lunedì 2 novembre 2015

IL MEGLIO DEL PEGGIO






Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo

Sul Marino Show cala il sipario. Il finale ha un retrogusto amaro. L'ultimo atto di un dramma dai toni grotteschi, si consuma durante la conferenza stampa nella sala capitolina. Un commiato che rappresenta l'espressione più evidente della mortificazione della democrazia. Aldilà delle riflessioni sulla buona o cattiva gestione della capitale, Marino assume il ruolo simbolico di vittima di una politica priva di scrupoli.
Correva l'anno 2013 e Ignazio Marino viene eletto sindaco, battendo Gianni Alemanno. Il nuovo inquilino del Campidoglio è, nemmeno a farlo apposta, un chirurgo e la Città Eterna è come un malato da codice rosso. Non c'è tempo da perdere. Ci vuole una terapia d'urto, ma si susseguono errori, furbizie e ingenuità talmente grossolani, da fare storcere il naso persino a un neofita della politica. E mentre nella capitale imperversa il malaffare, ci mettono la ciliegina sulla torta pure i Casamonica con un funerale tanto chiassoso quanto emblematico. La città è ormai esposta al pubblico ludibrio da parte della stampa estera. Ma l'ostinazione del chirurgo Marino pare inarrestabile. Armato di tenacia prosegue, in solitaria, una battaglia già persa. Anche a costo di apparire arrogante.
Il Grande Capo, intanto, si siede sulla sponda del fiume e attende. Arriva l'occasione ghiotta. Una patetica storia di scontrini e per il chirurgo Ignazio scorrono i titoli di coda. L'istrione Marino rassegna le dimissioni per poi ritornare sui suoi passi con una disinvoltura da lasciare interdetti. E' una sfida personale, una disputa interna al partito. Evviva il ribelle Marino, l'anti- Renzi. Tifo da stadio, cori nelle piazze per acclamare l'eroe dell'antipolitica, colui che ha osato sfidare il Capo. La piazza lo sostiene e non vuole deludere i cittadini che credono ancora in lui. Ed ecco che il Partito Democratico ( ha ancora senso definirlo tale? ) mostra la sua vera natura. Fino a qualche mese fa, Marino era inamovibile. Ora, i traditori ne chiedono la testa. Conciliaboli, riunioni carbonare, accordi trasversali con una parte delle opposizioni e poi, il diktat: Marino se ne deve andare. Punto. La fine della corsa per il sindaco "marziano", viene decisa fuori dal consiglio comunale. I 26 consiglieri ricevono, dall'alto, l'ordine tassativo di farlo decadere. Cala la scure su Ignazio Marino e, intanto, la democrazia vacilla.  

Vincenzo De Luca, su Rosy Bindi: "Sia chiaro: per me l'unica impresentabile è l'onorevole Bindi, da tutti i punti di vista. Cosa le rimprovero? La sua stessa esistenza!".

Paolo Del Debbio (giornalista), probabile candidato sindaco, al Comune di Milano: "Sono l'unico che può mettere d'accordo l'intero centrodestra, che ha il sostegno del Presidente Berlusconi e di Salvini. Il mio talk è l'unico che funziona, sono conosciuto, popolare...se proprio mi devo sacrificare, se proprio devo lasciare la tv e i miei studi, io punto a contendere la premiership a Renzi".

Denis Verdini, interrogato al processo P3: "Dell'Utri era il fondatore di Forza Italia, un'icona e un punto di riferimento per me, una figura carismatica, provavo per lui amicizia e stima".

Cleopatra, lunedì 02/11/2015  



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