lunedì 11 agosto 2014

CHRIS CACAVAS & EDWARD ABBIATI – ME AND THE DEVIL




Questa musica ti prende alle spalle, è un evento inaspettato, un’epifania improvvisa che ti coglie di sorpresa quando meno te lo aspetti. Magari perché non sai assolutamente chi siano Chris Cacavas e Edward Abbiati (ed è probabile, se non hai cavalcato in lungo e in largo per le sconfinate praterie del rock); oppure semplicemente perché, pur conoscendoli, pensi sia impossibile che due mondi tanto distanti riescano a venire a contatto fra loro senza confliggere, ma creando qualcosa di unico, bellissimo. Non sono poche le cose, infatti, che separano questi due artisti, anche anagraficamente assai lontani. Chris Cacavas è una vecchia volpe del rock, uno che ha scritto pagine importanti di storia, e che a metà degli anni ’80 dava lustro, con i suoi Green On Red, a quel movimento auto-definitosi Paisley Underground: genere che pescava nel roots e nella psichedelia per ridefinire le coordinate dell’american music. Abbiati, invece, ha radici diverse e una storia più recente: di origini anglo-italiane, dal 2007 è a capo del progetto Lowlands, combo pavese di folk- rock che trae ispirazione tanto dalla tradizione americana che da quella inglese. Certo, i due avevano già collaborato in passato, visto che Cacavas ha mixato i primi due dischi della band nostrana; ma l’idea di un disco insieme, nasce un po’ casualmente, più per intuito che per un’effettiva e condivisa progettualità. Racconta Abbiati : “Ho invitato Chris a Pavia, ma non pensavo da subito di arrivare a un album. L’unica regola era che nessuno dei due avrebbe scritto una nota o parola prima di trovarci; avremmo improvvisato. Io non avevo neanche mai composto con altri, sono abituato a lavorare da solo, ma le canzoni sono nate in modo spontaneo, scrivevamo e registravamo subito sul mio iPhone per non dimenticare nulla, passavamo al pezzo seguente. Un piccolo miracolo.” Il risultato finale, effettivamente, ha qualcosa di miracoloso: dieci canzone perfette, palpitanti, genuine, senza una nota fuori posto, suonate splendidamente con il contributo di un gruppo di artigiani dello strumento, quali il bassista e chitarrista Mike “Slo-Mo” Brenner (Jason Molina) e il batterista Winston Watson (Warren Zevon, Bob Dylan). Nel disco confluiscono non solo i gusti e le esperienze dei due musicisti, ma anche uno spettro di sonorità variegatissimo che spazia dal country al rock e al soul, il cui prodotto finale è una miscela in cui si percepiscono reminiscenze che portano a Neil Young, Nick Cave, Afghan Whigs, addirittura Cure. Me And The Devil, registrato in cinque giorni in un granaio alla periferia di Pavia, è un disco che però non paga dazio al deja vu e suona inusuale e attualissimo, immerso in una penombra emotiva che caratterizza il mood dell’intera scaletta. Against The Wall, il brano con cui si apre il disco, è sostenuto da una ritmica ossessiva e potente e sfocia in un cupo ritornello che sembra pescato dal repertorio di Greg Dulli. La title track mette in bella evidenza l’armonica e gioca con suggestioni funky blues. Oh Baby, Please ruffianeggia con il sax di Andres Villani sostenuto dal solido lavoro di Cacavas al piano elettrico in un crescendo di notturna sensualità. I due minuti e mezzo di The Week Song, delicata ballata con la lap steel di Brenner in bella evidenza, introducono uno dei capolavori del disco, Hay Into Gold, mid-tempo dal sapore anni ‘90, con un malinconico ritornello che mi ha fatto pensare ai Dinosaur Jr suonati dai Cure. La nerboruta Long Dark Sky possiede il piglio elettrico dei Crazy Horse che replicano in chiave rock certa new wave targata Eurythmics. Can’t Wake Up è il country che sbarca sulle rive del Po’, la splendida The Other Side è una ballata elettrica tra Neil Young e Pearl Jam, I’ll See Ya è intimismo da pelle d’oca alla Elliott Smith, mentre Rest of My Life è la chiosa “vedderiana” per un disco intenso, che non ha un momento di stanca e coinvolge fin dalle prime note. In una stagione che fino a ora non ha riservato eclatanti sorprese, per quanto mi riguarda, questo è un album che probabilmente entrerà nella top five delle cose migliori del 2014.
PS: Il booklet contiene i testi delle canzoni tradotti in italiano. Incredibile, vero ? 

VOTO: 8,5





Blackswan, lunedì 11/08/2014

1 commento:

monty ha detto...

Mi hai decisamente incuriosito!