martedì 23 ottobre 2012

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL BUON GUSTO



Ricevo dalla nostra free - lance, Cleopatra, e integralmente pubblico:
 
L'idea di scrivere questo post mi è venuta dopo la visione della puntata di un talk show andato in onda,di recente,su La7. 
L'argomento trattato era il caso di Giovanni Favia ( il consigliere regionale dell'Emilia Romagna che,durante un fuori onda,ha denunciato la mancanza di democrazia all'interno del Movimento 5 Stelle ). Fra gli ospiti intervenuti si è distinto tal prof. Paolo Becchi,ordinario della facoltà di Filosofia del diritto all'Università di Genova. Ebbene,a proposito del partito di Grillo,Becchi dice testualmente : " Il Movimento 5 Stelle deve rimanere,per usare una metafora,puro e vergine come una bella donna...E' l'unico modo che ha per fare capire che è diverso dagli altri : non darla a nessuno ".Nell'indifferenza generale si è levata la protesta,peraltro inascoltata,da parte dell'unica presenza femminile ( l'on. del Pd, Alessandra Moretti ) per la frase infelice. A parte un certo cattivo gusto che ormai caratterizza i nostri tempi,rimango più che altro perplessa di fronte al " sessismo " come forma e strumento di comunicazione che prescinde dal livello culturale di appartenenza. Non ne comprendo appieno il senso se non quello ( forse ) di rendere un messaggio più incisivo possibile ai più. Eppure,nonostante da vent'anni circa a questa parte si assista ad una libertà di linguaggio sempre più marcata ed evidente,trovo disarmante l'assuefazione da parte dei mass media nei confronti di certe locuzioni. Ad esempio," rifarsi una verginità " in politica è un'espressione preferita ad una meno ficcante metafora che evoca il concetto di voglia di rinnovamento o di purezza. Ma è nella pubblicità che il sessismo fa la parte del leone. Allusioni, provocazioni e un certo modo svilente di rappresentare la donna si intrecciano." Fìdati...te la dò gratis...la montatura ! " , recita lo slogan di un'azienda di occhiali .




E ancora. " Una BMW di seconda mano è come una bella donna. Tu sai che non sei il primo,ma comunque provi piacere ".Messaggi che fanno pensare alla donna come se dovesse sempre e comunque concedersi. Non c'è dubbio che la polemica contro una pubblicità che riduce la donna ad oggetto del desiderio,a volte,assuma toni un po' troppo esasperati. E' vero anche che nonostante la società contemporanea tenti di proporre lo stereotipo di una donna indipendente ed emancipata,l'immagine che affiora è quella di una figura,talvolta,sminuita. Allora mi chiedo : il ricorso a certe espressioni linguistiche è correlato al modo in cui il corpo femminile viene presentato? O forse perchè il corpo,tout court,non è mai stato tanto al centro dell'attenzione come in questo ultimo ventennio di " dittatura dell'apparenza " ? Oppure si tratta,più banalmente,di una rivitalizzata libertà di linguaggio o di post liberazione sessuale ? Quale che sia la risposta a questi interrogativi,non possiamo nasconderci dietro l'alibi di un'arretratezza culturale dilagante. La comunicazione può essere uno strumento di asservimento ma anche di lotta per riprendere il controllo di noi stessi e delle nostre azioni e per riconquistare quel rispetto che sembra ormai avere abdicato in favore di un sottosviluppo culturale.   

Cleopatra, martedì 23/10/2012

12 commenti:

Nella Crosiglia ha detto...

Degrado in tutti sensi.....

Melinda Santilli ha detto...

ormai si sparla e straparla a sproposito, non c'è più rispetto del linguaggio: questo è il risultato di una cultura in degrado.
Bel blog!

Galadriel ha detto...

Ma va bene anche alla maggioranza delle donne! E sopratutto a quelle che vengono pagate per quelle pubblicità! E per quelle che aspirono a farla la pubblicità! Mha!

Blackswan ha detto...

La donna come veicolo di consumo : uno schifo inarrivabile.Forse si dovrebbe partire da qui per combattere questa assurda assimilazione donna-proprietà che sta mietendo centinaia di vittime.

Minerva ha detto...

Hai individuato il problema: c'è un gravissimo ritardo culturale nel nostro paese in merito alla figura della donna, al rispetto che le si deve (come lo si deve pure all'uomo), un maschilismo e machismo ancora imperanti e il tutto avallato, sostenuto e ulteriormente promosso dai media, dalla pubblicità e dalla politica. E qualsiasi protesta viene tacciata d'isteria!

Unknown ha detto...

Concordo con Black. Ormai il livello è scandaloso. Occorre però che la rivoluzione culturale parta da "noi" mamme di maschi. Dobbiamo educarli all'amore per le donne. Ma purtroppo temo che la strada sia ancora lunga...

Ezzelino da Romano ha detto...

Condivido ovviamente la disapprovazione per i fatti descritti.
E condivido moltissimo il commento di Beatrix Kiddo, perchè il rispetto per la donna (e per il prossimo in generale) o te lo insegnano mamma e papà, o se no poi è dura recuperarlo come elemento sociale o politico.
Però, però, le donne, o almeno alcune donne, ma non pochissime donne, ci stanno mettendo del loro.
Nessuno ha costretto la Minetti con una pistola alla tempia a fare quello che fa.
Quanto ha contribuito la Minetti, e quelle come lei, ad enfatizzare il concetto di donna come cosa da possedere?
Secondo me, molto.
Berlusconi è il portatore non sano di una modalità di rapporto con le donne che a mio avviso è orrenda.
Un fetido cocktali di pseudogalanterie, ironie di quart'ordine sulle donne non belle e spunti sguaiati da inveterato puttaniere.
Buona parte del suo elettorato è composto da donne.
Dunque?

Ernest ha detto...

il fondo lo stiamo già scavando

Anonimo ha detto...

Innanzitutto,Vi ringrazio per l'attenzione che avete riservato al mio post.
Non c'è dubbio che il contesto familiare e culturale svolga un ruolo importante e che i genitori possano fare molto per insegnare ai figli il rispetto verso la donna.Ma spetta anche a noi donne imparare a valorizzarci non come corpi a disposizione dell'uomo ma come esseri pensanti e indipendenti.Quanto alla Minetti,fortunatamente,rappresenta solo una"certa"categoria femminile:le donne,quelle vere, sono altre.
Cleopatra.

Blackswan ha detto...

Argomento arduo.E' anche molto difficile commentare su due piedi il tuo commento, cara Cleo. Di certo c'è che la Minetti rappresenta uno stereotipo, maschio o femmina che sia, dal quale stare molto lontano.Le vere donne sono altre.

Ezzelino da Romano ha detto...

Anche se, quando ha sfilato con i costumi Parah, a me sembrava piuttosto vera...

nina ha detto...

Secondo me non è un ritardo, quello registrato dal post, rispetto ad un modo di comunicare corretto e rispettoso. Si tratta di una regressione, un impoverimento, un imbarbarimento di questi nostri anni.
E' triste dover ribadire concetti che decenni fa credevamo affermati per sempre. In realtà c'è da registrare che il "per sempre" non esiste!