martedì 14 maggio 2013

COUNTING CROWS - ECHOES OF THE OUTLAW ROADSHOW


A non conoscere la caratura artistica dei Counting Crows e a essere un pò maliziosi, si potrebbe anche pensare che la band capitanata da Adam Duritz sia al raschio del barile. Dal 2002, cioè dai tempi di Hard Candy, i Corvi  hanno rilasciato un solo disco di canzoni originali (Saturday Nights & Sunday Mornings del 2008, peraltro composto di materiale datato). Per il resto, è stato un susseguirsi di album live (New Amsterdam e August And Everything After : Live At Town Hall ), di best of (Films About Ghosts) e da ultimo di una raccolta, ancorchè prestigiosa, di cover di brani altrui (Underwater Sunshine). Oggi, i Counting Crows tornano sulle scene e, un pò a sorpresa, lo fanno con l'ennesimo disco live, composto di canzoni registrate durante il loro tour americano del 2012. Verrebbe quindi da storcere il naso e soprassedere dall'acquisto di un disco che probabilmente, appare quasi scontato, nulla aggiunge a quanto già di buono conosciamo della band americana. Eppure, chi ha sempre seguito i Counting Crows, sa benissimo che la dimensione live è quella in cui il gruppo si esprime al meglio e soprattutto sa, dopo aver ascoltato l'ultimo lavoro in studio uscito lo scorso anno, che ci troviamo di fronte a una band che vive il suo stato di grazia, a prescindere da una certa carenza creativa. Per questo, nonostante tutti i legittimi dubbi della vigilia, Echoes Of The Outlaw Roadshow si rivela invece un gran bel disco, suonato al meglio da sette musicisti, perfettamente a loro agio nel gestire l'alternanza fra suono elettrico e acustico, e nel dosare in parti eguali cuore e tecnica. Anche la scaletta è ben studiata ed evita con cura i luoghi comuni del greatest hits live. Round Here c'è e non potrebbe essere altrimenti : non è solo la magnifica canzone che tutti conosciamo, ma è soprattutto una sorta di condivisa catarsi musicale, un rituale imprescindibile che lega i Counting Crows ai propri fans fin dalla notte dei tempi. A renderla magica, non è solo la strabiliante melodia, ma il modo sempre diverso con cui Duritz la propone, cambiando gli accenti al cantato, dilatandone i tempi, intridendola di soul oppure, come nel caso specifico, sporcandola di rock. L'unica altra canzone tratta da August and Everything After è Rain King, mentre il resto della scaletta pesca da tutti gli altri album più o meno in egual misura. Citazione a parte merita la cover di Girl From The North Country di Bob Dylan con cui il disco ha inizio e che Duritz reinterpreta con rara e ispirata commozione. Da brividi.
VOTO : 7

Blackswan, martedì 14/05/2013

5 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Non li conoscevo, ma li trovo bravini in questa che mi sembra una cover.

The Mist ha detto...

Non conoscevo, ma il cantante è davvero bravo. Penso che vederli live debba essere un grande spettacolo. Sembrano molto coinvolgenti :)

Euterpe ha detto...

Il mio gruppo preferito degli anni 90.
Un'istituzione per quanto mi riguarda.
Pensa che quest'estate saranno in tour con i Wallflowers ma purtroppo solo in America.

Offhegoes ha detto...

Sono affezionatissimo ai Counting Crows dal 94 (August and everything after) anno in cui con l'amico Blackswan li ascoltammo in heavy heavy rotation :) .... Ritengo Duritz un grande interprete. Nonostante gli scivoloni successivi sono sempre rimasto loro affezionato (Compando anche CD pessimi)
E' verissimo che live e' la sua/loro miglior dimensione.Appena metto viadue cents lo compro ;)

Blackswan ha detto...

@ Adriano : azzeccato, è una cover. e sono davvero bravini.

@ Mist : Adam Duritz ha una voce particolarissima, molto sofferta.Io li ho visti dal vivo solo una volta, nel 1994,quando ancora erano sconosciuti e poi li ho sempre seguiti con affetto.

@ Euterpe : io in vacanza vado a Pinarella di Cervia :) anche per me sono un gruppo fondamentale.

@ Offhegoes :se vai a questo indirizzo, risparmi anche i due cents :)

http://cloudzer.net/file/6ry2zbki