domenica 15 dicembre 2013

NEIL YOUNG – LIVE AT THE CELLAR DOOR



Sei spettacoli in programmazione tra il 30 novembre e il 2 dicembre del 1970, quindi solo qualche settimana prima del mitico concerto alla Massey Hall di Toronto (pubblicato singolarmente nel 2007 e poi finito anche nel volume Archivies Vol. 1 1963-1972). Il meglio di quelle esibizioni tenutesi nel piccolo locale di Georgetown, Washington D.C., è contenuto in questo ennesimo live ripescato dagli archivi infiniti del cantautore canadese, che non smette di sorprendere e regalare ai propri fans chicche di ineffabile bellezza. Certo, se non siete completisti come il sottoscritto, il citato live alla Massey Hall è più che sufficiente per inquadrare il periodo in cui il giovane Young sta per spiccare il volo che lo porterà al successo planetario, due anni dopo, con la pubblicazione di Harvest. Se però siete decisi a non perdervi nemmeno una pubblicazione di zio Neil, questo live acustico, voce pianoforte e chitarra, non deluderà le vostre aspettative. Tredici canzoni tratte prevalentemente da Everybody Knows This Is Nowhere e After The Gold Rush, con l’eccezione delle superbe Old Man (Harvest) ed Expecting To Fly (brano recuperato dal repertorio Buffalo Springfield), suonate in modo scarno e sincero innanzi a un pubblico di non più di duecento persone raccolte in un religioso silenzio. Motivi per godere ce ne sono più di uno: la conclusiva Flying On The Ground Is Wrong, tratta dal disco d’esordio dei Buffalo Springfield, è  semplicemente da brividi, Cinnamon Girl è suonata qui per la prima volta al pianoforte, e le due versioni di Only Love Can Break Your Heart e After The Gold Rush sono di una malinconia struggente. Compare inoltre anche una rarità del repertorio younghiano, e cioè quella Bad Fog Of Loneliness, outtake che prima di oggi  era contenuta solo nei due lavori poc’anzi citati, The Archivies e Massey Hall. Live At Cellar Door, pur non essendo imprescindibile perché replica quanto già conosciuto, resta tuttavia una testimonianza di ottima qualità della caratura artistica di un giovanotto che in quegli anni stava per cambiare per sempre il corso della storia, da solo e in compagnia di tre signori che di nome fanno Crosby, Stills e Nash. 

VOTO : 7




Blackswan, domenica 15/12/2013

3 commenti:

Lucien ha detto...

E' vero, non aggiunge niente di nuovo, ma è sempre emozionante ascoltare zio Neil nel suo periodo magico.

Granduca di Moletania ha detto...

Nei prossimi giorni, alla sua età, l'onniscente se ne andrà ancora in giro per il Canada a tener concerti in difesa dei nativi e contro le compagnie petrolifere.
Il Neil degli anni settanta non tornerà più, lo so, e ne provo tanta nostalgia: oggi l'Old Man potrebbe essere lui.
Per fortuna a questo non lo distrugge niente e nessuno, ma se malaugaratamente dovesse succedere, vivremmo in un mondo mooooooooooooolto più avvilente.

Ciao Black, gli auguri alle prossime puntate. Oggi un fraterno abbraccio.

Blackswan ha detto...

@ Lucien : correggerei in " è sempre emozionante ascoltare zio Neil". Punto :))

@ Granduca : quando arrivano i carichi da novanta il Granduca non manca mai ! :)) Fortunatamente, Neil vive e lotta ancora insieme a noi :)
Un abbraccio.
Nick