, di un vasetto di cetrioli sotto aceto, di una vaschetta di gelato o di un barattolo di Nutella ( accessori, questi ultimi due, molto utilizzati da atleti di sesso femminile ). 






Lo scopo finale di questa attività agonistica è duplice. Da un lato, infatti, si ricerca affannosamente, saltando da un canale all’altro, un programma che rivesta per lo spettatore un qualche interesse. Il traguardo, considerato lo stato demenziale in cui versano le nostre televisioni, è praticamente irraggiungibile, e tuttavia, l’atleta compensa la frustrazione da insuccesso grazie allo smisurato senso di potere ( qualcosa di simile allo ius vitae ac necis di derivazione latina ) prodotto  dall’utilizzo del telecomando ( la pratica è auto assertiva perché ha come prius logico l’esercizio del ruolo di pater familias : chi detiene il possesso del telecomando è Dio, gli altri  invece non contano un cazzo ). Il secondo obiettivo dello zapping, poi, è quello ( salvifico ) di cambiare canale ogni volta che il programma che state guardando viene interrotto dalla pubblicità ( e di solito, per cinque minuti, continui a finire su canali, in cui, esattamente nello stesso momento, partono gli spot ). Infatti, e forse non tutti lo sanno, il termine to zap in inglese significa uccidere, o meglio, l’atto di uccidere un insetto colpendolo con lo spruzzo di un’insetticida ( così, per assimilazione, si uccide con il telecomando la pubblicità ). Ora, ditelo pure senza ritrosia e decenza: quanto vi stanno sul cazzo gli intemezzi pubblicitari ? Un fottio, immagino. Io, ad esempio, divento furibondo quando durante la scena chiave di un film o poco prima che la mia squadra del cuore sta per battere un calcio di rigore, mi vedo comparire il faccione da pirla di Gerri Scotti che pubblicizza un riso di merda, o vedo quello psicopatico di Ennio Doris che, novello Giotto, disegna cerchi nella sabbia. Insomma, è un po’ come quando sei a casa da solo, seduto sulla tazza del cesso, Gazzetta dello Sport in una mano, sigaretta nell’altra, e mentre stai per dare vita al momento più suggestivo e appagante della giornata, qualche stronzo ti suona al citofono o ti chiama al telefono. Mavaffanculo…






Eppure, i più giovani lettori di questa pagina trasecoleranno nel leggere ciò che mi appresto a scrivere ora , e cioè che ci fu un’epoca, nemmeno tanto lontana nel tempo, in cui quello della pubblicità era il momento clou di tutta la programmazione televisiva, il programma  che nessuno, dico nessuno, si sarebbe mai perso, per nessuna ragione al mondo. Erano gli anni di Carosello, dieci minuti di spot pubblicitari, in onda tutte le sere, cascasse il mondo, su Rai1 dalle ore 20.50 alle ore 21.00. Una trasmissione che, ve lo giuro, aveva talmente permeato il tessuto sociale della nazione, da aver inciso profondamente sulle abitutidini di vita  degli italiani. Tanto che, a proposito del fenomeno Carosello, si erano creati veri e propri tormentoni linguistici che noi quarantenni, allora bambini, ci sentivamo ripetere almeno dieci volte al giorno: “ Dopo Carosello, tutti a nanna! “ oppure, ogni volta che scassavi i coglioni ai tuoi genitori, “ Stasera vai a letto senza Carosello ! “. Senza Carosello ? Ma siamo impazziti ? Di fronte a una minaccia di questo tenore io ero capace di cose inaudite, anche  lavarmi le orecchie senza necessariamente farmi il bagno, o passarmi la pietra pomice sulle mani, non attaccare le caccole sotto il tavolo della cucina e addirittura mangiare senza fiatare un fottutissimo piatto di passato di verdura. Ricordo che una volta, io e mia sorella, ne combinammo una davvero grossa, una di quelle da far bestemmiare un prete in chiesa. Durante i lunghi pomeriggi invernali, in cui, dopo aver studiato cinque minuti netti, non avevamo una ceppa da fare, ci inventavamo per passare il tempo svariate attività ludiche, come inseguirci per casa, combattendo a colpi di sputi, o giocare a calcio in salotto, facendo la porta con i vasi di cristallo di mia madre. In un’occasione, credo fosse stata la voglia d’estate e di mare a ispirarci, ci arrampicammo sulla libreria a muro, da cui poi ci tuffammo ripetutamente, come da un trampolino, sul letto di camera mia, che fungeva da piscina privata.




La minchiata, ovviamente, finì in gloria : mia sorella non prese le adeguate misure e andò giù, secca come un sacco di spazzatura, contro la testiera in legno del letto, regalandosi due punti di sutura e uno spargimento di sangue degno del GrandGuignol. Oltre ad un’adeguata dose di saccagnate al sottoscritto ( mia madre menava con il mattarello, e non in senso figurato ), ci venne proibito di guardare Carosello per una settimana. La pena, che a ben vedere era proporzionata alla cazzata appena partorita, veniva però ritenuta da parte nostra inaccettabile, un pò come se ci avessero dato l’ergastolo per aver fottuto le monetine in chiesa ( attività nella quale peraltro eccellevo quasi ogni domenica mattina ). Imbastimmo così, su due piedi, uno sciopero della fame, che fu però ferocemente represso dalle forze dell’ordine a colpi di battitappeto e ceffoni sul coppino. Solo dopo tre giorni di astinenza da Carosello, e grazie a un sit-in in cucina con tanto di slogan e striscioni, vedemmo finalmente riconosciuti i nostri sacrosanti diritti. Capite quindi quanto fossero determinanti, soprattutto nella vita di un bambino, quei dieci minuti serali, che erano il fiore all’occhiello di una televisione in cui i cartoni animati venivano passati con il contagocce ( ricordate Scacciapensieri il sabato sera sulla Svizzera ? ) e che ancora non conosceva tv private, pay tv e minchiazzate assortite. 





Difficile comprendere davvero cosa fosse Carosello per chi ha vissuto solo nell’era della televisone berlusconiana, in cui lo spot, nella migliore delle ipotesi, consiste in trenta striminziti secondi di tette rifatte, scollature anarchiche, scosci vertiginosi, e ammiccanti, oltre che cafonissimi, slogan. Carosello, invece, pubblicizzava prodotti, ma lo faceva con il passo felpato di chi cammina cercando di non far troppo rumore: la pubblicità c’era, ma non si vedeva, e lo spot consisteva in uno sketch o un cartone animato, spesso completamente estranei al prodotto commerciale. Una trasmissione di qualità, dunque, alla cui realizzazione contribuirono, nel corso degli anni, registi del calibro di Ugo Gregoretti, Age e Scarpelli, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Pupi Avati e Sergio Leone. Mica pizza e fichi, insomma. In vent’anni di programmazione, gli episodi di Carosello furono esattamente 7261 e alcuni personaggi di quegli inarrivabili spot sono entrati a far parte prepotentemente nel bagaglio etico e culturale di più di una generazione di italiani, che ancora oggi rimpiangono la Rai di Freccia Nera e Belfagor, e sboccano ogni volta che in tv passa un reality o un merdosissimo “siessai”. Io, ad esempio,  sbiellavo per l’episodio con il Gigante Amico ( “ Gigaaante,  Pensaci Tuuu ! “) che pubblicizzava il Kinder Ferrero,  e tifavo come un ultras per il cattivo Jo Condor ( “ Macche ? C’ho scritto Jo Condor ???” ), così come trovavo inarrivabile la pubblicità dell’Amarena Fabbri, con il Capitano ( Salomone Pirata Pasticcione ) che parlava in piemontese e il mozzo siciliano che ogni tanto se ne usciva con uno strepitoso : “ Capitano, lo possiamo torturare ? “. Incredibile : sono passati quasi quarant’anni, ero un bambino di minchia, ma di questi sketch mi ricordo benissimo, mentre se ora mi chiedete di raccontarvi uno spot, mi verrebbero in mente, e a fatica, solo le tristissime lagne di Pubblicità Progresso.





 E che dire poi di Calimero, il dolcissimo pulcino creato da Nino Pagot e testimonial della Mira Lanza, che insegnò ai bambini della mia generazione la rettitudine, l’onestà e l’accetazione del diverso ? Ve lo ricordate Topo Gigio che pubblicizzava i Pavesini e le avventure di Carmencita e Caballero nello spot del Caffè Lavazza ? E la Linea disegnata da Osvaldo Cavandoli per le Pentole Lagostina,  Mimmo Craig  e l’Olio Sasso, che mi fecero innamorare del Peer Gynt di Grieg ( “ La pancia non c’è più, la pancia non c’è più ! “ ), Franco Cerri e L’Uomo In Ammollo ( Bio Presto ), Nicola Arigliano e il digestivo Antonetto ? Altro che nostalgia, vero ? Di più, molto di più. E quasi viene da commuoversi quando i ragazzini di oggi, che non sanno cosa sia la buona televisione, ritengono sia molto fico guardare telefilm da trivio, a cui noi non degniamo nemmeno uno sguardo in tralice, e si scompisciano vedendo in tv due imbecilli come Paolo Bonolis e Luca Laurenti che pubblicizzano una nota marca di caffè. Che vita grama! Fortunatamente, ci sono il telecomando e lo zapping, noto sport da divano,  che ci aiutano a mantenere un decoroso livello delle nostre, già parzialmente compromesse, funzioni intellettive. Ma un Carosello, ahimè, non ci sarà più. Il mondo ormai è questo : le cose belle spariscono e restano solo il profitto e l’indecente supremazia del brutto. Tanto, ormai, siamo in pochi a rendercene conto.



Blackswan, sabato 08/09/2012


24 commenti:

Unknown ha detto...

Lavorissimo!

Nella Crosiglia ha detto...

Non ho parole! Caro il mio Nick , sei sempre in palla, ma quando ti metti a parlare di ricordi , sei stratosferico...
Devo rileggerli molte volte , perchè perdo sempre qualcosa che valeva la pena di essere presa in considerazione , perchè le mie lacrime di buon riso sgorgano a piene mani!
Inimitabile!!!!!

mr.Hyde ha detto...

Bellissimo, da ritornare a vedere perchè è molto ricco..
Riguardando lo spot (ora si chiamano così) dell'Olio Sasso ho pensato: bianco e nero d'autore queste riprese in riva al mare.Subito dopo è seguito l'elenco di chi ci lavorava.
E comunque era un'altra logica, accattivante ma non rompicoglioni, frenetica e invadente!
Buona serata, anche senza carosello!

Irriverent Escapade ha detto...

Fra due giorni sono 46 e proprio oggi parlavo con un amico che io definisco anziano perche'ha 3giorni giusti piu' di me.Cercavamo.un po' di consolarci a vicenda rispetto agli anni che passano. E ci siamo proprio detti che noi siami .fortunati perche' ci ricordiamo di Carosello! E da li via verso la tv dei ragazzi della TSI e i quiz dell'immenso Febo Conti...
Che bella tv e poi era anche in bianco e nero ;-)

S. ha detto...

Bello ^_^ si si ricordo
Bravissimo Nick

Unknown ha detto...

Black, quelli non erano spot, era telefilm, uno più bello dell'altro.Anche dopo 'carosello' ci furono degli spot memorabili e
io ricorderò sempre il "wawabumba":lo aspettavo ogni sera, come una sorta di portafortuna, e ora non ricordo più neanche cosa reclamizzasse.
Gran post, un 'pezzo' da pubblicare.
Vedrò di segnalarlo.
Cristiana

Zio Scriba ha detto...

Impeccabile l'etichetta NOSTALGIA. Mi hai fatto tornare ai tempi in cui i canali erano tre: la Svizzera Italiana (che era il migliore!) e 2 reti rai (ma la suora al catechismo ci diceva di NON guardare il secondo, poiché, orrore degli orrori, era "LAICO")...
Che tenerezza Calimero, e che genialità la Linea di Cavandoli (che per gli italiani era solo "Lagostina", mentre per noi fortunati che vedevamo, appunto, la TSI c'era un episodio settimanale durante i cartoni di "Scacciapensieri", ogni sabato sera "dopo il prete" - sì, perché non era mica tanto laica neppure la Svizzera Italiana, prima dei cartoni c'era sempre un certo Don Isidoro Marcionetti che commentava "il vangelo di domani", e dal nome pareva un cartone pure lui...)

Ottimo pezzo, complimenti! :)

La firma cangiante ha detto...

Grandissimo post, io (che forse ho qualche annetto meno di te, 37 per esser precisi) non ho ricordi vividi di Carosello, però posso compensare con la raccolta in due DVD che mi hanno regalato i miei :)

Ezzelino da Romano ha detto...

Qualche spot bello c'è anche adesso, però nella massa dellle cagate li si perde un po'.
Certo, il livello creativo di quegli anni temo sia irripetibile.
Ma deve essersi trattato di anni veramente benedetti, perchè se ancora oggi in musica si parla dei '70, per il cinema si parla dei '70, e persino in pubblicità si parla dei 70', vuol dire che erano anni eccelsi e che quelli dopo sono stati ben scarsi.
E ci metto anche che noi eravamo bambini, o ragazzini, e tutto ci sembrava bello anche perchè eravamo freschi e pieni di entusiasmo.
La Linea di Osvaldo Cavandoli, ad ascoltarla bene, parlava una specie di milanese e mi faceva impazzire!!!
Bravo Black, ottimo post.

Ernest ha detto...

manca solo la cornice a questo post!

nina ha detto...

Complimentoni: un bellissimo post che nel mio caso ha toccato corde veramente sensibili, suscitando vividi ricordi: "Là nella pampa sconfinata dove le pistole dettano legge, il caballero misterioso cerca la bellissima donna che ha visto sul giornale. S'ode un grido nella pampa: Carmencita, abita qui?" ...oppure "Ave, so' Caio Gregorio, er guardiano der Pretorio... far la guardia nun me piace, c'ho du metri de torace..."
O il cavernicolo che ripeteva "Mi nun so, mi sun foresto, per me tutto va bene: quadrati, triangoli, le righe per terra. Tutto fa brodo..."
Potrei citarne decine di incipit caroselliani. Indimenticabili! ed era proprio un appuntamento per tutta la famiglia.
P.S.:
però, che piccole pesti!

Blackswan ha detto...

@ Evil Monkeys : Grazissimo ! :))

@ Nella : quando ci butto dentro i ricordi di gioventù viene tutto più semplice :)

@ Mr Hyde : hai proprio ragione. In fin dei conti il principio che informa la pubblicità resta comunque il profitto. Eppure, un tempo, si abbinavano al lucro anche arte, cultura, cinema,intelligenza.Un altro pianeta, insomma.

@ Irriverent Escapade : che figata ! siamo praticamente coetanei ! Ma tu un pò più vecchierella di me : esattamente due mesi :) Abbiamo un bel pò di ricordi da condividere,allora :) AUGURISSIMI !!!!

@ S. : Sono ricordi bellissimi ! Quanto mi piacerebbe ancora oggi vedere Carosello e poi andare a nanna :)

@ Cris : è proprio vero : erano telefilm. Con il passare del tempo ho guardato sempre meno la televisione e di riflesso la pubblicità.

@ Zio : e io mi ricordo anche Capodistria, che al pari della Svizzera Italiana dave, preti a parte, le soddisfazioni migliori :)

@ Firma : ho saputo anche io che esiste quella rcaccolta in dvd ! La vogliooooooooooo !!!! :))

@ Ezzelino : il fatto che fossimo bambini effettivamente faceva la differenza, ma anche perchè chi faceva pubblicità ( e televisione in generale ) sapeva bene stuzzicare la nostra fantasia. Io ho ricordoni pazzeschi legati a Belfagor e a La freccia nera.

@ Ernest : grazie ! Più tardi ce la metto :))

@ Nina : Sono stato un bambino pestifero.In compenso sono peggiorato con gli anni :) Hai un repertorio di Carosello pressochè completo : dovresti scrivere il seguito a questo post.Io qualcosa temo di essermela lasciata indietro :)

Irriverent Escapade ha detto...

@Black. Ti diro' di piu': potremmo anche avere delle conoscenze in comune

Blackswan ha detto...

@ Irriverent Escapade : quale sfortunato conosci che ha la sfiga di frequentarmi ? :)

Irriverent Escapade ha detto...

@Black. Non so se ti frequenta ma so che frequenta l`Ora Blu...per questo ho pensato che tu possa conoscerla

Irriverent Escapade ha detto...

Sulla sfiga....beh anch'io ho amici interisti ;-)

Blackswan ha detto...

@ Irriverent : è pensare che io pensavo al tifo nerazzurro come mio unico motivo di vanto :)

Irriverent Escapade ha detto...

Ah ah ah non voglio pensare al resto allora ;-)

Blackswan ha detto...

@ Irriverent : per farti capire, basta rileggere come ho scritto alla cazzo il commento precedente.Con la stanchezza, viene fuori il mio peggio, anche sotto forma di un italiano approssimativo :)

Irriverent Escapade ha detto...

@Black dai non buttarti giu'. Chi bazzica da queste parti non si formalizza quando il contenuto e' interessante....a proposito quando hai un minuto, rispondi alla domanda che ti ho fatto in calce al libro di Marinelli....

Blackswan ha detto...

@ Irriverent ; vado a vedere e rispondo :)

qualcosascrivo ha detto...

Cavolo... Peccato che io sia della generazione dipendente della Tv spazzatura! :)

Adriano Maini ha detto...

Sono a te grato per la ricostruzione di Carosello, mitica insuperabile pagina della televisione che fu. Che non vidi agli inizi, perché in casa non era ancora arrivato l'apparecchio. Solo dopo il volo di Gagarin nello spazio. E mi persi allora ad esempio Dario Fo, come ha documentato un revival RAi di qualche anno fa'. Mi persi anche gli ultimi anni di quella "trasmissione", perché al terzo quarto anni '60 mi sentivo già "grandino" e poi lo fui ... davvero...
Complimenti per la precisa e coinvolgente ricostruzione!

Fulvia ha detto...

Grazie per aver condiviso questi ricordi. All'epoca c'era più professionalità e meno business, si puntava alla qualità.