giovedì 27 febbraio 2014

JO NESBO - POLIZIA

"Lo spettro" si chiudeva con una scena pietrificante. Harry Hole che, centrato al petto da tre colpi di pistola, cadeva pensando: "E finita, finalmente è tutto finito". "Polizia" ricomincia da lì, qualche mese dopo, con un uomo in coma piantonato giorno e notte in ospedale. E Oleg, il ragazzo che gli aveva sparato, spedito a disintossicarsi in una clinica svizzera, e poi Rakel, fidanzata storica di Harry, con un lavoro a Ginevra. Oslo nel frattempo è stata sconvolta dai delitti bestiali di un serial killer che si accanisce proprio contro la polizia. Il macellaio dei poliziotti, l'hanno soprannominato. Perché, dopo averli attirati sul luogo di omicidi irrisolti, letteralmente ne spappola i corpi. La polizia ha perso Harry Hole, il suo esperto in fatto di assassini seriali. E anche ammesso che Harry sia ancora vivo, sarebbe disposto a occuparsi del caso? Nessuno si sarebbe mai più trovato in situazioni limite, questo Harry aveva promesso a Rakel. E una volta tanto sembrava deciso a mantenere la promessa. Ma l'amore di una donna è sufficiente a salvare un uomo da se stesso e dai propri fantasmi?


Ogni volta che mi approccio a un nuovo romanzo di Jo Nesbo, provo due sensazioni fra loro antitetiche.  La prima è quella di sedermi al tavolo della trattoria sotto casa, un luogo frequentato ormai da anni, di cui so che i piatti sono sempre gli stessi, è vero, ma di ottima qualità. Per converso, la seconda, è quella di dubitare che lo chef riesca a essere sempre all’altezza, temendo che prima o poi ti serva gli avanzi del giorno prima o sbagli la cottura della pasta o stia troppo indietro col sale. Così succede che ogni volta che torno al mio amato Harry Hole, lo faccia sempre chiedendomi preventivamente se non sia il caso provare il ristorante del centro di cui tutti mi hanno parlato bene. Poi, basta un assaggio, e so per certo che non c’è partita e che anche oggi mi alzerò dal tavolo soddisfatto della mia scelta. E questo, perché Nesbo appartiene alla ristretta cerchia degli scrittori che non deludono mai, anche quando non sfoggiano un brillantissimo stato di forma (vedi Il Cacciatore Di Teste). Così, Polizia, seguito del capolavoro Lo Spettro, non solo regge il confronto con il suo predecessore, ma a tratti è anche meglio. L’impressione, infatti è che il livello di scrittura sia ulteriormente migliorato e che i colpi di scena, invece di ripetersi o diminuire di numero, come sarebbe anche legittimo dopo una carriera sempre sul pezzo, si riproducano in nuove fogge e alla velocità della luce. Impossibile sottrarsi a un ritmo così serrato, impossibile non essere affascinati da un intreccio di vicende così abilmente tessuto. Tanto che, se proprio occorre fare uno sforzo per trovare un difetto al libro, potremmo dire che verso il finale la testa gira un po’ troppo per le tante emozioni e qualche passaggio può sfuggire. Per il resto, non c’è che dire: un gran thriller e un libro di intrattenimento sopra la media. Come di consueto. Buon appetito! 


Blackswan, giovedì 27/02/2014
 

SCHOOL OF ROCK: JAMES BROWN PT° 1

mercoledì 26 febbraio 2014

ADIOS...





Questa notte, ci ha lasciati anche il grande chitarrista spagnolo Paco De Lucia. Voglio ricordarlo con il primo brano estratto da Friday Night In San Francisco, disco live in cui Paco, insieme a Al Di Meola e John Mc Laughlin, diede vita a una delle più eccitanti jam session di sempre. Era il 5 dicembre del 1980 e questo è uno dei dischi che ho ascoltato di più nella mia vita. Non serve aggiungere altro per comprendere la grandezza del musicista: basta ascoltare.


Adios, Paco.




Blackswan, mercoledì 26/02/2014

IL BELLO & LA BESTIA : NON SI ESCE VIVI DAGLI ANNI '80

martedì 25 febbraio 2014

THE LONE JUSTICE - THIS IS THE LONE JUSTICE / THE VAUGHT TAPES 1983



La stagione dei Lone Justice è durata un lampo: accecante e stordente per intensità, ma tanto rapida da essere davvero difficile serbarne il ricordo. Uno splendido esordio datato 1985 (The Lone Justice) e un secondo album (Shelter del 1986, prodotto da Little Steven), in cui l'integrità artistica del primo lavoro venne rapidamente diluita in un suono molto eighties, votato a far cassetta a detrimento della qualità. Poi più nulla, fino a The Vaught Tapes, questa recentissima raccolta di materiale risalente al 1983, registrata ai tempi da David Vaught, tecnico del suono deceduto lo scorso anno a causa di un brutto male. This is The Lone Justice, recita il titolo in copertina, questi sono i veri Lone Justice. Ed è sufficiente un breve ascolto del disco per rendersi conto della grandezza del gruppo e di tutte le promesse che in seguito non furono mantenute. Quattro giovani disinibiti e di talento, consapevoli della tradizione, ma pronti a macinarla in nome di un'urgenza punk: Marvin Etzioni al basso, Don Heffington, già con la band di Emmylou Harris, alla batteria, la chitarra, rapida e icastica, di Ryan Hedgecock e la splendida Maria McKee, sensuale icona che infiammava di punk rock il caratteristico yodel alla Dolly Parton. Eccoli i veri Lone Justice: acerbi e ingenui, certo, ma mai tanto trascinanti e sinceri come in queste registrazioni ancora lontane da una semplice intuizione di show businnes. Eccoli i Lone Justice, pronti a travolgere la scena losangelina con l'intensità di memorabili concerti in cui declinavano il loro amore per il country, sfoderando un'attitudine rockabilly e un furore punk ad alto contenuto energizzante. Come se Johnny Cash (qui riproposto in una gagliardissima cover di Jackson) fosse suonato dagli X: cow-punk trita tutto e senza compromessi. Durò un lampo la stagione dei Lone Justice e in questa raccolta, per qualità superiore addirittura al già ottimo primo full lenght, ascolterete il meglio del meglio. Imperdibile per tutti coloro che dividono il cuore fra roots music e punk.

VOTO: 9





Blackswan, martedì 25/02/2014

lunedì 24 febbraio 2014

IL MEGLIO DEL PEGGIO - 20^ puntata





Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo.


"E' finita la ricreazione", dice, sorridendo, Matteo Il Rampante con tanto di campanella in mano dopo il gelido e rapido passaggio di consegne con l'uscente Enrico Letta. E ora, compiuto il "letticidio", tutti ai propri posti per iniziare a lavorare sodo. "Una riforma al mese" annuncia, spavaldo, Matteo. " Molti di noi si giocano la faccia, che per me è piu' importante della carriera", precisa. Peccato che si sia dimenticato di essersela già giocata dopo il tradimento al suo predecessore e le balle che ha raccontato in tutti questi mesi. Quisquilie, direbbe qualcuno. E' la politica. Grandi novità ci prospetta il neo Premier: l'abolizione della carica di vicepremier e una nutrita presenza femminile (la metà della squadra di Governo) per un totale di 16 Ministri con qualche conferma come Angelino Alfano agli Interni (alla faccia della sig.ra Shalabayeva) che perde la carica di vicepresidente, Dario Franceschini (l'ex bersaniano folgorato sulla via di Damasco, ora renziano ), che assume il dicastero della Cultura, Graziano Delrio " Il plenipotenziario", nominato Sottosegretario alla Presidenza e Andrea Orlando che, dall'Ambiente, passa alla Giustizia. Confermati, per il quieto vivere, anche Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Salute. Solo un tecnico di prestigio internazionale alla guida dell' Economia, Pier Carlo Padoan. Nel complesso, un governo di modestissima caratura rispetto agli annunci trionfalistici sul ricambio di genere e generazionale. Se per il secondo aspetto Renzi ha mantenuto le promesse, sul ricambio di genere ha fallito miseramente. Tanto per non fare nomi, Andrea Orlando alla Giustizia mi fa venire la pelle d'oca. Preferito all'ultimo momento ad un nome altisonante come quello del magistrato Nicola Gratteri, impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, la sua nomina rappresenta una contiguità ll'inciucio. Orlando, per chi non lo sapesse, è un sostenitore convinto dell'abolizione (o comunque di una riduzione significativa) della obbligatorietà dell'azione penale e dell'ergastolo con una ridefinizione del 41 bis (con buona pace dei mafiosi). Pare anche che l'ex giovane turco non sia in possesso di un curriculum adeguato al nuovo incarico. Chissenefrega, l'importante è piegare la testa ai diktat del Presidentissimo Napolitano che, dopo la lettura dei Ministri da parte di Renzi, ha precisato: "Nessun braccio di ferro col Premier". Quanto al licenziamento last minute di Emma Bonino e alla nomina della fedelissima Federica Mogherini, Matteo si sarebbe giustificato con un " Nulla di personale, ma serve un cambiamento". Tradotto: fatti più in là. Punto. E concludo la sagra degli orrori con la nomina del Ministro dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Federica Guidi. Sostenitrice convinta del nucleare, la neo ministra, pupilla di Silvietto, incarna alla perfezione il conflitto di interessi. Sebbene si sia dimessa da tutte le cariche, la sua azienda , Ducati Energia, sta delocalizzando il lavoro all'estero. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. La Ducati ha interessi economici su grandi gruppi pubblici tra i quali Enel, Ferrovie dello Stato e Poste. Graziano Delrio ha dichiarato che è giunta l'ora di affrontare la legge sul conflitto di interessi, perchè il Paese se lo merita. Ed eccoci servita, Federica Guidi. Ora resta da affrontare i nodi del voto di fiducia alla Camera con l'incognita del Senato, dove i numeri destano qualche preoccupazione, e delle nomine dei sottosegretari. Altri figliocci da accontentare con una poltrona, insomma. E se speravamo su Pippo Civati, lasciamo perdere. Sulla fiducia al nuovo Governo dice: "Voterei no, ma non voglio lasciare il Pd". Civati, il bambino capriccioso che non sa cosa vuol fare da grande. Cosa è cambiato? Nulla. Il copione è lo stesso. Cambia il protagonista, cambiano gli attori ma il film resta uguale. Giochi di palazzo, tradimenti e veleni serviti su un piatto d'argento. "Dopo di me c'è solo il mago Otelma, poi le abbiamo provate tutte", diceva Renzi. Forse il mago Otelma avrebbe fatto una figura migliore. 

Matteo Renzi a Beppe Grillo, durante le consultazioni alla Camera: "Non è il trailer del tuo show. Se le prevendite vanno male, ti dò una mano... Esci da questo blog, da questo streaming, qui c'è il dolore della gente". Grillo lo
aveva precedentemente attaccato dicendo causticamente :"Non ti dò la fiducia perchè rappresenti le banche e i poteri forti. Qualsiasi cosa dici, non sei credibile".

Un ex compagno di classe di Matteo Renzi, intervistato da un'emittente fiorentina lo ricorda così: "Al liceo lo chiamavamo il Bomba, perchè le sparava grosse".

Licia Ronzulli (eurodeputata di Fi) dispensa consigli alla neo first lady, Agnese Renzi : "Agnese non seguirà Renzi (a Roma). Consiglio: Agnese, fai i bagagli e vai a Roma. Segnare sempre il territorio. Gli spazi vuoti vengono
riempiti
".

Daniela Santanchè, prima di entrare alla riunione dei parlamentari di Forza Italia : "Se Alfano si sfila dal Governo, io vado a farmi monaca".

Rosario Crocetta (Presidente della Regione Sicilia) alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora": "Io sono gay, poi perchè non mi dovrebbero piacere le donne me lo dovete spiegare. Qualcuna che ti arrapa c'è sempre".

Cleopatra, lunedì 24/02/2014

domenica 23 febbraio 2014

CONTROFESTIVAL : I VINCITORI !




La seconda edizione del Controfestival si è conclusa ieri con una scoppiettante serata finale. Ad animarla, tante belle canzoni, un numeroso pubblico partecipe e festante, una preparatissima giuria di qualità, due splendidi valletti, una bravissima cantante e un presentatore coi fiocchi. 
Fatto questo breve preambolo, ecco i vincitori delle tre categorie:

MIGLIOR VOCE FEMMINILE: MINA – MI SEI SCOPPIATO DENTRO AL CUORE





MIGLIOR CANZONE DEDICATA A UNA DONNA: VASCO ROSSI – SALLY






TRASH FEMMINILE: SABRINA SALERNO E JO SQUILLO – SIAMO DONNE




L’ORABLU e RADIOPANESALAME ringraziano tutti coloro che hanno partecipato all'evento, rendendo possibile col proprio entusiasmo la realizzazione di una serata semplicemente perfetta !
Grazie e arrivederci all’anno prossimo !


Blackswan, domenica 23/02/2014