sabato 6 ottobre 2012

HIGHWAY TO HELL – AC/DC



Non sono indie, non sono alt, non sono free, non sono post, sono semplicemente gli AC/DC, un gruppo che da quarant’anni suona, con genuina coerenza, un hard rock figlio devoto di papà blues e mamma sudore. Non potete inserirli nel curriculum del perfetto musicologo perché non danno punti e non vi rendono più belli agli occhi altrui : sono troppo mainstream, troppo monolitici, troppo ripetitivi, troppo pane e salame. D’altra parte, è noto quel che si dice di loro : sono secoli che suonano sempre lo stesso disco.Sarà anche vero, ma per quanto mi riguarda, ci sono giorni in cui a me piacciono solo gli AC/DC e ascoltarli mi procura quella piacevolissima sensazione di famigliarità che si prova quando ritorni a casa da un lungo viaggio. Vero è che ultimamente i riff di Angus Young, a dispetto di una notorietà che non smette di scemare, sembrano aver perso un po’ di lucentezza, e che quel disco che suona ininterrottamente da trentasei anni mostra ormai segni di stanchezza e senescenza. Ma ci fu un tempo in cui il quintetto australiano infiammava i cuori dei rocker di tutto il mondo con album che definire esplosivi è dir poco. Quando nel 1979 esce Highway To Hell, gli AC/DC vengono proiettati  in cima a tutte le classifiche del globo grazie ad un pugno di canzoni arroventate e selvagge : Walk All Over You, Shot Down In Flames, Girl Got Rhythm, If You Want Blood. Ma è soprattutto la title track a destare scalpore e a infiammare gli animi di quei baciapile che vedono nella musica rock un potentissimo strumento del diavolo per plasmare l’anima dei giovani. C’è un verso nel testo Highway To Hell (Hey, Satana, ho pagato i miei debiti Suono in un gruppo rock ), che letto in combinato disposto con la faccia strafottente di Angus Young ( che nella copertina del disco indossa un bel paio di corna ) vale agli AC/DC una bella accusa di satanismo. Loro smentiscono ovviamente, ma la voce circola con insistenza e va ad alimentare la leggenda del gruppo, che di lì a breve perderà il cantante, Bon Scott, ucciso dai suoi stavizi alcolici. C’è qualcosa di vero nell’accusa di satanismo ? Assolutamente no. Fu lo stesso Angus a spiegare che l’idea per la canzone nacque durante un’intervista,quando al giornalista che gli chiedeva com’era la vita durante i tour, il chitarrista rispose : “ E’ come trovarsi in una fottuta autostrada per l’inferno “. Ma anche questa è una mezza verità. Highway To Hell nasce in realtà da un’intuizione di Bon Scott che, negli anni dell’adolescenza, viveva in Australia e andava a fare bisboccia al Raffles Hotel, un pub di Fremantle, città dove risiedeva. Per arrivare al pub, occorreva percorrere un’ autostrada a 4 corsie ( la Perth-Fremantle ) che, nelle immediate prospicenze del locale, prendeva una forte pendenza, aumentando inevitabilmente la velocità dei veicoli che transitavano. Quella discesa era un invito a pigiare il piede sull’acceleratore, un invito a inebriarsi di adrenalina, un invito a sfidare il fato, un invito a giocare con la morte. E siccome ogni tanto il morto ci scappava davvero, ecco che la Perth-Fremantle fu chiamata la Highway To Hell. Forse, ma questa è una mia riflessione, quell’autostrada che portava verso il pub in cui Bon Scott amava bere fino a ubriacarsi ( e che poi diede il titolo alla canzone ), altro non era che un presagio di ciò che sarebbe successo l’anno dopo, quando il cantante degli AC/DC, fu trovato morto in seguito a una notte ad altissima gradazione alcolica. Quel che è certo è che dopo l’uscita del brano, la rete autostradale del Rock fu finalmente completata : la Starway To Heaven degli Zep portava verso l’alto, in Paradiso, la Highway To Hell degli AC/DC, invece, giù, dritto all’inferno.



Blackswan, sabato 06/10/2012

17 commenti:

Unknown ha detto...

Scoprire nuove voci, o gruppi scandinavi del 1985 per me è sempre intrigante.
Poi però è bello anche tornare a casa...da quel classico che hai già ascoltato 1000 volte ma non importa, perchè è terapeutico. Mica che uno non beve più una birra media (di quelle belle, a caduta, con tre dita di schiuma...) perchè l'ha già assaggiata una volta, no? Per questo album vale lo stesso discorso.
Grazie x avermi fatto scoprire di nuovo l'importanza del classico!

Elle ha detto...

Ognuno ha i suoi ritorni a casa musicali, io non avrei considerato gli AC/DC in questo senso, perché non li conosco! Ok, forse una canzone sì, ma non questa.. un attimo.. mi sembra vagamente famigliare nel ritornello (si può dire "ritornello" per questo genere di canzoni?) :D

Bartolo Federico ha detto...

sono semplicemente grandi.

Granduca di Moletania ha detto...

Non ho bei ricordi legati agli AC/DC (tentativo di accoltellamento da parte di un branco di metallari tedeschi fuori di testa per loro).
Quando mi capita di ascoltarli, istintivamente mi giro di scatto per vedere che alle mie spalle ci fosse un energumeno biondo, nazista, con baffi, casco da motociclista, giubbotto di jeans senza maniche sopra giubbotto in pelle (?) e armato di machete.
Amico mio, ti sarai mica agghindato così oggi, per ascoltarli?
Un grande abbraccio.

Irriverent Escapade ha detto...

Hey Satan
payin' my dues
sweatin' on a tapis roulant.....

Scusa se dissacro, Black, ma l'amore che ho per gli AC/DC di questo album mi permette di scherzarci su (anche perche' con i Grateful Dead mi aiutano a "pagare" anni e anni di peccati ;-)
Scherzi a parte, senza nulla togliere agli Zep....cento volte Highway to Hell

Anonimo ha detto...

Gli AC/DC sono la rozzezza condita di polvere e genuinità, innaffiata da sudore a fiumi e buttata giù lungo l'esofago nel modo più sguaiato e dunque soddisfacente possibile.

Bastano questo "Highway to Hell" ed il successivo, immenso, "Back in Black" per racchiudere tutta la goduria purissima che codesti soggetti hanno regalato a milioni di persone in estasi durante questi ormai oltre 30 anni.

Per gli snob o gli ostentatori della musica da ragionieri senza passione autentica non c'è speranza, non potranno mai godere di questa botta di vita targata AC/DC, MAI.

ElenaSole ha detto...

il mio sentire AC/DC è legato alla necessità di ri-sollevarmi. Mi sento giù e risalgo, carica per quelle giornate uggiose che stanno per arrivare. Chissenefrega del satanismo, ci spiegassero poi qual è la vera via del buonismo...

Galadriel ha detto...

Non sono di mio gusto questi gruppi metallari, ma mi piace sempre leggerti. Non dimenticherò mai la tua recensione su Michel Petrucciani! L'avrò riletta mille volte e altrettante le ho fatte leggere ai miei amici. L'emozione che provo a leggere quel post, riesco ad evocarla al ricordo delle tue parole. Mi piace questa espressione "E’ come trovarsi in una fottuta autostrada per l’inferno"
mi sembra una metafora della vita..l'autostrada in pendenza che ti invita ad ubriacarti per affrontare l'atto finale......Satanico!!:)))))))
Un caro abbraccio Black.

Massi ha detto...

C'è chi ha trovato segni di satanismo anche nel loro nome,ma a ste stronzate non c'ho mai creduto. A me del gruppo è sempre piaciuta la potenza ritmica,ci puoi costruire un palazzo su quella

Nella Crosiglia ha detto...

Mi piace tanto il "pane con il salame"...quindi di conseguenza.....

Blackswan ha detto...

Ragazzi, avevo risposto a tutti ma blogspot è andato in crash e si è pappato tutto.se riesco domani mattina ci riprovo.Sorry.

La firma cangiante ha detto...

Grande energia, trent'anni fa come adesso. Proprio oggi ho scartato il vinile di High Voltage, fantastico.

Una chicca (forse già la conoscete). Sull'artwork del disco c'è stampata questa lettera (autentica?) indirizzata a Bon Scott da una presunta ragazzina, incorniciata da fiori e cuori:

Dear Bon,
my dad says that under your leather trousers there lunks something mean and terrible. I am sure it's only a heart of gold. My dad also says if he ever sees you face to face he will erase your tattoos... by pulling off your arms. But don't worry, he's the Major of our town so he won't do anything that will lose him votes.
Love.
Helen.

Holyriver ha detto...

Un gruppo al altissima energia allo stato puro, grezzo, senza fronzoli.
E' bello ogni tanto ricacciarsi in queste certezze.
Buona domenica.
A presto.

bradipo ha detto...

io con gli AC/DC ho passato gran parte della mia adolescenza, questo è stato il secondo loro disco che ho conosciuto, dopo Back in black e poi li ho presi tutti....anche l'ultimo che mi ha fatto respirare di nuovo la loro anima. Hanno fatto dischi tutti uguali? e chissenefrega magari ne facessero per un paio di altri secoli...

Margherita Devalle e Marta Stone ha detto...

visti a udine, che spettacolo e ancora che grinta!

El_Gae ha detto...

Da chitarrista da quattro soldi confermo che non c'è nulla di meglio di un valvolaare saturato ed un riff degli AcDc. Da suonare rigorosamente in gruppo (che non è musica per farsi le pippe da soli). Alla fine del pezzo è come stare in uno spogliatoio di calcio dopo una vittoria.

Ernest ha detto...

mamma mia quando la ascolto sembro Angus che corre per il palco!!!