lunedì 7 luglio 2014

IL MEGLIO DEL PEGGIO - 36^ PUNTATA




Riceviamo dalla nostra freelancer Cleopatra e integralmente pubblichiamo.


"Se oggi l'Europa facesse un selfie che immagine verrebbe fuori? Emergerebbe il volto della stanchezza e della rassegnazione. L'Europa oggi mostrerebbe il volto della noia". (Matteo Renzi nel discorso di inaugurazione del semestre di presidenza italiana dell'UE davanti al Parlamento Europeo)

E così il gran giorno è arrivato. Il nostro ammaliante Premier ci ha scaldato i cuori con un memorabile discorso dalla platea di Strasburgo. Altro che il solito politichese dei vecchi tromboni. La musica è cambiata, signori miei.
Ora, Matteone auspica una "Smart Europe" e raccomanda che "non dobbiamo accontentarci di essere un puntino su Google Maps". Mitico. Mancava solo concludere l'intervento con un "gimme five" di jovanottiana memoria e voilà.
Una "Smart Europe", dunque, che non muove un dito difronte all'ennesima tragedia del mare o dell'indifferenza, se preferite. Tanto sono affari loro, degli italiani. Che si arrangino. Me li immagino così, i commenti di questi peracottari. Del resto, gli sbarchi dei disperati si prestano facilmente alla strumentalizzazione. Sono un pretesto, un tornaconto personale di qualche politicante senza scrupoli che alimenta la cultura dell'odio xenofobo per avanzare nei sondaggi. Ma per fortuna c'è Matteo Il Rottamatore e siamo tutti in una botte di ferro. Ha persino incontrato nuovamente Silvietto Il condannato, con cui ha rinsaldato l'accordo per le riforme. E, rigorosamente, senza streaming. Quello si usa solo con il M5S. Ora, sotto con la riforma della giustizia. 12 linee guida tra cui la riduzione dei tempi (un anno per la sentenza di primo grado) e il dimezzamento dell'arretrato. Come realizzarla, non ci è dato sapere. "Sono vent'anni che sulla giustizia si litiga senza discutere" ha commentato Renzi mentre il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, assicura: "Ci confronteremo con tutti. Non ci sono nè tavoli separati, nè accordi sotto banco". Niente inciuci con Silvietto, dunque. Già, come se fossimo nati ieri. Silvietto che ci stupisce di giorno in giorno. Divenuto animalista convinto, grazie a Dudù e a Dudina, scopertosi sensibile verso gli amici della terza età (vi ricordate le "dentiere gratis per tutti"?)  ora si dichiara pure gay- friendly. Avete capito bene. "Quelli per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà". Ravvedimento? Macchè. Solo puro tornaconto, trasformismo di bassa lega. "Meglio essere appassionati di belle ragazze che di gay", scherzava qualche anno fa. "Non ho nulla contro gli omosessuali, sia chiaro. Anzi ho sempre pensato che più gay ci sono in giro meno competizione c'è". E, ora, come spiegherà Alessandra Mussolini il cambio di rotta del suo capo, proprio lei che, orgogliosamente, urlava: "Meglio fascista che frocio"? Se oggi, una certa Italia onesta e perbene facesse un selfie, caro Matteo, verrebbe fuori il volto del disgusto. Il volto di tante persone che di questa politica di chiacchiere ne hanno davvero abbastanza.  

"Mi sento come Enzo Tortora. Come lui vengo accusato da persone assolutamente inaffidabili, che hanno degli interessi per agire come hanno fatto...Per difendermi mi appello a tutti i cavilli giuridici che trovo". (Giancarlo Galan, sullo scandalo Mose)

"Io in Svizzera ho avuto moltissime storie, ma non ho mai pagato. In confitenza ti posso dire che molte donne pagavano ammè". (Antonio Razzi)

"Il sabato non si fa un cazzo. E' una vergogna. Boldrini, tu non fai un cazzo tutto l'anno, ma almeno il personale fallo lavorare il sabato". (Mario Borghezio, a proposito della chiusura della Camera dei Deputati al sabato)

"Se ne è andato Giorgio. Quello sbagliato". (Debora Billi, M5S, commentando con un tweet la morte di Giorgio Faletti e alludendo, invece, al Presidente, Giorgio Napolitano)

"Le bollicine di Renzi non hanno prodotto nulla di nuovo nel calice amaro della signora Merkel. Se nell'acqua stagnante delle politiche di austerità si mette l'idrolitina di un giovane leader, non cambia nulla". (Nichi Vendola, leader di Sel)

Cleopatra, lunedì 07/07/2014

P.S. Il Meglio del Peggio va in vacanza. Vi ringrazio tutti per avermi seguito. Appuntamento a settembre !

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