domenica 10 maggio 2015

JOE BONAMASSA – MUDDY WOLF AT RED ROCKS




Nonostante sia un fan del chitarrista originario di Utica (New York), ormai ho perso il conto delle uscite a nome Joe Bonamassa. Saranno più o meno tre all’anno, a occhio e croce e senza esagerare. Era, infatti, il settembre del 2014 quando il buon Joe pubblicava il suo nuovo full lenght, Different Shades Of Blue, ed è di appena due mesi fa la scintillante collaborazione con Mahalia Barnes (Ooh Yea), insieme alla quale viene rivisitato il repertorio della grande cantante funk, Betty Davis. E siamo solo a maggio. Oggi, Bonamassa si ripresenta nei negozi con un doppio cd dal vivo (ma c’è anche il dvd e il blu ray) registrato la notte del 31 agosto dello scorso anno nello scenario suggestivo delle mitiche Red Rocks di Morrison (Colorado) e dedicato a due grandi della musica blues, Muddy Waters e Howlin Wolf. Una sorta di ritorno a casa, al primo amore di Joe, quello per la musica del diavolo e per i suoi grandi interpreti. Cosa che, peraltro, aveva già fatto in passato con Blues Deluxe (2003), album con qualche canzone originale e molte cover (da John Lee Hooker a Buddy Guy e Elmore James), balzato ai primi posti delle charts americane di genere. Prodotto da quello che è ormai l’alter ego di Joe, Kevin Shirley, e suonato insieme agli amici di sempre, Anton Fig alla batteria e Michael Rhodes al basso, a cui si aggiungono il tastierista Reese Wynans (performance strabiliante, soprattutto nella seconda parte del concerto) e una sezione fiati composta da Lee Thornburg, Ron Dziubla e Nick Lane, Muddy Wolf At Red Rocks è, a parere di scrive, probabilmente il miglior disco live della sterminata discografia di Bonamassa e un album davvero appetitoso per tutti gli amanti della sei corde. Un scaletta, infatti, che fa venire l’acquolina in bocca, con tanti super classici del blues (I Can’t Be Satisfied, You Shook Me, My Home Is On The Delta, How Many More Years e una reinterpretazione superlativa di Spoonful), un tributo al grande Jimi Hendrix (Hey Baby(New Rising Sun)) e alcuni brani dal repertorio di Joe, tra cui una adrenalinica Sloe Gin. Bonamassa, come invece talvolta era successo in passato, qui, fortunatamente, non mostra i muscoli, suona più fluido e interpreta con gusto e originalità un repertorio tra i più classici possibile, abbinando classe e sudore in egual misura. Ogni tanto si fa prendere la mano e qualche assolo è più prolisso del dovuto: ma si sa, questo è il difetto di un chitarrista che, per quanto riguarda fantasia, tecnica e creatività, è assolutamente ineccepibile e ha pochi eguali al mondo. Discone prevedibile, ma clamorosamente bello.

VOTO: 8





Blackswan, domenica 10/05/2015

2 commenti:

Offhegoes ha detto...

E chi si stanca del buon Joe? Sforna sforna 😉

Blackswan ha detto...

@ Offhegoes: molto bello, come quello che ha fatto insieme a Mahalia Barnes. Da comprare entrambi.