venerdì 27 dicembre 2013

2013: LE SCELTE DEL KILLER. DALLA n° 15 ALLA n° 11





15) ALICE IN CHAINS – THE DEVIL PUT DINOSAURS HERE
Devil Put Dinosaurs Here è un disco complesso, cupo, claustrofobico, un monolite di dolore la cui potenza ci schiaccia, ci opprime, ci toglie il respiro. Se pensate di venirne a capo con pochi ascolti vi sbagliate di sicuro: le dodici canzoni che compongono la scaletta dell’album possiedono un tasso di indigeribilità altissimo e impongono un’attenzione e una predisposizione all’ascolto da veterani. Solo Voices e la conclusiva, dolente, Choke sono, si fa per dire, a presa rapida. Il resto del disco, invece, è un viaggio attraverso paesaggi oscuri e tormentati, in cui inizialmente si procede a tentoni, e solo quando gli occhi si abituano al buio, è possibile finalmente distinguere le forme (e la sostanza) di canzoni mai tanto depresse eppure qualitativamente eccelse. D’altra parte, se il singolo tratto dall’album é Hollow, davvero potreste pensare che poi, da qualche altra parte, filtri un po’ di luce ?




14) W.I.N.D. – TEMPORARY HAPPINESS
Temporary Happiness è stato registrato in presa diretta, senza sovraincisioni o imbellettamenti, al massimo due o tre takes, tenendo buona la più riuscita del lotto. Ecco perchè il disco suona quasi come un live: diretto, energico, privo di fronzoli, pervaso da quell'urgenza espressiva che è solita permeare le jam sessions. Non per niente i brani sono quasi tutti più lunghi della media, tirate di sette/otto minuti, nelle quali i W.I.N.D sbrigliano gli strumenti e partono per la tangente dell’improvvisazione di allmaniana memoria. Tonnellate di rock blues, southern e hard rock, ma anche una sezione fiati (Mauro Ottolini e Daniele D'Agaro) e un coro gospel a sorreggere le frequenti derive soul-funky. Tanta carne al fuoco, dunque, per una scaletta senza cedimenti e che ci racconta di una scena italiana che sa rimasticare con qualità e freschezza le sonorità legate al rock più classico. ante le belle canzoni che faranno sbarluccicare gli occhi agli appassionati di genere : Stand For Your Brothers, in cui gospel e rock si abbracciano in un crescendo punteggiato da un assolo di chitarra da brividi, la torrida Born To Ride in odore di ZZ Top, la chiosa psichedelica di The Winter Time e le abrasioni hard rock di Waiting For Next Friday, sono i pezzi migliori di un disco che ci regala quasi settanta minuti di musica di altissimo livello. Un viaggio tra rock, american roots, negritudini assortite, grappa e Jack Daniel’s per dimostrarci che anche se la felicità è temporanea, basta rimettere il cd nel lettore per farla durare in eterno.
13) VIRGINIANA MILLER – VENGA IL REGNO
Un disco che ha un impatto forte e immediato sulle nostre orecchie, ma che cresce, ascolto dopo ascolto,  quando ci rendiamo conto quale lavoro di cesello ci sia dietro queste canzoni che meriterebbero, a parere di chi scrive, una fortuna migliore che essere relegate nel sottobosco alternative del circuito rock.  Anche brani dichiaratamente pop, come la solare Una Bella Giornata, semplice e ammiccante, sono piccole gemme da conservare fra le cose migliori ascoltate in questo 2013. Così come emozionano, facendoci battere forte il cuore, il nostalgico tributo a un mondo che non c’è più (Lettera Di San Paolo Agli Operai), la dichiarazione d’amore eterno di Tutti I Santi Giorni (tratta dall’omonimo film di Virzì e vincitrice del Nastro d’Argento per la miglior canzone da colonna sonora) e il lirismo malinconico della struggente Pupilla, una canzone che, se conosciuta, potrebbe diventare l’ideale colonna sonora di centomila storie d’amore. Con Venga Il Regno i Virginiana Miller regalano alla musica italiana ciò che manca anche alla vita politica e sociale del nostro paese: la speranza. La speranza che un mondo migliore è possibile e che la bellezza esiste, magari a un centimetro dai nostri occhi. Basta solo saperla guardare.
12) QUEENS OF THE STONE AGE – LIKE CLOCKWORK
Intanto, un pugno di canzoni immediatamente riconducibili alla scrittura di Homme, anche se l’impressione che si trae è quella di un approccio alla composizione più ragionato e meno istintivo. Ne consegue che il disco produce la sua massima resa dopo svariati ascolti, quando, al di là dei soliti riff d’impatto immediato (I Sat By The Ocean), si coglie lo sforzo del chitarrista di imbastire trame più complesse e di spiazzare l’ascoltatore con soluzioni desuete. Così, ad esempio, dal lotto spuntano Kalopsia, altalenante patchwork di morbidi languori e improvvise esplosioni elettriche, If I Had A Tail, in cui il cantato nervoso alla David Byrne porta per un istante a pensare ai Talking Heads, o un singolo come My God Is The Sun, che cresce solo alla distanza, risultando comunque anomalo nella sua non facile digeribilità. Il repertorio che ci aveva fatto innamorare dei QOTSA tuttavia non manca, e i fans della prima ora ritroveranno il passo polveroso dello stoner, fiammate di psych-metal e cupe risonanze doom (Keep Your Eyes Peeled). In definitiva, Like Clockwork è un disco solido, strutturato, privo di filler e riuscitissimo in tutte le sue multiformi espressioni, sia quando i tempi si dilatano (il notturno malinconico di The Vampyre Of Time And Memory) o accelerano arrembanti (il funk anarcoide e noise di Smooth Sailing). Così si può perdonare a Homme un disco incerto come Era Vulgaris e l’averci fatto attendere così tanto per restituirci una vena creativa finalmente all’altezza della fama delle Regine. Bentornato.
11) LADY – LADY
In scaletta, undici canzoni, quasi tutte possibili hit, ricche di raffinate soluzioni melodiche che vi entreranno in testa senza mollarvi un attimo. Ascoltate Money, ad esempio, e fatemi sapere se è possibile resistere a un caleidoscopio armonico che ogni dieci secondi lancia un gancio melodico di una purezza cristallina. Provate, se ne siete capaci, a non commuovervi ascoltando Sweet Lady, sentito omaggio alle mamme delle due musiciste, in cui pop e soul convivono in un perfetto equilibrio dosato da poche note di piano e da un assolo finale di hammond da pelle d’oca. E tentate a tener le chiappe ferme quando parte il soul di Good Lovin, che vi strapazzerà con un ritornello di ruvida sensualità prima di consegnarvi alla successiva Habit, lentone strappa mutande come non se ne ascoltava dai tempi di Isaac Hayes. Pertanto se volete un po’ di leggerezza senza però anestetizzare il cervello, se vi siete rotti dei soliti tormentoni di plastica e dell’esiziale ammorbamento dei balli di gruppi, abbandonatevi senza tema alla seducente magia di Lady. Caricatelo sul vostro ipod, dirigetevi verso la spiaggia, sceglietevi un posto al sole e lasciatevi coccolare da queste due talentuose ragazze. Serberete un ricordo bellissimo delle vostre vacanze.




Blackswan, venerdì 27/12/2013

7 commenti:

melonstone ha detto...

Sono stato un accanito fans degli Alice, ma questo disco non riesco a capirlo sino in fondo. O meglio, ne capisco il mood ma non so se sia giusto costruire un presente degli AIC così cupo e drammatico. Se vuole essere un pianto continuo per Layne, beh qualcuno si ricorderà che, anche nella sua dolente voce (stupenda, stupenda, stupenda) c'era comunque uno spiraglio di luce.

P.S. possiamo sentirci per suonare all'OraBlu?

Cannibal Kid ha detto...

i queens of the stone age mi aspettavo li avresti piazzati in top 10...
il disco delle lady carino ma non mi è sembrato indimenticabile, comunque proverò a riascoltarlo...

Alligatore ha detto...

Come sai sono incapace di fare classifiche, troppo caos in me (e poi mi piace prendere tutto, ma i QOTSA sono stati tra i miei migliori acquisti del 2013 (grazie ad un tuo consiglio).

Blackswan ha detto...

@ Alessandro : la prossima settimana dovremmo fare una riunione per fissare budget, numero di concerti e eventuali date. Poi, ci possiamo sentire senza problemi. Almeno così posso darti delle indicazioni più precise

melonstone ha detto...

grazie mille, a presto allora!

Blackswan ha detto...

@ Alessandro :ieri ho fatto una riunione preliminare. Entro la prima settimana del nuovo anno mi dicono il budget che ho a disposizione e le date utili. Ti ricordo che siamo un'associazione non profit e quindi non abbiamo grandi mezzi.Ci riaggiorniamo.
A presto.

melonstone ha detto...

Ok, aspetto tue notizie. Anche noi stiamo programmando il 2014 sino a Settembre. Non preoccuparti dell'importo, per ora l'importante per noi è avere un pubblico consono ed attento a questo progetto.

Ale