sabato 11 giugno 2016

MARK KOZELEK – SINGS FAVORITES



Accantonato per il momento il moniker Sun Kil Moon e archiviate le collaborazioni con Desertshore, Jimmy Lavalle e Nicholas Pauls, Mark Kozelek torna con un disco di cover. Non è certo una novità per l’ex leader dei Red House Painters cimentarsi con canzoni di altri musicisti: il suo primo album solista, What’s Next To The Moon (2001) era, ad esempio, un piccolo gioiellino intimista in cui Kozelek reinterpretava in chiave acustica il repertorio degli Ac/Dc. Lo stesso era poi accaduto nel successivo Like Rats (2002), con tributi agli Yes, ai Genesis e perfino a Ted Nugent, e con Sings Christmas Carols (2014) album dedicato, come intuibile dal titolo, alle canzoni natalizie. Il merito di Kozelek, a ogni modo, è sempre stato quello di rifuggire da operazioni di copia-incolla e di cercare, invece, una nuova veste formale e una nuova anima alle canzoni altrui, utilizzando il linguaggio della malinconia. Con Sings Favorites, Kozelek intende omaggiare (prevalentemente) gli ascolti della sua giovinezza, cimentandosi nella rilettura dei brani che riempivano le sue giornate di ragazzo. Come intuibile, allora, in scaletta c’è un po’ di tutto, con brani che, geneticamente e temporalmente, appaiono spesso lontanissimi tra loro. A tenerli uniti c’è il fille rouge della nostalgia, il timbro dolente di Mark, un pianoforte e un mood improntato all’intimismo e alla tristezza. 




Se è indubbio il valore artistico della canzoni reinterpretate, è altrettanto vero, però, che non sempre il songwriter nativo di Massillon centra il bersaglio. Il disco si apre e si chiude con i due pezzi meglio riusciti della raccolta. La prima è Send In The Clowns, celeberrimo brano a firma Stephen Sondheim, tratto dal musical A Little Night Music del 1973; l’altra è Float On, proveniente da Good News For People Who Love Bad News, quarto full length dei Modest Mouse, datato 2004. In entrambi i casi sono ottimi sia l’arrangiamento che l’interpretazione. Pessimo, invece, il riadattamento di I’m Not In Love dei 10 CC, che suona davvero lontanissimo dalle corde di Kozelek, in difficoltà anche nelle parti vocali. Non particolarmente riuscite sono, poi, Moon River, brano tratto dalla colonna sonora di Colazione Da Tiffany (1961) a firma Johnny Mercer e Henrry Mancini, e Somewhere Over The Raimbow a firma Harold Arlen e già nella colonna sonora de Il Mago Di Oz, anche se, a dire il vero, sono brani talmente belli da risultare piacevoli qualsiasi veste indossino. Molto meglio Mainstreet di Bob Seger, spogliata di ogni accento americano, e la delicata Something Stupid, super hit del 1966, scritta da C. Carson Parks, e poi portata al successo, in epoche diverse, da Frank Sinatra e Robbie Williams. Non tutto, dunque, è imperdibile in questa raccolta, che manca del fascino straniante che, ad esempio, animava il citato What’s Next To The Moon. Tuttavia, pur non essendo un disco imperdibile, Sings Favorites suona nel complesso piacevole,  confermando Mark Kozelek come un ottimo interprete di canzoni altrui. oltre che raffinato songwriter. A fianco dell’ex Red House Painters, compaiono anche gli amici Mike Patton e Mimi Parker dei Low. A luglio, in Italia

VOTO: 6,5





Blackswan, sabato 11/06/2016

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