sabato 2 luglio 2016

DEERHOOF – THE MAGIC (Kythibong/Clapping Music/Goodfella, 2016)



Ci si avvicina sempre con emozioni contrastanti ai dischi dei Deerhoof: stravaganza compositiva, sperimentalismi, azzardi di ogni tipo, volontà ostentata di stare fuori dagli schemi, nessun vincolo sul genere da proporre. Ogni volta è così, in quasi 20 anni di attività e innumerevoli album all’attivo, un misto di eccitazione e piccole ansie per una band irregolare e impegnativa da affrontare, altissimi i rischi di stordimento e bulimia sensoriale. Un po’ come quando si partecipa a quelle cene con mille portate diverse che suggeriscono l’idea di abbondanza e varietà eccessiva al solo arrivo degli antipasti. Si va via sfamati e sfiniti in percentuali uguali.
Diciamolo subito, basta un solo ascolto di questo nuovo album per fugare tutti i dubbi: il banchetto che i Deerhoof hanno approntato per noi a questo giro è ricco (irriducibili, non diventeranno mai dei minimalisti) senza però stancare. Tutt’altro! Se nel passato avete divorato l’Indie Rock di Pavement e Thinking Fellers Union Local 282, e più recentemente apprezzato l’Art Rock di band come Psapp e Tune-Yards in The Magic c’è di che divertirsi e parecchio. Una delle caratteristiche più importanti è il sostanziale ritorno alle sonorità Lo-fi che avevano contraddistinto la band di San Francisco ad inizio carriera, da considerarsi non come un passo indietro, bensì, il riappropriarsi delle prerogative più funzionali al loro progetto di Rock a 360° che nonostante le più inverosimili derive fa dell’immediatezza il suo fulcro. Cosa che può solo far piacere considerate le ultime prove un po’ troppo “prodotte” ed edulcorate. Entrando nello specifico l’album è un contenitore di sorprese declinate nelle maniere più diverse. Piazzano subito il capolavoro, The Devil and his Anarchic Surrealist Retinue, quintessenza della schizofrenia Deerhoof.





Il pezzo parte fortissimo, col piglio chitarristico e sferragliante delle migliori band Garage Punk, per poi mutare pelle con svagatezze Pop sinuose e orientaleggianti. Kafe Mania! è un divertito e delirante inno Hard Rock alla voglia di caffè e all’abitudine tutta italiana di servirlo in cento modi diversi: "Cappuccino! Macchiato! Affogato! Corretto!" reclama urlando dal microfono la cantante Satomi Matsuzaki con il suo irresistibile accento nippo americano, uno dei pezzi dell’anno per le compilation categoria bizarre. That Ain't No Life To Me, Dispossessor e Plastic Thrills sono Punk song tiratissime e ubriacanti da ricercare nel solco tracciato dai Pixies. Life is Suffering è una di quelle canzoni grazie alle quali è facilissimo invaghirsi del gruppo californiano. La carica di inquietudine esistenziale suggerita dal titolo viene disinnescata dall’interpretazione che assume forme più che gioiose e, nel finale quasi sarcastico, tutta la voglia di non prendersi mai troppo sul serio. Criminals of the Dream è un altro stuzzicante pasticcio musicale dove stavolta fanno convivere allegramente Synth-Pop e Noise Rock, un possibile tributo ai disciolti e altrettanto “irregolari” Fiery Fournaces. E c’è dell’altro in questo folle e visionario puzzle dei mutaforma Deerhoof: l’omaggio a James Brown di Model Behavior,  I Don't Want to Set the World on Fire, ballata stramba e scheletrica che non lascia indifferenti, l’anarchia poliritmica e funkeggiante alla Talking Heads di Debut e della conclusiva Nurse Me.
Anche la genesi produttiva è quanto meno singolare: i 15 brani sono stati messi a punto in soli sette giorni di registrazioni nei locali dismessi di un vecchio ufficio nel bel mezzo del deserto del New Mexico. Pochissimi i comfort tecnologici, evidente l’intenzione di rimettersi in gioco con in mano le uniche armi della creatività e della libertà espressiva. Quasi un nuovo debutto quindi per Satomi Matsuzaki (voce e basso), Ed Rodriguez e John Dieterich (per entrambi chitarre e tanto altro) e il batterista Greg Saunier, che sollecitato a questo proposito ha dichiarato: "Abbiamo fatto quello che ci piaceva quando eravamo bambini, quando la musica era magia, prima ancora di sapere che ci fossero delle regole imposte dell'industria discografica. A volte l’Hair Metal è la scelta giusta."
Se dovessimo ipotizzare in quali direzioni stiano andando i Deerhoof nel futuro prossimo, pochissimi i dubbi: tutte e di più.

Voto: 8





Porter Stout, sabato 02/07/2016

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