domenica 12 aprile 2015

THERAPY? – DISQUIET




Non giriamoci troppo intorno: i Therapy? Li ricordiamo quasi esclusivamente per quel favoloso disco di punk rock melodico intitolato Troublegum (1994) e per uno dei singoli estratti dall’album, la mitica Nowhere (i più distratti facciano un giro su youtube per rinfrescarsi la memoria). La band nord irlandese ha, però, al netto di alcuni cambi di line up, continuato a sfornare dischi con cadenzata regolarità (una media di un album ogni due anni) senza riuscire tuttavia a replicare i fasti di metà anni ’90, nonostante, a onor del vero, qualche prova decisamente sopra la media (una su tutti Suicide Pact – You First del 1999). Oggi, a distanza di un ventennio da Troublegum, la band torna con un nuovo full lenght e il senso dell’operazione viene spiegato attraverso le parole del cantante e chitarrista Andy Cairns:  «Abbiamo voluto scrivere qualcosa che fosse di nuovo anthemico», a maggio dello scorso anno abbiamo fatto un tour per il ventesimo anniversario di Troublegum, che è andato completamente esaurito, ed è stato fantastico sentire quelle canzoni cantate di nuovo da noi e vedere che cosa abbiano significato per la gente. Chiaramente sarebbe una idiozia per noi tentare di ricreare Troublegum, perché quella era un’epoca diversa ed eravamo una band con una differente line-up, ma il punto di partenza per quest’album è stato di chiedermi: ‘Che cosa farebbe il protagonista di ‘Troublegum’ venti anni dopo?’. I nostri ultimi due album erano più sperimentali e diversificati, e sapevamo già che volevamo essere più attenti alla forma-canzone questa volta, quindi quell’idea concettuale combaciava perfettamente con quello che avevamo programmato in termini di direzione musicale». Disquiet, ed è questo il fiore all’occhiello dei Therapy?, è un disco che non guarda in faccia a nessuno e va per la sua strada infischiandosene delle mode e rispolverando semmai quelle atmosfere che resero leggendaria la stagione del punk. Suono duro, cazzuto e muscolare, qualche concessione alla melodia e molto materiale per furibonde pogate. Per converso non si può certo dire che la scaletta brilli di originalità, e a livello compositivo le idee sono pochine e reiterate all’infinito. Il risultato finale, pur nella sua commendevole omogeneità, è quello che ti puoi aspettare da una band artisticamente integra, ma sicuramente navigata su certi standard ormai consueti. Potenza e mestiere, ma emozioni poche.

VOTO: 6





Blackswan, domenica 12/04/2015

1 commento:

James Ford ha detto...

Quanti ricordi con Troublegum!
Che bomba di disco è stato!