martedì 17 novembre 2015

BILLY GIBBONS - PERFECTAMUNDO



Si scrive Billy Gibbons, ma si pronuncia ZZ Top. Almeno, così, si diceva un tempo. Oggi, il chitarrista texano abbandona la casa madre e dopo circa quarantacinque anni dal suo esordio sulle scene, rilascia un disco solista, il primo di una lunga e, per lunghi tratti, venerabile carriera. Un album, Perfectamundo, la cui genesi risale a una recente partecipazione del nostro barbudo all'Havana Jazz Festival, e che nelle intenzioni di Gibbons avrebbe dovuto mettere a confronto e far convivere le suggestioni derivanti da due diverse tradizioni musicali, quellla cubana e quella texana in quota rock-blues. Registrato tra la Spagna, il Texas e la California, questo full lenght in solitaria (ma non temete: gli ZZ Top sono stati accantonati solo momentaneamente) nasce con l'intento di stupire, di cercare strade espressive più originali rispetto a quelle di un passato ormai risaputo e di sperimentare con quei suoni latini, che appaiono concettualmente agli antipodi rispetto al ringhio hard boogie dei Tres Hombres. Operazione senz'altro commendevole, sulla carta molto intrigante e, verrebbe da dire, financo coraggiosa, se non fosse che, chi in carriera ha venduto più di quaranta milioni di dischi, può permettersi azzardi di questo tipo senza, in fin dei conti, rischiare granchè. Il fatto è che Perfectamundo è un disco riuscito male, un'accozzaglia confusa e sfiatata di banal blues, latin rock, funky, elettronica (oddio, che pena gli ZZ Top degli anni '80!), ove spesso si mostrano i muscoli per compensare un'evidente mancanza di ispirazione. Le canzoni da salvare sono veramente poche, e anche quelle che superano indenni le forche caudine di un ascolto attento (Got Love If You Want It, cover da Slim Harpo, la divertente Sal Y Piemento), risultano marginali rispetto al disastro che le contorna (la cover di Baby Please Don't Go di Big Joe Williams è da codice penale). Ofelè fa el to mestè (pasticciere fai il tuo mestiere), diciamo a Milano, per indicare qualcuno che si cimenta in lavori in cui non è avvezzo. Ecco, il proverbio milanese ben si adatta a chiosare la recensione su Perfectamundo, disco in cui Billy Gibbons, lo dico con tutto l'affetto possibile, ha pisciato, con compiaciuta supponenza, fuori dal vaso. Non che uno pretendesse un'altra La Grange, ma nemmeno s'aspettava un pasticcio simile.

VOTO: 4,5





Blackswan, martedì 17/11/2015



6 commenti:

Bartolo Federico ha detto...

terribile questo disco.

Blackswan ha detto...

@Bartolo: agghiacciante !

Unknown ha detto...

dove posso mandarti link da ascoltare? :)

Blackswan ha detto...

@ Sally luna: foreveryoung@fastwebnet.it :)

melonstone ha detto...

con la morte nel cuore, ammetto che il disco non è bello. però non ce la faccio ad aggiungere niente altro...lui, molto più di altri, è stata la motivazione per la quale mi sono messo a studiare la chitarra in maniera approfondita....

Blackswan ha detto...

@ Alessandro: a volte capita anche ai migliori: sto disco è una vera ciofeca.