sabato 3 gennaio 2015

GOV’T MULE – THE DARK SIDE OF THE MULE




Dopo giorni di gozzoviglie e abbondanti libagioni, come iniziare al meglio questo imberbe 2015? Semplice e quasi scontato: con un po’ di sana attività fisica. Alcuni di voi, staranno macinando chilometri nel tentativo di smaltire chilometri di cotechino; altri avranno trovato asilo in qualche centro fitness, con annessa palestra, per cercare di bruciare le calorie ingurgitate insieme a tonnellate di lenticchie (a proposito: attenzione agli sforzi, eh!). Per tutti quelli come me, invece, che hanno davanti ancora qualche scampolo di vacanza e per questo continuano a tenere a portata di gomito un paio di bottiglie da stappare in allegria, per quelli cioè che non sono pronti per un considerevole dispendio di energie, consiglio un modo assai piacevole per fare un po’ di esercizio fisico. Hey, che avete capito? Non mi sto riferendo al sesso, state sereni, ma a un’ora abbondante di air guitar. Come fare è molto semplice: prendete un grande disco live di una delle migliori jam band in circolazione, che suona per una serata canzoni tratte dal repertorio di un gruppo leggendario, alzate al massimo il volume dello stereo e dateci dentro con la vostra immaginaria sei corde. Il disco ve lo consiglio io, non dovete nemmeno fare lo sforzo di sceglierne uno. Loro sono i Gov’t Mule, capitanati dal grande Warren Haynes, che la notte del 31 ottobre del 2008, al The Orpheum Theatre di Boston, salgono sul palco e dedicano un intero set alla musica dei Pink Floyd. Tutto molto bello, su questo non ci piove, ma anche un po’ strano. Che c’azzecca un combo di southern rock con le atmosfere lisergiche della venerata prog-band che fu di Roger Waters, e che adesso pasce sonnolenta fra le mani di David Gilmour e Nick Mason? A primo acchito, nulla. Ma non dimentichiamoci che i Muli sono adusi a coverizzare anche l’impossibile, e che Mike Abts (batteria) e lo stesso Warren hanno fatto parte, a inizio 2000, del progetto Blue Floyd, volto proprio a dare nuove vesti sonore alla sacra musica dei quattro geniacci londinesi. La testimonianza di quella inusuale serata è confluita ora in The Dark Side Of Mule (in versione singola, con il solo repertorio Pink Floyd, o tripla, con l’intero concerto – due cd - e un dvd) e, come vi dicevo, sta accompagnando queste mie prime giornate dell’anno. Scaletta davvero appetitosa (Wish You Were Here, Money, Time, Confortably Numb, Shine On you Crazy Diamond, tra le altre), versioni abbastanza fedeli all’originale, ma con una discreta spruzzata di american sound e soprattutto quell’ innato estro di improvvisatori che riesce ad allungare di buoni cinque minuti anche la già monumentale Shine On You Crazy Diamond. Da segnalare, oltre al grande lavoro di Haynes alla sei corde, anche l’ottima prova di Danny Louis alle tastiere e di Ron Holloway al sax. Tra i momenti più emozionanti, gli afrori southern di Wish You Were Here e un’incredibilmente cupa Have A Cigar: due piccoli gioielli che rendono The Dark Side Of The Mule un disco appetibile tanto dai fans dei Gov’t Mule che da quelli dei Pink Floyd e, ovviamente, da tutti coloro che amano la grande musica. Du gust is megl che one.

VOTO: 7,5





Blackswan, sabato 03/01/2014

1 commento:

Bartolo Federico ha detto...

I Mule, suonano stratosferici. molto meglio dei Floyd. auguri nick