martedì 11 agosto 2015

THE STATESBORO REVUE - JUKEHOUSE REVIVAL



Si potrà obbiettare, ritengo anche a ragione, che di dischi che suonano come questo terzo lavoro dei Statesboro Revue se ne pubblicano parecchi ogni anno. Eppure, i fratelli Mann (Stewart alla voce e Garrett alla chitarra- con loro anche Kris Schoen alla batteria e alcuni altri turnisti di qualità), sanno, per così dire, spremere il sangue dalle rape. Se è vero, infatti, che la band proveniente da Austin (Texas) non fa dell'originalità la sua dote primaria, è anche vero per converso che Jukehouse Revival è un disco assai ben suonato, diretto, credibile e sincero. Attenzione, però: chi leggendo il nome della band si aspetta di ritrovarsi nei territori già frequentati dalla Allman Brothers Band (la cover di Stateboro Blues è il primo e immediato ammiccamento che balza agli occhi) si troverà in parte spiazzato. Le atmosfere di Jukehouse Revival sono infatti squisitamente southern, ma a parte un paio di episodi (tra cui l'ottima Undune in odore di Lynyrd Skynyrd), il tiro incrociato delle chitarre e le tirate jam usque ad finem non trovano condominio negli undici brani di cui si compone la scaletta del disco. Prevale semmai il passo morbido della ballata country soul (come nell'iniziale Bedroom Floor), intervallata da qualche momento appena più movimentato, come l'honky tonk di Every Town o il rock ruspante di Like The Sound. Nessun rischio di sbadiglio, ve lo assicuro: il disco è ben confezionato nella misurata alternanza dei brani e non manca poi quel buon retrogusto roots che insaporisce il tutto.

VOTO: 6,5





Blackswan, martedì 11/08/2015

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