domenica 1 marzo 2015

KING CRIMSON – LIVE AT THE ORPHEUM



Che i King Crimson siano stati uno dei gruppi più sperimentali, onnivori e illuminati della storia del rock (progressive), non c’è dubbio alcuno. Così come è altrettanto indubitabile che, nonostante il tempo trascorso da quei mitici anni’70, i lunghi periodi di stasi e i diversi cambi di formazione, Robert Fripp abbia saputo mantenere vivo il culto attorno alla band, inventandosi i ProjeKCts (sottogruppi di lavoro che operano in autonomia dal progetto principale) e il King Crimson Collector’s Club, operazione volta alla masterizzazione in digitale e alla diffusione di registrazioni live del gruppo (inizialmente solo per gli abbonati, poi aperta a tutti). Da ultimo, nel 2013, abbiamo assistito all’ennesima reunion della band sotto l’egida King Crimson VIII e con una formazione davvero inusuale: sette musicisti, quattro inglesi e tre americani, con tre batteristi. La formazione consiste infatti nei batteristi Gavin Harrison, Bill Rieflin, e Pat Mastelotto, con Tony Levin bassista, Mel Collins al sax, e i chitarristi Jakko Jakszyk e Robert Fripp. Live At Orpheum è dunque la testimonianza live dell’ultimo capitolo della storia del Re Cremisi e immortala quelli che sono stati i contenuti dell’ultimo tour, datato 2014, che, come sempre, ha visto il tutto esaurito, a testimonianza di quanto affetto ancora ci sia intorno alla band. La premessa è d’obbligo: visto che il mercato è saturo di live dei KC, questo disco è consigliato solo ed esclusivamente ai completisti, a quelli cioè che non vogliono perdersi nemmeno un minuto della mastodontica produzione di Fripp. Per tutti gli altri, direi che la spesa è sostanzialmente inutile e che, a parte la curiosità di sentire le tre batterie all’opera contemporaneamente, non c’è un reale motivo di interesse. Non dovrei dirlo, poi, dal momento che sono un appassionato della band da quando ero piccolo così, ma momenti veramente topici in questo live non ce ne sono molti. Lo sfoggio di tecnica e il perfezionismo è come di consueto a livelli eccelsi: ma tutto suona un po’ freddino e l’unico episodio che scalda veramente il cuore è la conclusiva e inarrivabile Starless. Un po’ pochino, ma a qualcuno potrebbe bastare.

VOTO: 6,5





Blackswan, domenica 01/03/2014

3 commenti:

mr.Hyde ha detto...

Grazie per la sincerità. Comunque sono d'accordo con te gli assoli di batteria non li reggo, tanto, forse è un mio limite.Ma un concerto di tre batterie insieme è un suicidio, per me. Anche se anch'io amo tanto i King Crimson e Robert Fripp.

Blackswan ha detto...

@ Mr. Hyde: di sicuro, un live act inusuale, quasi una provocazione, una delle tante a cui Fripp ci ha abituati.

Antonello Vanzelli ha detto...

Quando si parla di Fripp a me va bene tutto. Non riesco ad essere cattivo, i geni non possono che avere le briglie sciolte, nel bene e nel male.