lunedì 9 marzo 2015

IBEYI - IBEYI



Se di un disco ne parlano tutti e ne parlano tutti in modo estremamente lusinghiero, forse vale la pena procurarselo, non sia mai che uno si perda qualcosa di davvero valido. Per questo motivo, dopo aver visto un pò ovunque la copertina del disco, ho deciso di mettere mano al portafoglio e acquistare l'album d'esordio delle Ibeyi. Per chi ancora non lo sapesse, sotto il moniker Ibeyi (Gemelli) si celano due sorelle gemelle franco cubane, Naomi Diaz e Lisa Kainde Diaz, figlie del noto percussionista Anga Diaz, che ha fatto parte del progetto Buena Vista Social Club e ha suonato con gente del calibro di Steve Coleman, Ry Cooder, John Patitucci, prima di lasciarci, giovanissimo, nel 2006. Naomi e Lisa, sono nate a Cuba e vivono a Parigi, hanno solo diciannove anni, ma per certi versi possiedono idee già assai chiare, riuscendo a far convivere i propri gusti personali (hanno dichiarato come fonte di ispirazione Frank Ocean e James Blake), con il patrimonio musicale lasciatogli in eredità dal padre, un ibrido fra latin jazz e Santeria. Che le carte in regola per stupire ci siano tutte, lo si capisce fin dal packaging del cd, una sorta di custodia a incastro con la quale è possibile abbinare le foto attuali delle due ragazze con quelle di quando erano bambine. Una tale premessa visiva ben introduce i contenuti della scaletta del disco, che incastra, in un complesso puzzle musicale, tradizione e modernità, Cuba e Africa, elettronica e soul, jazz e pop. Appare chiaro, dopo soli pochi ascolti, che Naomi e Lisa tradiscono una maturità artistica inusuale per la loro giovane età: non solo il livello qualitativo delle composizioni è davvero alto, ma sono soprattutto la libertà espressiva e la volontà di superare gli steccati convenzionali della forma canzone a lasciare stupefatti. Vi è in queste due ragazze un'ambizione smisurata che le porta a sacrificare l'urgenza espressiva dei vent'anni, quell'urgenza che spesso conduce a canzoni imperfette ma sincere, alle necessità dettate dalle trame sofisticate di una visione adulta (e futuribile) di world music. Libertà espressiva, si diceva, e un'indubbia fascinazione sonora, che non riescono tuttavia a convincere fino in fondo. C'è una sovrabbondanza e, a volte, anche una ridondanza, di idee, che finisce per tarpare le ali a composizioni che, asciugate dal desiderio di sperimentare tout court, potrebbero volare altissime. Invece, il disco, pur nella sua coerenza formale e, come si diceva, nonostante l'alto livello compositivo, procede altalenante tra episodi che ci conquistano il cuore (Mama Says) o in cui la visione musicale delle sorelle Diaz trova un perfetto compimento stilistico (Oya), ad altri che ci lasciano indifferenti e anche un filo infastiditi (Stranger/Lover). In ogni caso, ce ne fossero di dischi così: questo esordio è infatti una delle cose più interessanti ascoltate in questo inizio 2015 e le indubbie capacità delle due ragazzine devono solo essere affinate dall'equilibrio di una buona dose d'umiltà. Hanno appena diciannove anni e il tempo è dalla loro parte.

VOTO: 7+





Blackswan, lunedì 09/03/2015

2 commenti:

Silvano Bottaro ha detto...

Concordo a pieni voti con la tua recensione. E' buon disco e... se il buon giorno si vede dal mattino, aspetteremo il pomeriggio.

Blackswan ha detto...

@ Silvano: disco super interessante, non c'è che dire.