venerdì 1 febbraio 2013

BUDDY GUY - LIVE AT LEGENDS

Viaggiare, conoscere posti nuovi, incontrare gente, sono tutte attività fondamentali, riguardano il nostro patrimonio culturale, ci fanno crescere come essere umani, ci migliorano. Eppure, spesso è bello tornare ai luoghi che conosciamo, ai profumi e ai sapori di sempre, agli affetti più cari.La sensazione di ritorno a casa lenisce le ferite dell'anima, talvolta ci procura un piacere vero, come sfiorare con le dita la felicità. No, non sono impazzito. Questo lungo preambolo mi è servito a spiegare meglio qual è il motivo che mi spinge ancora a comprare (e a consigliare l'acquisto di) un cd di Buddy Guy e di altri vecchi fratelli blues. Il fatto è che dopo tanto peregrinare nelle vaste lande musicali del pianeta alla scoperta di nuovi suoni, ho bisogno di ristorarmi con le cose che amo di più. Live At Legends non è infatti un disco da ascoltare perchè ci cambia la vita o ci consente di scoprire chissà quali alchimie musicali. Lo mettiamo sul piatto semplicemente perchè ci fa divertire e ci da piacere. E' un disco, insomma, che si acquista per goduria, sapendo esattamente, nota per nota, solco dopo solco, quello che succederà. Un ritorno al passato, dunque, a emozioni lontane e antiche che ci fanno sentire bene, in armonia con le nostre orecchie. Nessuna sorpresa, ovviamente, e nemmeno vorremmo ce ne fossero. D'altra parte, Buddy Guy ha ormai settantasei primavere, è in pista dal 1965 e suona sempre lo stesso maledetto e sudatissimo electric blues. E va benissimo così. La scaletta infatti è di prim'ordine : otto brani, tratti da due performance tenutesi il 29 e il 30 gennaio del 2010 al Legends di Chicago (il pub di cui Guy è proprietario), alcuni provenienti dal repertorio del chitarrista (un'indemoniata Damn Right I Got The Blues) e alcuni classici che più classici non si può. Che dire infatti di bombe come Mannish Boy di Muddy Waters, I Just Want To Make Love To You di Willie Dixon, Boom Boom di John Lee Hooker, Strange Brew e Sunshine Of Your Love dei Cream e una funkeggiante Voodo Chile dell'immancabile Hendrix ? Tutto il bene possibile, ovviamente. Se poi a suonarle è uno dei più grandi chitarristi di sempre il godimento è raddoppiato. Oltre alla parte live, però, il cd contiene anche tre canzoni inedite incise dal chitarrista ai Blackbird Studios di Nashville nel marzo del 2010. Un motivo in più, questo, per far venire l'acquolina in bocca a tutti i fans di colui che, insieme a Muddy Waters e B.B. King, è considerato il padre del Chicago Blues. 
 
VOTO : 7
 
 
 
 
Blackswan, venerdì 01/02/2013

6 commenti:

Good Vibration ha detto...

Uno dei miei bluesman preferiti. Voce fantastica e chitarra suonata con grande stile.

Good Vibration ha detto...

Uno dei miei bluesman preferiti. Voce fantastica e chitarra suonata con grande stile.

Haldeyde ha detto...

Anche per un non-amante del blues come me, un pezzo come questo può far veinre voglia di cambiare idea.

Badit ha detto...

" Seguirti " rischia di rovinare le mie già precarie condizioni economiche...:)))

Blackswan ha detto...

@ Good Vibration : concordo ! Grandissimo!

@ Haldeyde : Mi fa piacere. Anche se sono convinto che ascoltare i dischi giusti ti possa trasformare in un amante del genere.:)

@ Badit : Nopn ti rovinare, mi raccomando. Al massimo ti mando io una chiavetta con tutta la musica che vuoi :)

Irriverent Escapade ha detto...

@Black....come quella che io.sto ancora aspettandoooo?!??

ah ah ah ah
XXX