martedì 13 settembre 2016

BLACKBERRY SMOKE - LIKE AN ARROW



C’è qualcosa nei Blackberry Smoke che non torna. O meglio, c’è qualcosa che dai Blackberry Smoke non ci si aspettava: l’omologazione al mainstream. Il precedente Holding all the roses aveva rappresentato un passo falso dal punto di vista della scrittura ma di certo un approdo verso le classifiche che contano. Di quel disco, più che ricordare una canzone, torna in mente la produzione di Brendan O’Brien, deus ex-machina prima del grunge dalle vendite milionarie e ora di artisti che vogliono garantirsi un approdo commerciale pur mantenendo chitarre scintillanti e bassi pulsanti.Con Like an arrow gli Smoke avevano in mente di fare un passo indietro rispetto al piattume cui o’Brien li aveva costretti, tornando all’autoproduzione e annunciando il ritorno a fasti più rurali. La promessa però non è del tutto mantenuta. Intanto l’opener, nonché single in airplay radiofonica americana da luglio, “Waiting for the thunder”, viaggia su un riff dozzinale (trito e ritrito) per poi esplodere in un ritornello molto inno da stadio; a seguire, un assolo di Hammond e quello di chitarra, quasi a dire: siamo ancora southern, no?
Con la seguente “Let it burn” si torna al rock-blues, ma è un pezzo che potete tranquillamente sentire da altre mille band. Migliore invece “The Good Life”, con buon pathos e un sapore agreste che li fa ritornare finalmente al Sud e con qualcosa da dire. In generale, il mood del disco segue l’andamento del terzetto iniziale, con momenti più intimi in cui le chitarre acustiche la fanno da padrone e brani a tinte hard-rock in cui però si evidenzia la pecca più grande che Charlie Starr & co. si trascinano dietro la tempo: Brit Turner, il batterista. Una band di livello mondiale come i Blackberry Smoke non può più ospitare una batteria così elementare, che ormai li costringe come una zavorra a non prendere mai il volo. Dall’altra parte invece è sempre più impressionante la grandezza di Charlie Starr: voce perfetta ed assoli magistrali, il buon Charlie ha almeno tre marce in più rispetto ai suoi sodali e da solo fa meritare a tutti la sufficienza. Così come, al centro del disco, fanno innalzare il voto generale a Like An Arrow il duo “Ought to Know” e “Sunrise in Texas”. Il primo ha il classico incedere dei BS senza scadere nel grezzo hard dei brani predecessori, l’altro è un vero capolavoro, una ballad che cresce di ascolto in ascolto in cui Charlie (sempre lui) canta rotto dal pianto (e ci piazza un altro assolo senza nemmeno una nota superflua).
E quindi torniamo all’inizio, con la sensazione che i Blackberry Smoke siano come quei compagni di classe del Liceo, intelligenti e dotati, ma studiosi solo quanto basta oppure fossilizzati poco sopra la sufficienza, giusto per avere un’altra motivazione per andare il tour. Purtroppo l’ispirazione di The Wipporwill se ne è andata e quel Brit Turner non ha ancora imparato a suonare la batteria. E a Charlie Starr, probabilmente, conviene pensare a una carriera solista. 

VOTO: 6-   





Melonstone, martedì 13/09/2016

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