martedì 26 gennaio 2016

SAVAGES - ADORE LIFE



Sono bastate due canzoni circolate in rete ben prima dell'uscita del nuovo album (The Answer e Adore),  a creare una palpitante attesa ed eccitare gli animi per il ritorno sulle scene delle Savages. Tanto che, in barba a ogni logica, già alcuni rumours citavano Adore Life come un possibile candidato a miglior disco del 2016. Che si tratti di un'ottimistica esagerazione, è fuor di dubbio; ma è altrettanto vero che un disco come Silence Yourself, esordio datato 2013, aveva fatto gridare al miracolo e ammantato il quartetto inglese di un'aura maledetta da riot grrrl in odore di tenebra. Non da meno, l'impatto mediatico generato dalla figura di Jehnny Beth, cantante e leader del gruppo, è di quelli che non lasciano scampo: il portamento androgino, l'attitudine goth e due occhi di brace, dentro i quali bruciano passioni indicibili, trasformano i video (e i live act) delle Savages un'esperienza al limite. Ciò nonostante, è pur vero che ci troviamo di fronte a un fenomeno derivativo come pochi, nel quale si concentra il meglio del rock in quota rosa degli ultimi quarant'anni (la Patti Smith del CBGB'S, Siouxsie, Babes In Toyland, Pj Harvey) e che affonda le proprie radici in quel movimento post punk, che tanto successo ebbe alla fine degli anni '70 e all'inizio del decennio successivo. Cosa determina, dunque, tanta attenzione per un gruppo, all’apparenza, citazionista come pochi? Cosa distingue le Savages dal mondo di replicanti che ingolfano le classifiche di mezzo mondo con una musica risaputa? Sarebbe riduttivo individuare la ragione del loro successo solo nello sguardo nostalgico di chi, quegli anni, li ha vissuti in prima persona, o, per converso, nella curiosità da parte delle generazioni più giovani verso il suono con cui sono cresciuti i loro padri. Il quid delle Savages risiede, invece, nell'energia e nella sincerità, in quell'urgenza espressiva che da sempre è il carburante nobile del rock. Se Silence Yourself, da questo punto di vista, era una badilata sugli stinchi, Adore Life punta ancora di più sulla forza bruta e sulle deflagrazioni noise. Eppure, nonostante la violenza primordiale che infiamma le canzoni in scaletta, il disco sembra formalmente più coeso e, soprattutto, palesa un'eleganza estetica, claustrofobica e ossianica finchè si vuole, capace però di identificare definitivamente un suono. Con Adore Life, infatti, le Savages sono diventate le Savages, una certezza che prescinde da ogni esplicativo riferimento filologico. Perchè se è indubbio che nella tripletta iniziale del disco si tocchi il punto di fusione tra la ferocia dei Killing Joke e il romanticismo disperato dei Joy Division, che Adore navighi nella corrente punk wave tanto cara a una certa Patti Smith e che a tratti si colgano echi di gioventù sonica,  tuttavia, la voce stressata e salmodiante delle Beth, il drumming quadrato e convulso, il basso martellante e i feroci riff di chitarra, suonano così unici, diretti e immediati, così già riconoscibili nella loro assolutezza narrativa, che verrebbe da pensare che il post punk sia nato oggi. Non è così, ovviamente, perchè tutto nella musica, si crea, si distrugge e si rigenera, in un loop senza fine. La differenza sta semmai nel sudore, nel cuore, nella genuinità con cui si maneggia la materia e si sviluppano le idee. Allora, quando parte Mechanics, ultimo brano del lotto, è evidente che nel caso delle Savages siamo un abbondante gradino sopra la media creativa. La percezione, infatti, è quella di fluttuare nel buio cosmico, avviluppati in luminescenti nebulose, mentre il rumore degli astri in movimento cadenza il tempo dell'infinito: terrificante e poetica al contempo, questa intuizione finale consegna alla storia del 2016 un grande disco e un gruppo destinato a restare in vetta per parecchio tempo. Se poi Adore Life sarà il miglior disco dell'anno, lo sapremo solo a Natale. Per il momento, alzate il volume dello stereo e godete.

VOTO: 8






Blackswan, martedì 26/01/2016

5 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

Mi sento un selvaggio a essere d'accordo con te, ma almeno sulle Savages ci siamo. :)

p.s. Non è che sul tuo blog c'è qualche virus? Ogni volta che passo di qui mi si disconnette in automatico da Internet...

Unknown ha detto...

Ottimo disco, in ascolto anche sulle mie frequenze!

Blackswan ha detto...

@ Marco:sereno: è l'eccezione che conferma la regola :)
PS: ho messo un virus anticannibale :) A parte gli scherzi: non credo, funziona tutto bene e nessuno ha manifestato lo stesso problema.

@ Salvatore: Ottimo davvero! A tutto volume allora !

Lucien ha detto...

Ricorda parecchio Siouxsie, però evitando l'effetto "copia-incolla-modifica" perciò mi piace!

Blackswan ha detto...

@ Lucien: A me piace perchè, stranamente, suona decisamente Savages :)