lunedì 24 ottobre 2016

IL MEGLIO DEL PEGGIO




Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo

Matteo vuò fà ll'americano. Ed è pure riuscito nell'intento di guadagnarsi la scena. L'endorsement dall'uomo più potente della terra se lo è portato a casa. Ora si sentirà senza dubbio più accreditato in patria e con un piglio ancora più sfrontato di quanto già non ne avesse prima. Eppure quanta tenerezza ci ha suscitato nel vederlo in completo d'ordinanza accanto al Presidente degli Stati Uniti. Pareva giulivo come un fanciullo che entra per la prima volta in un luna park. Gli occhi del mondo puntati alla Casa Bianca, là dove sono passati i grandi della terra. Proprio sotto quel portico, abbiamo guardato speranzosi personaggi del calibro di Arafat e Rabin. Era il 13 settembre del 1993 quando si strinsero la mano alla presenza di Bill Clinton. Ora, il mondo guarda l' "amico Matteo", come lo ha affettuosamente apostrofato Barack Obama. Ad accompagnarlo nell'Olimpo dei Grandi oltre che la first lady Agnese, l'eccellenza italiana: dal fido Roberto Benigni e signora, a Giorgio Armani, fino al premio Oscar Paolo Sorrentino. E poi la campionessa paraolimpica Bebe Vio, la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, la direttrice del Moma Paola Antonelli, la direttrice del Cern Fabiola Giannotti e l'immancabile Raffaele Cantone. Un tripudio d'italianità nel Paese a stelle e strisce, insomma.
O meglio, una vetrina che sa più di spot elettorale a uso e consumo del Premier, che altro. Ma c'è poco da pavoneggiarsi. L'effetto boomerang dell'operazione mediatica è in agguato e non è tutto oro quello che luccica. L'esito positivo del referendum costituzionale non è affatto scontato e c'è di più. La cerimonia in pompa magna tributata a Matteone è sì un'investitura solenne al cospetto dell'Italia, ma lo è più nei confronti dell'Unione Europea e non certo per la statura politica del nostro Premier. L'Europa vive una fase crepuscolare: l'avanzare dei populismi e dei nazionalismi, la Brexit, la Spagna ancora senza un governo, la Francia alla vigilia dell'elezione presidenziale e una Germania sempre più egemone, rendono Matteone un interlocutore "affidabile". 
Sembra un paradosso, eppure la congiuntura astrale favorevole a Renzi si riconferma. Che è la prova vivente del detto, trovarsi al posto giusto nel momento giusto.

Cleopatra, lunedì 24/10/2016

1 commento:

Ernest ha detto...

una passerella pro Referendum a spese di tutti...