domenica 11 settembre 2016

THE STRAY BIRDS – MAGIC FIRE



Con l’uscita di Magic Fire, loro terzo album in studio, gli Stray Birds, band proveniente da Lancaster, Pennsylvania (oggi, trasformatisi in un quartetto per l’entrata in pianta stabile nella line up del batterista Shane Leonard) sono giunti al completamento del loro percorso artistico, definendo un suono e circoscrivendo una volta per tutte i confini della proposta. Se l’omonimo esordio datato 2012 era fortemente legato alla tradizione folk e gli accenti roots suonavano predominanti, il successivo Best Medicine, pur mantenendo la barra di un suono “old time” e uno spirito decisamente bluegrass, faceva intravvedere una possibile contaminazione con il pop, grazie a melodie orecchiabili e di facile presa. Magic Fire, prodotto da Larry Campbell (musicista con un passato di collaborazioni da urlo, tra cui Bob Dylan, Willie Nelson e Judy Collins) coglie l’equilibrio perfetto fra le diverse inclinazioni della band, riuscendo a convogliare in scaletta la tradizione e la modernità, un retrogusto decisamente “americano” e tutti gli strumenti acustici (fiddle, banjo, mandolino) del folk; ma capace, anche, di generare aperture deliziosamente pop, adattissime a quei passaggi radiofonici che rappresentano l’anticamera del successo commerciale. Gli Stray Birds però non tradiscono il loro retroterra culturale, non sbracano verso l’ovvio, né cercano soluzioni di comodo. Magic Fire è, semmai, un disco che trova la propria forza nella misura e nel labor limae di una produzione capace di mediare senza rinnegare. In tal senso, canzoni come Sabrina o Third Day In A Row sono il manifesto esemplare del nuovo corso: melodicamente irresistibili, tanto da entrarci in testa fin dal primo ascolto, ma dignitosissime nella loro veste roots, decisamente meno ortodossa, ma sicuramente più colorata e sfavillante. Azzardo un paragone: se prima gli Stary Birds erano accostabili a band puriste come gli Old Cow Medicine Show, oggi si trovano ad avere una maggior affinità con i The Mastersons, una delle realtà emergenti più interessanti nell’ambito dell’americana melodica. Forse i fan della prima ora non apprezzeranno; a me pare, invece, che la strada imboccata sia quella giusta e che dischi come Magic Fire, più aperti a soluzioni innovative, possano avvicinare nuovi adepti alla causa del roots.

VOTO: 7





Blackswan, domenica 11/09/2016

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