martedì 19 agosto 2014

ANGUS & JULIA STONE – ANGUS & JULIA STONE




Australiani, in circolazione dal 2006, tre album in studio all’attivo (compreso quest’ultimo), i fratelli Stone sono in patria una rodatissima macchina da soldi che sforna un disco ogni tre/quattro anni e lo piazza alla velocità della luce ai primi posti delle charts. Un notevole successo commerciale a cui, peraltro, ha fatto seguito anche l’incoronamento da parte della critica, visto che i due ragazzi, nel corso del tempo, hanno fatto incetta di ARIA Awards (Down The Way miglior disco del 2010) e APRA Awards (Big Jet Plane canzone dell’anno 2011). Fuori dai confini nazionali, però, riescono ad avere un buon riscontro di pubblico solo in alcuni paesi europei (Francia e Belgio, soprattutto), mentre restano pressoché sconosciuti  da noi e negli States. Ed è proprio per cercare di scalare le classifiche a stelle e strisce che la produzione di questo nuovo album, intitolato semplicemente Angus & Julia Stone, è stata affidata al guru della consolle, Rick Rubin. In studio a partire da aprile, il duo ha già lanciato sul mercato due singoli (Hearts Beats Slow e A Heartbreaker) che stanno avendo un discreto successo e che hanno anticipato il full lenght uscito nei negozi a inizio di questo mese. Prodotto con grande equilibrio da Rubin, bravo a dosare i suoni e a giocare coi diversi timbri di voce per esaltare gli intrecci vocali fra i due, Angus & Julia Stone è un disco di pop-rock, venato di folk blues, dal mood malinconico, dal songwriting molto convenzionale e dai testi incentrati su pene d’amore, di cui potremmo fare tranquillamente a meno. Tuttavia, nonostante la sensazione, spesso percepita, di trovarci di fronte a un disco costruito a tavolino e perfettamente (troppo) levigato, ma senza cuore (sebbene il termine ricorra di frequente nei titoli e nei testi), il nuovo lavoro del duo australiano risulta di piacevole ascolto grazie a qualche canzone davvero azzeccata (il singolo A Heartbreaker, la neilyounghiana Crash And Burn, il notturno blues di Death Defying Acts) e all’interplay azzeccatissimo fra le voci di Angus e di Julia, quest’ultima dotata di un timbro pregno di sensualità sognante, molto simile a quello di Nina Persson dei Cardigans. Con i dovuti distinguo, troverete riferimenti ai Fleetwood Mac, ai The Mastersons e ai The Civil Wars. Niente che ci abbia fatto impazzire, ma sicuramente un album molto meno banale di tanti altri prodotti mainstream.

VOTO: 6,5





Blackswan, martedì 19/08/2014

2 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

un disco non fenomenale però parecchio piacevole.
per una volta sono quasi d'accordo con te. e ciò mi preoccupa :)

Blackswan ha detto...

@ Marco: E' solo un caso: dubito si ripeterà tanto presto :)