lunedì 19 settembre 2016

IL MEGLIO DEL PEGGIO




Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo  

E' iniziata la scuola. La campanella ha ricominciato a suonare per milioni di studenti ma, a quanto pare, non per i politici di casa nostra. Tra un congiuntivo, una mail sottovalutata e uno svarione geografico, come quello in cui è recentemente incappato Luigi Di Maio scatenando l'ira funesta dell'intellighenzia per l'accostamento di Renzi al dittatore Pinochet, il carrozzone Italia è ripartito. O, almeno, sembra. A onor del vero, più che l'attacco sistematico al Movimento 5 Stelle, suscita non meno sconcerto l'intento di cercare il pelo nell'uovo. In un Paese in cui la crescita economica è risibile, la disoccupazione dilaga e la corruzione imperversa, si organizzano tavole rotonde per dare addosso al grillino di turno. Il podio spetta naturalmente a Virginia Raggi, seguita dai componenti del direttorio pentastellato. Oggi, i riflettori sono puntati sulle email inviate a Di Maio, domani toccherà ai congiuntivi di Di Battista. Poi sarà la volta di Fico e via così. Pare che, ultimamente, il tema caldo sia la grammatica italiana. Improvvisamente, ci siamo svegliati in un Paese dove tutti i politici nascono "imparati". Colti da una sindrome di purismo linguistico, discettano sull'esegesi delle fonti della lingua italiana con smaccata perizia. Roba da fare invidia persino al Sommo Poeta. E così, tra una festa dell'Unità e una del PSI, ti imbatti in quel fulgido esponente della politica italiana dell'ultimo ventennio: Angelino Alfano. "Alessandro Di Battista in una sola legislatura è riuscito a rientrare nella classifica del New York Times come ballista della storia della Nigeria, governata da Boko Haram...I congiuntivi? Sembra Fantozzi. Lo segue Di Maio. Serve un comitato a difesa del congiuntivo. Non è una malattia degli occhi. Sono diseducativi, non puoi sbagliare il congiuntivo e pretendere di governare il Paese". Costui, Angelino, ai tempi della crisi nel centrodestra che successivamente lo portò al divorzio da Silvietto, scrisse in un post: "Non siamo tra quelli che apriamo la crisi al buio. A noi sta a cuore il futuro del nostro Paese". Se per Alfano serve un comitato a difesa del congiuntivo, io propongo a gran voce un comitato nazionale per difenderci da Angelino, che è pure ministro.
Dal caso Shalabayeva, fino alla matita di Charlie Hebdo, abbiamo assistito a un florilegio di arguzie. E non aggiungo altro. Il ragionier Ugo Fantozzi, al suo posto, avrebbe fatto meglio.

Cleopatra, lunedì 19/09/2016

1 commento:

Ezzelino da Romano ha detto...

Nel paese delle vaccate, subito dopo lo svarione di Di Maio che ha collocato Pinochet in Venezuela, il premier non ha voluto essere da meno e ci ha rivelato che è importante conservare la memoria storica del nostro paese come ad esempio i tragici eventi della "battaglia di Marzabotto".
Che esiste solo nella sua testa dato che a Marzabotto non c'è stato alcun combattimento bensì il massacro di civili inermi.
E dunque tutto è opinabile e relativo.
La storia come la grammatica.
A volte mi viene un pensiero vagamente reazionario, ma qui tra amici lo dico senza vergogna.
Ho idea che se la scuola fosse rimasta quel posto dove uno bravo prende otto ed uno asino prende quattro e ripete l'anno, forse e dico forse questo paese sarebbe un po' meno scassato.