martedì 19 luglio 2016

JEFF BECK - LOUD HAILER



Alla veneranda età di 72 anni, non è facile muoversi nel grande circuito del rock, mantenendo un briciolo di credibilità (e di dignità). Ed è ancora più difficile se quel rock lo hai costruito tu, pietra su pietra, attraverso dischi leggendari e una sei corde tra le più innovative di sempre. Perché, poi, diciamolo pure, il confronto con il passato sa essere sempre impietoso. Probabilmente in pochissimi, allora, avrebbero scommesso su un nuovo disco di Jeff Beck (l'ultimo, Emotion & Commotion, risale a sei anni fa) e ancora in meno avrebbero sperato in un buon disco come è, invece, Loud Hailer. Che è davvero molto, ma molto, diverso da come si sarebbe potuto immaginare: non più l'orchestra, come nel precedente disco di cover, niente compassato rock blues, niente troiate elettroniche. Loud Hailer è un album che tiene fede al titolo, e suona duro, rumoroso, energico, a volte, addirittura, eccitante. Certo, ci sono momenti più rilassati (la bellissima ballata Scared For The Children, la meno riuscita O.I.L., e la conclusiva Shrine, brano molto sixties, in odore di riempitivo), ma il disco è prevalentemente imparentato con un gagliardo noise rock dagli accenti blues (e c'è anche un godibilissimo pezzo funky: The Ballad Of The Jersey Wives). Non c'è che dire, Beck ha fatto le cose per bene, a partire dalla scelta dei collaboratori. Ha visto suonare due giovani e agguerrite ragazze, Carmen Vendenberg alla chitarra elettrica e Rosie Bones al canto, ne è rimasto fulminato e le ha subito imbarcate nell'impresa. Si è fatto co-produrre da un giovane ed emergente produttore italiano, Filippo Cimatti, e, udite udite, ha assoldato alla sezione ritmica Davide Sollazzi (batteria) e Giovanni Pallotti (basso), già alla corte di Marco Mengoni (sic!). Ne è venuto fuori un disco grintoso e moderno, tanto che, in alcuni passaggi, più che Jeff Beck vengono in mente i Dead Weather di Jack White. Il nostro eroe, da parte sua, evita eccessivi virtuosismi (ci sono anche quelli) e si inventa una performance rumorosa e muscolare, quasi a voler dimostrare che, nonostante la veneranda età, gode ancora di ottima salute. Loud Hailer non sarà certo il disco dell'anno, ma è ben lontano dall'essere il canto del cigno di un genio in riserva di energie e prossimo alla pensione. Si fa ascoltare e molto volentieri.

VOTO: 6,5





Blackswan, martedì 19/07/2016

2 commenti:

Angelo G. ha detto...

E bravo Jeff Beck!

Blackswan ha detto...

@ Angelo: Oh Yes !