giovedì 14 luglio 2016

MARTA REN & THE GROOVELVETS - STOP LOOK LISTEN (Record Kicks, 2016)



L’estate è arrivata, sarà ricordata come la più calda del secolo (record che vale poco, ogni anno è così), e si porta appresso i tormentoni dello stupidario musicale nazional-popolare (non c’è verso, ogni anno è così). Gli antidoti sono noti: ventilatore a tutta, boccali di birra ghiacciata, Rock, Punk e Blues delle migliori annate e, in aggiunta, uno di quei dischi che per genere e mood sia quanto di più lontano dalle puttanate radiofoniche che rendono spiagge, bar e centri commerciali posti infrequentabili. Quest’anno viene in soccorso una formidabile ragazza portoghese spalleggiata da una band con otto musicisti di livello assoluto: Marta Ren & The Groovelvets. Il loro debutto, pubblicato nel gennaio scorso dall’etichetta milanese Record Kicks (prezioso il catalogo, imprescindibili le raccolte SoulShaker e Let’s BOOGALOO), è una mano santa per agevolare le nostre difese personali. Ultra-Vintage fin dalla sofisticatissima copertina (vedi il segno d’usura che compare sul cartonato), è stato registrato su otto piste Ampex da New Max degli Expensive Soul (altra band portoghese) e mixato da Andy Valette nei suoi studi newyorchesi (David Bowie e Jon Spencer Blues Explosion tra i suoi assistiti). Il risultato è una miscela esplosiva di profondo ed incontaminato Funk/Soul. Undici brani magicamente fuori dal tempo per altrettante prove di bravura che fanno gridare al miracolo.
Marta Ren (Marta Campos all’anagrafe di Oporto) non è una debuttante: due dischi all’attivo (con la band The Bombazines) e gli anni passati sui palcoscenici dei festival più importanti del suo paese hanno contribuito a farne una stella del Soul lusitano. Il botto vero però lo fa con i Groovelvets grazie all’uscita nel 2013 di 2 Kinds Of Men, stilosissimo singolo Northern Soul rilanciato da personaggi di livello internazionale come Craig Charles della BBC e Andy Smith dei Portishead, ed ora con Stop Look Listen splendido album che ha già collezionato commenti entusiastici un po’ dappertutto. 





Si parte con tre brani da urlo: Don’t Look, Release Me e I'm Not Your Regular Woman (unico pezzo non originale, cover di una canzone del 1968 di Lucille Mathis). La voce di Marta Ren è spettacolare, una forza della natura, la band ha il suo bel daffare per starle dietro ma è in gran forma e non perde un colpo. Verrebbe voglia di metter mano alle compilation di Stax e Daptone, ricomprendendo nelle scalette queste incredibili canzoni, tra un perla delle Staple Singers e un gemma di Sharon Jones. Non è blasfemia, questa ragazza è un vero fenomeno che dispensa empatia all’istante, in un tripudio d’ottoni, sax, hammond e percussioni. Per non dire della ipnotica Smiling Faces, vertice emotivo del disco (indimenticabile il refrain), da annoverare tra le migliori ballate degli ultimi anni. Con la chitarra pungente e il groove dirompente di It's Today si arriva a metà dell’opera. Ciò che segue non abbassa di una virgola il giudizio, tutt’altro: I'm Coming Home è un esempio di grazia ed eleganza compositiva in perfetto stile Daptone, la strumentale Be Ma Fela travolge sprigionando meraviglie Blaxploitation, mentre Let's Talk About The Kids ci cattura con una progressione nervosa di spigoloso Funk/Jazz alla maniera di James Chance. Scrosci di pioggia introducono e chiudono la devastante So Long, la voce della Ren è potente, regala brividi contrappuntata com’è dal gran lavoro al piano di Sérgio Alves e dal drumming marziale di Hugo Danin, che infonde pathos ulteriore al brano. Nella conclusiva I Wanna Go Back torna la vitalità Funky/Soul, Marta si sgola chiamando a raccolta i suoi eroi musicali le Soul Sisters, Marva Whitney e Vicki Anderson, e il più grande di tutti: James Brown. Un fantastico esordio che, al pari di quello della finlandese Ina Forsman, fanno del 2016 un anno memorabile per la Black Music europea. 

VOTO: 9





Porter Stout, giovedì 14/07/2016

2 commenti:

giuseppe ha detto...

tutta questa meraviglia di voce non la sento per niente...anzi è alquanto brutta - molto meglio quella di HANNAH WILLIAMS & THE TASTEMAKERS -

Blackswan ha detto...

@ Giuseppe: per fortuna che ci sei sempre tu a indicarci la strada.