mercoledì 15 giugno 2016

JANE LEE HOOKER - NO B!



Jane Lee Hooker. Ecco un nome che rimanda immediatamente al grande John e che ci fa pensare che stiamo per parlare di una nipote o pronipote che ha intrapreso le orme musicali del nonno. Invece, sotto la sigla JLH non si cela una sola persona, ma un gruppo. Anzi, per la precisione, un supergruppo di ragazze, composto da Dana "Danger" Athens al canto, Hail "Mary" Zadroga al basso (Wives), Tracy "High Top" alla chitarra (Nashville Pussy), Melissa "Cool Whip" Houston (Josh Joplin) alla batteria e Tina "Tbone" Gorin alla chitarra (Helldorado, Bad Wizard). La seconda cosa che viene in mente, leggendo il nome del combo (e qui non c'è margine d'errore) è che le cinque ragazze amino il Mississippi e Chicago, il blues e tutte le sue derivazioni (soprattutto elettriche e imparentate con il rock). Fatte le presentazioni e circoscritto il campo d'azione della band, rimane solo da parlare di quest'esordio, che non è ben chiaro se sia frutto di una collaborazione estemporanea o sia invece il primo capitolo di un progetto che guarda al futuro. Una cosa è certa: questo No B! (che cosa significhi il titolo dell'album, Dio solo lo sa) è una bomba pronta a deflagrare dalle casse del vostro stereo.




Queste cinque ragazze, infatti, sono delle indemoniate che usano la sala di registrazione come un palco, dove suonare, usque ad finem, finchè, cioè, stanchezza, crampi e sudore non prendano il sopravvento. Anche se stiamo parlando di un disco in studio, No B! suona, infatti, piu come un jam session senza regole nè artifici, ove unico paletto, per ovvie ragioni di spazio, è che prima o poi la canzone deve finire. Si fossero on stage, queste cinque ragazze svenirebbero piuttosto che mollare il colpo e gli strumenti: in sala, invece, contengono le loro intemperanze entro i cinque minuti di media, dando vita a una miscela rumorosissima di hard rock blues attraversato da scosse garage (Mean Town Blues di Johnny Winter). In scaletta, un solo brano originale (la possente In The Valley, a firma di Dana "Danger" Athens) e dieci cover, alcune delle quali sono autentici pezzi di storia. A essere letteralmente strapazzate dalle JLH sono Mannish Boy e Champagne and Refeer di Muddy Waters, I Believe To My Soul di Ray Charles, Free Me di Otis Redding e Shake For Me di Willie Dixon, solo per citarne qualcuna. Se cercate classe e ricostruzione filologica, scappate a gambe levate: qui, come detto, si randella senza tema, con basso e batteria che macinano chilometri, chitarre che duellano senza regole, arrangiamenti ridotti all'osso e volumi esagerati. Ma se vi fermerete ad ascoltare, sarà dura, poi, levare il cd dal lettore. In fin dei conti, queste sono ragazze che vogliono solo cazzeggiare e far rumore con la musica che amano di più. E francamente, se ci sono ancora motivi per cui il rock è in grado di farci battere forte il cuore, uno di questi, forse il più importante, è proprio la voglia di far casino. Con lo stereo a palla e con buona pace dei vicini di casa.

VOTO: 7,5




Blackswan, mercoledì 15/06/2016

2 commenti:

Granduca di Moletania ha detto...

E chi le ferma queste qua?
Ma forse non vogliono nemmeno essere fermate.
Piccolo retro-pensiero: attenzione che se il tuo gruppo si chiamava Nashville Pussy e il disco lo intitoli No B, è dificile che i discorsi non slittino sul maschilista e la musica finisca in secondo piano.
E invece ci danno dentro. Brave.

Un abbraccio

Blackswan ha detto...

@ Granduca: beh, penso che se lo vadano abbastanza a cercare :) Queste spaccano, in tutti i sensi! :) Un abbraccione !