martedì 25 ottobre 2016

AMANDA SHIRES – MY PIECE OF LAND



Per chi non lo sapesse, Amanda Shires è la moglie di Jason Isbell. Una circostanza, questa, che non può essere liquidata con una nota a margine, ma che rappresenta un elemento sostanziale di My Piece Of Land, sesto album in studio della cantautrice texana, il primo da quando è convolata a nozze. Fra la Shires e Isbell, infatti, non vi è solo un rapporto affettivo ma, da quando i due si sono sposati, è nata anche una reciproca influenza musicale. Non è un caso, quindi, che come la Shires è comparsa nei dischi di Isbell, quest’ultimo abbia restituito il favore in questo nuovo My Piece Of Land, ove compare come co-autore in alcune canzoni e in veste anche di chitarrista e pianista. Tuttavia, l’aspetto più rilevante, quello che ha inciso maggiormente sulla genesi del disco, è che Amanda ha scritto i brani presenti in scaletta proprio mentre aspettava da Jason la loro primo genita,  Mercy Rose, nata a settembre dello scorso anno. Un periodo che Amanda ha vissuto a casa, lontano dai palchi, e che l’ha spinta inevitabilmente a riflettere su ciò che le stava capitando. Quasi tutti i testi, a partire dal quadretto iniziale The Way It Dimmed, poco più di due minuti di deliziosi echi sixties, raccontano quest’esperienza, le speranze, le gioie, i timori e le malinconie dell’attesa. Un disco, dunque, unito da un tema che accomuna quasi tutte le liriche, ma che risulta assai diversificato nelle melodie, che passano da Nursery Rhyme, giocosa filastrocca per bambini, alle atmosfere autunnali e folk dell'eterea Harmless, muovendosi attraverso il groove bluesy di I Kwow What It’s Like e il rock di When You’re Gone, riflessione sulla solitudine di essere madre. A completare il quadro d’insieme, ci mettono lo zampino Dave Cobb, Re Mida del suono americano e amico di famiglia della coppia, che produce  e suona la chitarra in alcuni brani, e due abili veterani della scena di Nashville, Paul Slivka (al basso) and Paul Griffith (alla batteria). Un parterre de roi da applausi, quindi, che sarebbe, però, stato inefficace senza l’ottimo materiale uscito dalla penna della Shires, capace di ritagliarsi, con sensibilità ed eleganza, un pezzo di terra su cui cantare le proprie canzoni e crescere la propria bimba. 

VOTO: 7





Blackswan, 25/10/2016



Nessun commento: