venerdì 15 luglio 2016

RICK BRANTLEY - LO - FI Ep / HURT PEOPLE (SINGLE)



Rick Brantley è un personaggio a dir poco anomalo. Di lui, infatti, si parla pochissimo, nonostante le sue canzoni siano state coverizzate da artisti del calibro di Meat Loaf e David Nail, e abbia suonato, aprendone i concerti, con autentiche leggende della musica a stelle e strisce, quali John Hiatt e Steve Earle; inoltre, la sua discografia, altalenante e assai scarna, è composta da un solo full lenght e da un pugno di Ep, rilasciati tutti col contagocce. Insomma, questo ragazzo vive ben lontano dallo star system, se ne infischia delle luci della ribalta e del successo, e scrive e suona con sincerità, solo nel momento in cui ne sente effettivamente il bisogno. Nato e vissuto nella mecca del suono sudista, a Macon, Georgia, figlio di un predicatore che lo ha cresciuto a gospel, sermoni infuocati e artisti leggendari (The Allman Brothers Band, Blind Willie McTell, Otis Redding e altre grandi band degli anni '70), Rick mastica fin da ragazzino parecchia musica e inizia a comporre giovanissimo, sfruttando un piccolo studio di registrazione, che il padre ha allestito in casa. Nel bagaglio di ispirazione di Brantley non finiscono però solo i dischi del padre, ma anche passioni nate autonomamente: Bruce Springsteen e Billy Joel, per iniziare, e poi Guy Clark e Townes Van Zandt. 




Lasciata Macon, Rick si trasferisce a Nashville e qui inizia la sua avventura musicale improntata al più disinvolto understatement. Lo-Fi, uscito l'anno scorso, testimonia, grazie a sei canzoni tutte bellissime, il grande talento di Brantley, che ha elaborato le sue fonti d'ispirazione, dando vita a uno stile proprio e riconoscibile, in cui confluiscono strumenti acustici, chitarre e pianoforte, una voce rauca e profonda, un piglio da crooner, il Boss, Steve Earle e Chip Taylor. Sei ballate suonate e cantate con il cuore in mano, scarne ma ricche di malinconia e romanticismo, eseguite in presa diretta, senza aggiunte successive. Da citare una straordinaria cover di Try A Little Tenderness di Otis Redding (da brividi) e la conclusiva Half Mile Hill, capace di spappolare il cuore anche agli ascoltatori più ruvidi. Hurt People, singolo datato 2016, è poi l'ennesima prova di una discografia claudicante, visto che non è dato sapere se si tratta di un'uscita estemporanea o se invece sia l'anticipazione di un nuovo disco o di un nuovo Ep. Ciò che conta è che si tratta di un'altra bella canzone: springsteniana fino al midollo, con la voce calda di Rick in bilico fra talking e cantato, perfetto interplay fra pianoforte e chitarre e un ritornello da brividi. Dal momento che è impossibile, o quasi, riuscire a trovare da noi i lavori di Brantley su cd, il consiglio è quello di fare un salto su iTunes, dove riuscirete ad acquistare tutto. Ne vale la pena.

VOTO LO - FI Ep : 8
VOTO HURT PEOPLE (Single): 7 









Blackswan, venerdì 15/07/2016



4 commenti:

Bartolo Federico ha detto...

will t. massey, docet. bello

Blackswan ha detto...

@ Bartolo: Grande Massey! Effettivamente in certi brani c'è una certa somiglianza (A Summertime Graveyard?). Io trovo che Brantley abbia un'indole Springsteeniana e in alcuni brani mi ha ricordato anche Chip Taylor.

Bartolo Federico ha detto...

un mood tipico di quei cantautori che vivono le canzoni sulla propria pelle, romantici, e sognatori quanto basta, per restare per sempre nell'anonimato. un disco da dustyroad questo, ciao nick.

Blackswan ha detto...

@ Bartolo: ciao a te, è sempre un piacere confrontarsi, mon ami.