domenica 20 ottobre 2013

DISCOGRAFIE : HOUSEMARTINS





HOUSEMARTINS

Genere : Indie Pop
Periodo di attività : 1986 – 1988

Tra la plastica di tante tastierine, all'apice dello splendore della cultura dell’effimero, tra le macerie della devastazione socio-culturale perpetrata dal pugno di ferro tatcheriano, spuntano quattro sfigati dal nord dell'Inghilterra e tutto rimettono in ordine, con semplicità. Niente synth pop, grazie a dio, ma canzoni che pescano a piene mani dalla musica nera : soul, doo wop, R&B, gospel, anni ’50 e ’60 declinati attraverso un linguaggio chitarristico scanzonato e incisivo. Arrivano da Hull, piccola cittadina del nord dell’Inghiltera, e si formano nel 1983 grazie al cantante Paul David Heaton e e al chitarrista Stan Cullimore,  a cui si aggiungono l'ex chitarrista dei Gargoyles, Ted Key, in veste di bassista, e Justin Patrick alla batteria. Quando nel 1985 Key se ne va, la band prende il suo assetto definitivo con l’entrata nella line up di Norman Cook (al secolo meglio conosciuto come Fatboy Slim) e un nome, Housemartins, scelto da Heaton in onore del suo scrittore preferito, Peter Tinniswood. Basso profilo e origini proletarie esibite con orgoglio, gli Houesemartins apparivano in pubblico come un quartetto di studenti universitari di matematica: capelli corti e leccati, occhialoni, polo e maglioncini a V, aspetto dimesso e uno sguardo che sembrava perduto tra algoritmi e ipotesi algebriche. 





Eppure, nonostante il look da ragazzi della porta accanto, Heaton e compagni raccontavano il disagio della classe operaia e non disdegnavano testi di marcato impegno politico. Siamo in piena epoca Thatcher, la lady di ferro mortifica il proprio paese perseguendo la politica del rigore (e del privilegio) e frustrando in tutti i modi le aspirazioni di eguaglianza del proletariato. Poliziotti a manganellare gli scioperanti (prevalentemente minatori del nord), così, con la stessa naturalezza con cui si beve una pinta di birra. Ci sarebbero argomenti per fare un disco tetro, doloroso, fazioso e barricadero. Invece gli Housemartins convogliano la rabbia della militanza in London 0 – Hall 4 (1986, Voto : 9) , esordio fulminante, una bomba a mano di coriandoli, uno sberleffo al potere costituito, una molotov di risate, un vaffanculo in faccia a un consesso di accademici. La rabbia c’è, è nelle parole,  ma mitigata dal sorriso e stemperata da una buona dose di ironia, come si percepisce a partire dal titolo stesso del disco:  il nord operaio e minerario che rifila un bel 4 a 0, fuori casa per giunta, alla ricca metropoli mittle-europea, fighetta e imborghesita. 

La classe operaia si ribella al padronato, vincendo un'immaginaria partita a calcio. Dilagando, anzi. Strepitoso il solo pensarlo. Una risata vi seppellirà, questa in sintesi la filosofia degli Housemartins.. Possiamo parlare delle nostre tragedie facendovi sorridere e muovere il culo. Perchè incupirci oltre il limite? Vogliamo parlare alla gente? E allora troviamo un linguaggio adatto a tutti, riprendiamoci gli anni sessanta, il northern soul, un pop zuccherino e orecchiabile, ripuliamolo dagli orpelli e suoniamo una musica diretta, allegra, che sappia toccare il cuore della gente. Una specie di punk allo zucchero filato, insomma. Per questo motivo, London 0 - Hall 4 avrà un successo trasversale, capace di ammaliare tanto il pubblico, quanto la critica specializzata, che vede negli Housemartins la risposta sbarazzina al brit-pop melanconico e colto degli Smiths. Apre Happy Hour (numero 3 nelle charts nazionali), antipasto pane e salame dell'album: delizioso giro di chitarra, ponte tra strofa e ritornello con tanto di campane a enfatizzare la melodia e far subito capire che un sorriso sa vincere più battaglie di una pietra scagliata. Il resto del disco è un susseguirsi di deliziose gemme, in bilico fra soul e pop, pezzi che in tre minuti massimo ti scaldano il cuore di sole primaverile anche se è novembre e fuori è uno schiantarsi di nuvoloni e brutti presagi meteorologici. Un ballatone soul da urlo (Flag Day), la rivisitazione in salsa party music dell'energia sanguigna dei Blues Brothers (Freedom), una pausa riflessiva che procede per coordinate smithsiane, sparigliate dal falsetto angelico di Heaton (Think For A Minute) e la sbrigliata allegria di deliziosi controcanti (Sitting On A Fence) sono le canzoni più riuscite di un disco superbo per qualità artistica e intelligenza comunicativa. London 0 – Hall 4 fa il botto e vende benissimo. Tutti parlano degli Housemartins come del gruppo che ci salverà dalla plastica del synth pop. 




Esce così, in un clima da attesa del Messia, The People Who Grimmed Themself To Death (1987, Voto : 7 ), che deluderà almeno parzialmente le aspettative. L’effetto sorpresa è svanito, il gioco, che resta divertente e frizzante, mostra però già la corda di una certa ripetitivà.  I suoni si fanno più ragionati, arrivano anche i fiati (Bow Down), ma il deja vù è dietro l’angolo. Five Get Over Excited, Me And The Farmer (altra riflessione sui conflitti di classe) e Build sono i tre singoli estratti dall’album, che entrerà alla velocità della luce nella top ten delle charts inglesi. The Light Is Always Green, un mid tempo soul  che la voce celestiale di Heaton rende memorabile, è il miglior brano del disco. Sono passati solo due anni dall’uscita del loro primo singolo e nel 1988 gli Housemartins si sciolgono consensualmente. Lo comunica Paul Heaton con una lettera spedita alla rivista NME, spiegando che : “nell'epoca di Rick Astley e Pet Shop Boys semplicemente gli Housemartins non sono abbastanza adatti”.  Nel frattempo, come da copione, esce Now That’ What I Call Quite Good (1988, Voto : 8), doppio album antologico (sull’edizione italiana, un bollino segnala che si tratta di “2LP al prezzo di uno”) contenente tutte le hit del gruppo, alcune rarità e facciate B, e soprattutto quella Caravan Of Love, brano interamente cantato a cappella, che, strano a dirsi, sarà anche il maggior successo commerciale degli Housemartins. Per i completisti, vale la pena ricordare Live At BBC (2006, Voto: 7), disco che raccoglie in 24 tracce il resoconto dei vari passaggi del gruppo alla radio di stato.

APPENDICE :  

 BEAUTIFUL SOUTH



 

Quando nel 1988 gli Hosusemartins si sciolgono, il cantante Paul Heaton ha già in testa un progetto che svilupperà da lì a un anno. Esce infatti nel 1989, Welcome To The Beautiful South (1989, Voto: 8), primo disco di un nutrito ensemble composto da due voci maschili e una femminile, sezione fiati, basso, chitarra e batteria. Restano i testi al vetriolo, ma le atmosfere si fanno più raffinate, splendide melodie pop (Song For Whoever, You Keep It Al In) vengono proposte con arrangiamenti jazzy e venature soul. I Beautiful South si scioglieranno nel 2007, lasciando un patrimonio di quatttordici dischi, tra album in studio(Choke, 1990, Voto : 7) raccolte(Carry On Up The Charts: The Best Of The Beautifull South, 1994, Voto : 8) e live (Live At BBC, 2001, Voto : 8) e sono da sempre considerati una delle band britanniche di culto degli anni ’90.




 FATBOY SLIM
 


Se i Beautiful South, nonostante alcuni picchi di popolarità, resteranno sempre un gruppo per addetti ai lavori, Norman Cook, anonimo bassista degli Housemartins, e poi fondatore dei semisconosciuti Beats International, arriva al successo planetario, dopo essersi reinventato dj e aver preso il moniker di Fatboy Slim. Dance, acid house, techno e soprattutto l’uso di un nuovo strumento (il sintetizzatore Roland 303), sono gli ingredienti con cui Norman Cook scala le classifiche di mezzo grazie a Everybody Needs A 303, singolo estratto dall’album d’esordio Better Living Through Chemestry (1996, Voto : 6,5). Raggiungerà tuttavia la maturità artistica e il botto commerciale solo due anni più tardi, con il successivo You’Ve Come A Long Way, Baby (1998, Voto : 8), album in cui Fatboy Slim costruisce una ribollente miscela di techno- dance e rock con risultati straordinari. Rockafeller Skank, Praise You e Gangster Tripping sono i singoli che renderanno milionario l’ex bassista di Hull.




DISCOGRAFIA ESSENZIALE :

HOUSEMARTINS - LONDON 0 - HALL 4

BEAUTIFUL SOUTH - WELCOME TO THE BEAUTIFUL SOUTH

FATBOY SLIM - YOU'VE COME A LONG WAY, BABY  

Blackswan, domenica 20/10/13

7 commenti:

Er cicerone ha detto...

gran bel gruppo! A dire il vero sono fermato al primo album,e trovo giusto il voto. 'Think for a minute' la mia preferita.In mezzo c'è un assolo di tromba che mi ricorda (ma non è lo stesso) in 'Rotolando verso Sud' dei Negrita, (assolo di tromba forse suonato alla tastiera..)
Buona domenica.

Arte e design ha detto...

Ma a ballarli davvero, gli Housemartins, qualcuno ci ha provato?
Delirio del corpo!!! :)

Baol ha detto...

Bel gruppo, sì sì :)

mr.Hyde ha detto...

Penso che Er Cicerone si riferisca ad una versione live di 'think for a minute':
http://youtu.be/KnLFCY2vWoI

Bravi davvero..

Leandro Giovannini ha detto...

Il primo album è un capolavoro, uno schiaffo a chi pensa che il pop sia solo e soltanto robaccia da top ten.

A proposito di calcio:

Fiorentina 4
Juventus 2


Come Godo !!!!

Euterpe ha detto...

Hosemartins e Beautiful South gioia assoluta per i miei timpani.
Outstanding!11

Blackswan ha detto...

@ er cicerone : la canzone piace molto anche a me. Mr hyde, piu' sotto ha postato il link e andro' senz'altro a riascoltarla. Ciao :)

@ gioia : io,sempre ;)

@ baol : direi proprio di si ;)

@ mr hyde : grazie per la segnalazione :)

@ harmonica : evvai ! Non sai quanto ho goduto anche io :)

@ euterpe : abbiamo timpani molto simili :)