mercoledì 4 settembre 2013

THE WILD FEATHERS - THE WILD FEATHERS

 


Da tempo ormai ho l'impressione che il rock proveniente dagli States contenga un tasso di sincerità superiore a quello suonato e prodotto dall'altra parte dell'Oceano. E questo anche nel caso di un gruppo come i Wild Feathers, la cui musica fortemente derivativa pesca a mani basse in un passato antico e recente, citando a più non posso. Basta leggere la descrizione sul loro profilo Facebook per capire di cosa sto parlando : " Loro suonano come se i Led Zeppelin e The Band avessero avuto un figlio che fosse cresciuto ascoltando Ryan Adams coverizzare le canzoni anni '70 degli Stones influenzate dalla musica country ". Un notevole zibaldone, insomma, a cui io aggiungerei anche echi provenienti da Tom Petty, Allman Brothers, Creedence Clearwater Revival, oltre a discrete spruzzatine soul e blues. Il tutto, peraltro, servito in una confezione che riesce a essere deliziosamente radiofonica senza mai scadere in banalità mainstream. Insomma, quello che ascolterete in questo disco d'esordio della band proveniente da Nashville sono dodici canzoni di american music dal nobile pedigree, che riesce a essere al contempo anche frizzante e moderna. D'altra parte, i Wild Feathers sanno suonare e si sente che di ciò sono fortemente consapevoli; si immergono nell'esecuzione dei pezzi sbrigliando l'energia di una jam session senza però sbrodolare note a casaccio; e sanno abbinare melodie orecchiabilissime (American, The Ceiling) a prove di forza da veri rocker, chitarra elettrica incandescente e piglio hard. Sia che accelerino il passo (Backwoods Company, Hard Wind) o che si misurino con la ballata (Tall Boots, If You Don't Love Me), sia che sfiorino territori R & B (I’m Alive) o che si immergano in atmosfere più marcatamente country (Left My Woman), i Wild Feathers riescono a essere convincenti fin dal primo ascolto. Merito di quell'entusiasmo un pò sfacciato di chi si approccia alla musica che ascoltava papà con l'incoscienza della giovinezza e tanta, tanta voglia di divertirsi. Probabilmente, esordio dell'anno.

VOTO : 7,5





Blackswan, mercoledì 04/09/2013

4 commenti:

Arte e design ha detto...

Me gusta!!! :))
Grazie di cercare e scovare per noi...

Blackswan ha detto...

@ Gioia : non mi costa tanta fatica, visto che ascolto di tutto. Ma quelli buoni li propongo volentieri. :))

melonstone ha detto...

incredibile, stanotte mentre vagavo su Spotify li ho ascoltati per caso e ....boom, amore al primo ascolto. Mainstream, molto orecchiabili ma concordo sul fatto che non scadono nell'occhio. Solo un appunto: American è una copia di "Einstein on a beach" dei Counting Crows...provare per credere

Blackswan ha detto...

@ Alessandro : Praticamente le stesse cose che mi ha detto un amico ieri pomerioggio. Vero: orecchiabilissimi ma non banali. Vado ad ascoltare originale e "copia" e poi parto per l'aquisto di tanti cd :))