lunedì 21 aprile 2014

CLOUD NOTHINGS – HERE AND NOWHERE ELSE





Mai piaciuti I Cloud Nothings, e lo dico senza usare perifrasi utili ad addolcire la pillola. Troppo college band, troppo finto alternativi, troppo pop ad annacquare un punk mai davvero decisivo. Insomma, una musica buona per adolescenti che vorrebbero farsi passare per duri, ma che poi al primo accenno noise, tremebondi, si fanno il segno della croce. E questo, nonostante al progetto musicale del terzetto di Cleveland abbia messo mano un guru dell’alternative come Steve Albini (Big Black, Rapeman, Shellac, e una miriade di produzioni che vanno dai Fugazi agli Slint passando per i Nirvana). Oggi, Albini, dopo il deludente Attack On Memory del 2012 (vedi motivi su esposti), ha lasciato la cabina di regia e ha passato il testimone a John Congleton (John Grant, St. Vincent, Anna Calvi, Micah P. Hinson, etc). E il cambio di rotta , strano a dirsi, ha permesso ai Cloud Nothings di sfornare il loro album migliore. Certo, non vi è stato lo stravolgimento di una formula che sembra ormai parte del dna della band: i ganci melodici e la ricerca del ritornello facile facile abbondano anche in Here And Nowhere Else. Eppure, gli spunti più decisamente pop non sono mai puerili, mai fini a se stessi, ma si inseriscono alla perfezione in un linguaggio divenuto finalmente adulto. Anzi, a tratti addirittura austero (come ci fa capire la copertina del disco) e decisamente essenziale (come spiega lo scarno packaging del cd). Il minimo sindacale di durata (trentadue minuti) e otto canzoni urlate, dirette, capaci di percuotere i timpani con una ritmica possente e una chitarra altrettanto solida. Il gioco funziona, insomma, e se è vero che il punk è tutta un’altra cosa, questo noise pop, un po’ emo e un po’ post, alla lunga è riuscito a convincere anche un detrattore come il sottoscritto.

VOTO: 7





Blackswan, lunedì 21/04/2014

1 commento:

Nella Crosiglia ha detto...

Non li ricordo proprio caro Blackswan...
Buona Pasqua in ritardo e spero tutto bene!