sabato 2 aprile 2016

INA FORSMAN – INA FORSMAN



Non fatevi trarre in inganno dalla foto in copertina perché, me ne rendo conto, non è molto incoraggiante. Non tanto per il bel volto di Ina Forsman, che sfida la macchina fotografica, sostenendo orgogliosamente uno sguardo appena velato da un leggero strabismo di Venere; quanto, semmai, per la patina hipster dello scatto, che fa pensare a una nuova starlett del pop, al pari di Lana Del Rey, Rihanna o Taylor Swift. No, signori: Ina Forsman, rispetto ai personaggi citati poc’anzi, vive a una decina di galassie di distanza, in luoghi in cui la musica ha un’anima e il giuramento prestato a Euterpe contiene tre parole che creano un vincolo inscindibile: blues, r’n’b e soul. Da dove spunta questa ragazza poco più che ventenne, che sta facendo letteralmente impazzire il sottoscritto? Ina arriva dalla Finlandia, da Helsinky  per la precisione, e ha iniziato, solo diciassettenne, partecipando a un talent nazionale, vinto a mani basse, fra lo stupore del pubblico pagante. Il tempo di essere presa sotto l’ala protettrice del bluesman Helge Tallqvist e del musicista belga Guy Verlinde, per farsi le ossa in giro per l’Europa, e la Forsman vola ad Austin, in Texas, dove registra il suo album d’esordio. Che è una bomba, una delizia per i padiglioni auricolari, un discone, insomma. C’è la voce di Ina, in primo luogo: caldissima, duttile, e con un timbro che ricorda quello di Amy Winehouse, ma con accenti leggermente più rock e bluesy. Nulla a che vedere, dunque, con l’impostazione scolastica e omologata che abbiamo ascoltato, più o meno, in tutti i talent del mondo. La ragazza ha personalità da vendere, i dischi di papà, lo si capisce, li ha ascoltati tutti, ma il suo talento vocale la tiene distante dal tratto calligrafico o dal mero recupero filologico. Non solo è credibile, quindi, ma possiede anche le qualità indispensabili per muoversi in un contesto musicale riconoscibilissimo, portando però con sé una ventata di freschezza. Prova ne è il fatto che le undici canzoni in scaletta sono tutte autografe e denotano, nonostante la giovane età dell’artista, doti compositive decisamente interessanti. La ciliegina sulla torta ce la mettono poi un gruppo di sessionisti affiatatissimo (alla chitarra Laura Chavez e Derek O'Brien, alle tastiere Nick Connolly, al basso Russell Jackson e Tommy Taylor alla batteria), la produzione di Mark 'Kaz' Kazanoff e, soprattutto, il superbo lavoro agli arrangiamenti di Tomi Leino (uno che mi ha fatto ripensare al tocco di Charles Calello in Eli And The Thirteenth Confession di Laura Nyro). Ed è proprio grazie alla maestria di Leino che le canzoni della Forsman fanno il salto di qualità necessario per portare il disco a un livello ancora superiore. Prendete, ad esempio, l’iniziale Hanging Loose, un r’n’b marchiato Aretha Franklin: ascoltare il perfetto interplay fra il fraseggio di piano (che intuizione!), la travolgente sezione fiati, l’assolo di chitarra dal suono decisamente rock, la batteria pestata a sangue e la voce della Forsman, che prima agevola lo swing e poi si sbriglia, lasciando libero passo all’istinto, è un’esperienza da capogiro. Tutte le tracce in scaletta, però, esplodono di odori e di colori, sia quando il suono ci porta nel cuore della notte al Cotton Club per ascoltare Cab Calloway (Bubbly Kisses), sia quando si accendono le luci sugli anni ’60 e l’omaggio alla grande Amy è più esplicito di un cazzotto in bocca (Before You Go Home). Quindi, fidatevi del sottoscritto e non fatevi fuorviare dalla copertina: la migliore sorpresa di questa prima parte del 2016 arriva dalla Finlandia e si chiama Ina Forsman. Grande voce, grande disco.

VOTO: 8 





Blackswan, sabato 02/04/2016

4 commenti:

Unknown ha detto...

Che voce! grazie Pusher! e buona domenica ;)

Blackswan ha detto...

@ Sally: de nada ! Abrazo !

giuseppe ha detto...

la voce è meravigliosa - ma se cambiasse band sarebbe molto meglio - quello che suona l'armonica fa pena - deve scegliere la carriera solista il più presto possibile -

Blackswan ha detto...

@ Giuseppe: questa è la carriera solista. Che deve fare: suonarsi tutti gli strumenti da sola e contemporaneamente ?