venerdì 16 ottobre 2015

IL MOSTRO DELL'HINTERLAND - MATTEO FERRARIO



Riccardo Berio sta scontando un ergastolo per l’omicidio brutale degli zii, con cui divideva una villetta bifamiliare nell’hinterland milanese. All’epoca dei fatti, la movimentata vita sessuale delle due anziane vittime rendeva per contrasto ancora più ridicola e compromettente l’esistenza da fantasma di Riccardo, un quarantenne studente fuoricorso dalle molte passioni intellettuali, ma inabile al lavoro e ai rapporti umani, e in grado di mantenersi solo grazie all’eredità lasciatagli dal padre. Il movente del duplice omicidio del "mostro dell’hinterland ", come subito lo ribattezzano i media, viene individuato nella frustrazione e nell’invidia per la felicità sfacciata di una coppia di pensionati ben più vitali e socialmente inseriti di lui. Anni dopo la conclusione del processo, quando l’intera vicenda è ormai sprofondata nell’oblio, la casa dove Riccardo è cresciuto viene messa all’asta. Perso cos ì anche l’ultimo pezzo della propria identità, sente che è arrivato il momento di raccontare come sono andate davvero le cose, e al chiuso della sua cella comincia a scrivere. Lo fa col tono caustico e l’umorismo nerissimo di chi non ha mai sperato di salvarsi, perché fin dall’inizio sapeva di essere condannato.

Meglio chiarire subito per evitare ogni fraintendimento: a dispetto del titolo e della copertina, che richiama alla mente quelle serie poliziesche tanto di moda oggi, il bel libro di Matteo Ferrario non è un thriller. Anzi, in considerazione della ricchezza degli argomenti affrontati e della profondità di ragionamento che li sottende, sarebbe assai riduttivo collocare il romanzo all'interno di un genere qualsiasi. Le chiavi di lettura per affrontare Il Mostro dell'Hinterland potrebbero essere, a parere di chi scrive, sostanzialmente due. In primo luogo, ciò che emerge nella vicenda di Riccardo Berio, presunto responsabile di un efferato delitto ai danni dei propri zii, è il tema della diversità. Un diversità scansionata a ritroso, attraverso il racconto delle vicende processuali che porteranno alla condanna del protagonista. Non importa quante fallace sia stato l'impianto probatorio costruito dall'accusa, né rileva alcunché la superficialità con cui gli inquirenti hanno svolto le indagini: Berio è il colpevole perfetto semplicemente perché è diverso, perché non ha ambizioni, perché non lavora, perché ha una vita sessuale e affettiva pressoché inesistente, perché preferisce coltivare in solitudine i propri interessi culturali invece di dedicarsi alla vita scapestrata della gioventù o alla solida routine dell'uomo in carriera. Riccardo si autoesclude dalla comunità e intesse pochissime relazioni interpersonali, preferendo vivere nell'ozio, in una sorta di reclusa atarassia che gli consente di dar sfogo a un contradditorio soliloquio interiore. E' davvero un feroce assassino? Che abbia compiuto o meno il duplice omicidio, in realtà, non importa a nessuno. Non si sta infatti condannando un criminale, ma qualcuno che, nel comune sentire, è anche peggio di un assassino. Berio è infatti colui che non si fa convincere dal pensiero unico, che ha modi e atteggiamenti lontani dall'ordinarietà, che non vuole essere uno dei tanti, ma solo se stesso, mediocre e inetto quanto si vuole, ma unico. E su questo rilievo, si innesta la seconda chiave di lettura del libro, la cui vera sostanza viene rappresentata da un j'accuse, affilato e assai caustico, nei confronti della società italiana degli ultimi trent'anni. Il sistema Italia, lo sprofondo etico e culturale nel quale il paese è risucchiato, l'ignoranza crassa di un popolo ormai incapace di cercare la verità, perché fagocitato dallo strapotere dei media, sono infatti le vere vittime di Riccardo Berio e della penna icastica di Matteo Ferrario. Un autore che sorprende per la lucidità e l'intelligenza con cui imbastisce dal nulla una trama efficacissima, dando vita a un romanzo, breve per numero di pagine, ma ricco di contenuti e spunti di riflessione mai banali.


Blackswan, venerdì 16/10/2015

5 commenti:

cristiana marzocchi ha detto...

Sai che ti dico?
Mi hai convinta.
Buona giornata1
Cristiana

Luigi ha detto...

Gran romanzo. L'ho letto. Ottima recensione.

Blackswan ha detto...

@ Cri: ottima scelta!

@ Luigi: Grazie Luigi. Il libro è veramente bello.

Unknown ha detto...

L'ho letto e concordo pienamente!

Blackswan ha detto...

@ Barbara: si, davvero un ottimo romanzo.