martedì 25 dicembre 2012

FAIRYTALE OF NEW YORK – THE POGUES




Quando arriva Natale, quasi inevitabilmente, si allenta la morsa critica della nostra coscienza. Per qualche giorno, viviamo obnubilati, come fossimo ingranaggi di un meccanismo costruito ad arte per distoglierci dalla realtà. Succede a tutti, grandi e piccini : i bimbi vivono l’incanto e la magia, noi adulti ci facciamo letteralmente trascinare dalla frenesia dell’opulenza. Non c’è un Natale che si distingua dall’altro: sono lì, dietro di noi, che ci scrutano, cronologicamente in fila, impacchettati e luccicanti come cloni di una serenità artefatta. Alberi maestosi e sgargianti addobbi, confezioni extralusso di negozi alla moda e centri commerciali, tavole imbandite, manicaretti esotici, brindisi e pance piene, buoni propositi e una parola buona per tutti. Facciamo gli auguri ai nostri cari e agli amici di sempre, e sappiamo con certezza che a questo gioco delle parti non possiamo,nè vogliamo sottrarci, nonostante sia chiaro quanto sia fittizia una felicità che il giorno dopo dovrà fare i conti con la bilancia e le cifre sempre più risicate del conto in banca. Là fuori però c’è anche un Natale diverso, a cui guardiamo con commossa ipocrisia e che per un attimo, un attimo solo, rischia di farci andare di traverso il ripieno del cappone. E’ il Natale dei pensionati che campano con cinquecento euro al mese e che sono costretti a frugare negli scarti, appena le bancarelle del mercato se ne vanno; è il Natale dei giovani, un tempo, ai miei tempi, carini e disoccupati, e oggi solo disoccupati e senza una prospettiva ; è il Natale di chi, in ogni angolo di questo paese, combatte tutti i giorni per conquistarsi un briciolo di dignità e uno stipendio; è il Natale degli sfollati, dei perseguitati, degli emarginati, di quanti si alzano la mattina e non sono preoccupati per il traffico o il ritardo, ma per le bombe che gli piovono in testa. 
Immagino che ora stiate pensando che queste mie parole siano il solito pistolotto retorico di chi vuol darsi un tono, cercando di risvegliare le coscienze. Vi sbagliate. Quello che voglio dirvi, invece, è di godervela finchè potete, di bere e di mangiare fino a farvi scoppiare la pancia, di anestetizzarvi col tepore del focolare domestico. Fino a quando ce n’è, è meglio una gioia artefatta che un concretissimo dolore. 
Tuttavia, prima di immergermi nei festeggiamenti e perdere la cognizione del tempo, cosa che avverrà probabilmente al terzo o quarto brindisi, vorrei spendere due parole sulla più bella canzone natalizia, Fairytale Of New York. L’hanno scritta i Pogues nel 1987 e la potete trovare nel loro capolavoro intitolato If I Should Fall From Grace With God. Shane MacGowan, poeta maledetto sempre in bilico fra santità e dannazione, ci racconta il Natale degli ultimi, dei diseredati, di chi cerca nella bottiglia la propria ragione di sopravvivenza. Protagonista della canzone è la prigione, o meglio la drunk tank, la cella dove gli alcolisti arrestati vengono tenuti a smaltire la sbornia. Mentre fuori le luci della città accompagnano il canto dei ragazzi del New York Police Department, dentro c’è la realtà agonizzante di chi cerca di restare a galla nonostante tutto. Solo nel finale la disperazione si scioglie in una flebile speranza, quando Shane McGowan e Kirsty McColl si abbracciano in una danza lenta e mestissima, a ricordarci che l’amore è l’unica via di salvezza.O forse no.




Blackswan, martedì 25/12/2012

11 commenti:

S. ha detto...

condivido Nick :)
sei stato come sempre chiaro e sincero...ti apprezzo molto.
grazie per questi quasi due anni, con mie interruzioni, di tante perle musicali ma sopratutto della tua grande umanità e sincerità.
un sincero abbraccio

Elle ha detto...

Questa canzone è bellissima, e se non si capiscono le parole, non sembra la canzone dei diseredati, io infatti sento solo la musica che è allegra e speranzosa, si può ballare. Anche da ubriachi, certo. L'anno scorso era la traccia fantasma della mia compilation di natale, c'era solo nel cd che avevo fatto per me, mentre nella versione ufficiale non l'avevo messa. Perché è vero, è la più bella canzone natalizia, perciò in quella compilation trash avrebbe stonato, forse. O forse no. Quest'anno sono stata meno egoista, e l'ho messa nella compilation ufficiale. E rinnovo il mio grazie a te per avermela fatta conoscere :)
Buone feste Black, anche tu sei una persona speciale e sono felice di conoscerti :)

Unknown ha detto...

Un brindisi anche in tuo onore, finché ce ne, di onore e di alcool,aspettando tempi migliori.

Badit ha detto...

Si,sarà l'aria natalizia che volente o nolente si fa sentire.E prima di ritornare imbronciato e cupo ( non è vero ),grazie per la scossa alla mia pigrizia/torpore in fatto di conoscenza di nuova musica ( vado sempre più indietro ,come i gamberi,sto arrivando alle prime percussioni dell'uomo delle caverne).
Ciao :)

MrJamesFord ha detto...

Grande Swan e grandi Pogues!
Auguri!

Arte e design ha detto...

Adoro i Pogues e questa canzone in particolare.
Da chi quest'anno ha deciso di emulare Scooge, e si gode un Natale senza opulenza, un augurio speciale... :))

Silvano Bottaro ha detto...

Un Sincero Augurio :)

Ernest ha detto...

Un abbraccio buone feste!!!

m4ry ha detto...

Ma sai che blogger non mi segnala gli aggiornamenti del tuo blog ? Mistero della fede ( per chi ce l'ha ! ).
Devo provare a "ribloggarti".
Leggendo questo post, stavo pensando che ogni anno che passa, il mio "sentire" il Natale si ridimensiona sempre più. Non mi sento più felice come un tempo, anzi, mi prende una strana malinconia, una malinconia fastidiosa che in genere si trascina fino al capodanno. Questo è il momento dell'anno in cui mi ritrovo quasi sempre a far bilanci, e a ripercorrere un po' tutto quello che è accaduto e anche quello che purtroppo non è accaduto. E nulla..mi sento piatta. E chissà perché, mi ritrovo a fare sistematicamente il contrario di ciò che "convenzionalmente" quasi tutti fanno, per esempio mangio e bevo pochissimo..mi ritrovo quasi inappetente, e mi rinchiudo in casa, perché non mi va di incontrare nessuno. Detesto i pranzi e le cene in famiglia allargata e l'unico momento che riesco a godermi un po' è la cena della vigilia. La verità è che non riesco proprio a dimenticarmi, anche per poco,di tutto ciò che mi accade attorno..e allora, via con la cioccolata..che è l'unico alimento di cui ho sempre voglia. Ognuno ha le sue dipendenze.
Questa canzone è bellissima..e la sento proprio, forse perché sono tra quei pochi incurabili romantici che continuano a credere che l'amore sia l'unica via di salvezza..

Adriano Maini ha detto...

Una volta di più mi ritrovo d'accordo con te!

Pupottina ha detto...

i miei AUGURI in super ritardo
scusa, ma sono stata presa da parenti e amici, incontri, pranzi e cene e anche regali ... non tutti graditi, ma qualcuno si salva ...
un abbraccio